Si è svolta presso il Museo della ndrangheta a Reggio la
celebrazione del Giorno della memoria, curato dall’Associazione Antigone XXX e
dall’Associazione Italia - Israele, con il patrocinio della Comunità ebraica di
Napoli.
L'inaugurazione
della mostra è stata decisamente un successo: la sala era piena e le foto esposte
hanno catturato l'attenzione dei presenti, che hanno quasi quasi ignorato il buffet!
La
mostra è ospitata in una villa alle porte della città di Reggio confiscata ad
un mafioso ed assegnata all'Associazione Antigone.
L'allestimento
delle foto ha occupato il piano terra: il grande salone illuminato e una stanza
attigua rischiarata unicamente dalle candele; da questo secondo ambiente si
accede ad un terzo semibuio nel quale è stata sistemata una botte e sopra di
essa dei sassi, un fiore e delle candele.
I
sassi che gli Ebrei pongono sulle loro tombe quasi a creare un legame di pietra
fra passato e presente, i fiori che i cristiani portano ai loro defunti quasi a
voler vedere nella grazia dei fiori la bellezza dei cari che non ci sono più, e
infine le candele che rischiarano con la loro fiamma le tenebre come la
speranza che non deve mai lasciarci, come l'inno ebraico HaTikva: la speranza
del popolo ebraico di potersi riunire nella sua Patria finalmente al sicuro da
ogni aggressione, e per estensione la speranza dell'umanità di potersi
raccogliere in un mondo più giusto e dove nessun essere umano possa ergersi al
di sopra di un altro per una presunta superiorità
Sopra,
vi campeggia la scritta autografa di Shlomo Venezia z.l., priva della firma,
per universalizzare il messaggio “Per non dimenticare”.
Questa
stanza servirà quando la mostra sarà visitata dalle scuole per dare modo al
singolo di poter elaborare in un ambiente raccolto le proprie emozioni e
sensazioni.
Filomena
Tosi ha consegnato al Museo l'ulivo del Keren Kayemet leYisrael al posto di Roque
Pugliese (rappresentante per la Calabria della Comunità ebraica di Napoli),
lievemente infortunato, alla presenza di Antonio Porcaro, Presidente dell’Associazione
Italia - Israele di Reggio Calabria.
Ha
posto l'accento su questo dono simbolo di pace e di rinascita, sottolineando che
la mostra, organizzata dall’Associazione Antigone e da Calabria - Israele di
Reggio per la Giornata della Memoria con il patrocinio della Comunità ebraica, era
dedicata alla memoria di Shlomo Venezia z.l., sopravvissuto ad Auschwitz e di
recente scomparso, al quale il Sud ebraico si sente particolarmente legato, quale
cittadino di quella Salonicco, la Gerusalemme dei Balcani, distrutta dai
tedeschi e al cui splendore contribuirono gli Ebrei scappati dalla Calabria,
dalla Puglia e dalla Sicilia in seguito al decreto di espulsione del 1541.
Ha
anche parlato di Lollò Cartisano, che la Comunità Ebraica di Napoli ha voluto
onorare insieme a Shlomo Venezia z.l., per il coraggio di ribellarsi alla
logica della violenza, subendo una brutale prigionia e la morte.
Ciò
che ha subito il popolo ebraico rappresenta un unicum nella storia umana: un popolo perseguitato dalla notte dei
tempi fino ai giorni nostri (Tolosa, la proibizione della macellazione rituale,
le aggressioni dentro e fuori Israele, e così via).
A
pranzo gli esponenti di Italia - Israele e Deborah Cartisano con la sua
famiglia erano stati a Lazzaro (Motta San Giovanni) al ristorante L'Accademia (che fa parte della rete antimafia dell’AssociazioneLibera) di
Filippo Cogliandro, che nel 2008 denunciò i suoi estorsori.
Filippo è figlio
del gestore del distributore (Lazzaro è un piccolo centro della fascia Jonica
reggina) che negli anni ’80 fu preso di mira dai criminali: furti,
danneggiamenti, tentativi di scasso, fino a una rapina. Demetrio Cogliandro, però,
riconobbe i malviventi: li denunciò e li fece arrestare. Erano personaggi
legati alla malavita del territorio, che il gestore dell’area di servizio aveva
visto tante volte. La denuncia suscitò grande clamore. E le cosche gli
dichiararono guerra, sino a quando, la sera del 12 dicembre 1986, alla chiusura
dell’area di servizio, fu gambizzato.
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