Nei giorni scorsi, in alcuni interventi di rav Scialom Bahbout che ho riportato,
si è parlato di Shavei Israel, qui vogliamo trattare più ampiamente di questa organizzazione,
entrando nello specificodella sua azione.
Le illustrazioni sono tutte tratte dal sito di Shavei Israel.
si è parlato di Shavei Israel, qui vogliamo trattare più ampiamente di questa organizzazione,
entrando nello specificodella sua azione.
Le illustrazioni sono tutte tratte dal sito di Shavei Israel.
India
Shavei Israel è un’organizzazione israeliana che si
occupa principalmente di fornire risposte, percorsi educativi, preparazione e
sostegno ai discendenti di ebrei in tutto il mondo che vogliono tornare alle
loro radici ed esprimere in questo modo la piena appartenenza all’ebraismo.
Fondata da Michael Freund, Shavei Israel ha seguito la
rinascita di intere comunità di criptoebrei che per secoli hanno mantenuto le
scintille della loro cultura in contesti apparentemente non ebraici, come nel
caso dei marrani o bnè anusim di Belmonte in Portogallo.
L’organizzazione si avvale di accademici di valore,
educatori, assistenti sociali ed ovviamente rabbini, che viaggiano spesso in
tutto il mondo seguendo i percorsi dei ritorni ebraici di persone che vivono in
nove differenti paesi: dall’India, da dove in questi giorni stanno immigrando
verso Israele i discendenti dei Benè Menashè, una delle tribù perdute
dell’antico Israele, fino all’Italia del Sud, passando per Spagna, Portogallo,
Sud America ed Est Europa.
Di fatto Shavei Israel combatte l’assimilazione intesa
nel suo senso di processi storici, spesso traumatici come l’Inquisizione, che
hanno allontanato gli ebrei dalle loro radici; non si tratta quindi di un’organizzazione
missionaria, ma di un’istituzione di riconnessione di persone verso se stesse,
come nel dettame biblico (lech lechà)
che spinse Abramo, progenitore degli ebrei e non solo di essi, ad andare “verso
se stesso” seguendo la promessa del Dio Unico.
Portogallo
Le opzioni educative offerte da Shavei Israel sono
differenti e seguono programmi diversi rispetto alla realtà israeliana e quella
fuori da Israele.
In Israele, a Gerusalemme, esiste il Machon Miriam, un
istituto per madrelingua spagnoli che si occupa di formare le centinaia di
migliaia di immigrati del Sud America che tornano all’ebraismo, che ultimamente
ha aperto un percorso anche in lingua italiana.
Proprio nell’ambito dei percorsi in lingua Italiana, in
partnership con l’Ucei, Shavei Israel ha iniziato un nuovo progetto nel Sud
Italia per rispondere al movimento di ritorno ebraico che numericamente,
socialmente e culturalmente sta toccando diverse realtà e persone.
La realtà del Sud Italia ha visto negli ultimi anni
diversi interessamenti da mondi ebraici con svariate sfumature. La politica di
Shavei Israel, nel Sud Italia come in India, è quella di offrire percorsi che
abbiano come educatori e rabbini di riferimento persone con una profonda
cultura ebraica e preparazione non ebraica, così come legami culturali,
linguistici e storici reali con il mondo nel quale dovranno operare; motivo
questo di grande successo dei progetti di Shavei Israel, che non “colonizzano”
ebraicamente il mondo, ma rispondono alle domande spirituali del mondo e lo
fanno con strumenti che rispettino e conservino la cultura locale, il sentimento
ebraico di ritorno e l’identità del posto.
Brasile
L’attenzione alla centralità dello Stato di Israele nella
formazione di un ritorno all’ebraismo è vissuta da Shavei Israel come
necessaria componente dell’identità ebraica moderna, che non può non passare dalla
storia del popolo ebraica e dalla fondazione di uno Stato che ne esprime, dopo
duemila anni di diaspora, il ritorno ad una collettività democratica e
nazionale.
Nella biblioteca di Shavei Israel, al centro di
Gerusalemme, si possono trovare testi di argomento ebraico in russo, polacco,
giapponese, cinese, mizo, portoghese, spagnolo. Negli uffici di Shavei Israel
non esiste lingua che non sia parlata, non esiste sorriso e benvenuto che non
sia comprensibile a chiunque.
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