Il
3 Iyar
(che quest’anno inizia la sera del 27 aprile), vigilia di Yom haAtzmaut
(Giorno
dell’indipendenza), 6 giorni dopo Yom ha Shoah (memoria
dell’insurrezione del
ghetto di Varsavia e delle vittime dello sterminio nazista), ricorre Yom
haZikkaron, Giorno del ricordo, in memoria dei soldati morti per la
difesa dello Stato di Israele, a cui in seguito è stato aggiunto il
ricordo delle vittime del terrorismo.
Israele ricorda i suoi caduti, soldati e vittime del terrorismoYom haZikkaron - 8 maggio 2019
Noemi
Di Segni,
Presidente UCEI
Da
Moked
7/5/2019
- 2 אייר
5779
http://moked.it/blog/2019/05/07/yom-hazikaron-ricordare-cadutiper-la-liberta-la-democrazia/
Immagine dal sito della Comunità ebraica di Bologna https://www.comunitaebraicabologna.it/it/festivita/altre-festivita/yom-haatzmaut/2148-yom-hazikaron-27-aprile-2020
Nelle
prossime ore celebreremo Yom HaZikaron, il Giorno del Ricordo. Il 4
di Iyar è la data scelta dallo Stato di Israele per commemorare i
militari caduti per difendere la libertà del popolo ebraico e
l’indipendenza dello Stato di Israele e le vittime civili degli
attacchi del terrorismo. È un momento solenne e profondamente
identitario a cui gli ebrei italiani partecipano con commozione,
ricordando ciascuno dei 23.741 soldati caduti, 3.150 civili,
stringendosi alle loro famiglie. Ma Yom HaZikaron è anche un momento
di riflessione e consapevolezza: ci ricorda che libertà e democrazia
hanno un prezzo, che abbiamo l’obbligo di non darle per scontante,
che dobbiamo difenderle strenuamente. È un monito e un impegno che
vale per Israele come per le altre nazioni libere.
In
tempi in cui l’amore per il proprio paese viene confuso con la
negazione dell’altro, con la compressione dei diritti di alcuni a
favore di altri, vale la pena ricordare le parole della dichiarazione
d’Indipendenza d’Israele del 1948, un evento che ci apprestiamo a
festeggiare: “Lo Stato d’Israele sarà aperto per
l’immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà
lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà
fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace come predetto
dai profeti d’Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti
sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di
religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di
coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i
luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della
Carta delle Nazioni Unite”.
El maleh rachamim (Dio pieno di misericordia)
La forza di Yom HaZikaron da Israel HaYom https://www.italiaisraeletoday.it/la-forza-di-yom-hazikaron/ , 7 dicembre 2019
di
Aharon
Karov
Undici
anni fa restai gravemente ferito durante la guerra anti-Hamas a Gaza
del gennaio 2009. Gli anni sono passati e mi sono sottoposto a un
lungo processo di riabilitazione durante il quale cui ho dovuto
imparare di nuovo a camminare, a parlare, a mangiare. Sono diventato
padre, ho finito gli studi universitari e ho lavorato con i giovani a
rischio per alcuni anni.
ono
passati undici anni, ma il processo non è finito. Sono ancora
impegnato in un lungo ed estenuante processo di riabilitazione
mediante il quale sto imparando a gestire nel quotidiano le
conseguenze delle lesioni che ho riportato. Per me, è ancora
difficile esprimermi verbalmente e per iscritto e soffro di dolori,
crisi epilettiche e altre difficoltà a causa di quel trauma.
In
Israele vi sono decine di migliaia di veterani feriti che, come me,
fanno i conti ogni giorno della loro vita con gli effetti delle
ferite. Nei decenni da che esiste, questa nazione ha subito attacchi
militari, attentati terroristici e guerre in cui ha perso molti
soldati che vengono commemorati ogni anno a Yom HaZikaron, la
Giornata della Rimembranza. Accanto a loro, vi sono decine di
migliaia di feriti che convivono con il proprio dolore per anni.
Molte
volte sentiamo la notizia di attacchi o attentati che hanno causato
“solo” feriti e nessun morto, e istintivamente tiriamo un sospiro
di sollievo. Ma io, quando sento che ci sono feriti, so perfettamente
cosa dovranno subire quelle persone, ed è straziante. Molte hanno
lesioni visibili, come arti mutilati o perdita della vista.
Kaddish, preghiera per i defunti, recitato dalla sua famiglia
nel luogo dell'uccisone di una vittima del terrorismo palestinese
Ma esistono anche danni non visibili, come il trauma cranico e lo stress post-traumatico. Coloro che soffrono di queste ferite sembrano a posto, e invece possono trovare impossibile dormire la notte, o pensare in modo ordinato e prendere decisioni, o devono fare i conti con altri tipi di difficoltà invalidanti che non tutti realizzano che li accompagneranno per sempre.
Cinque
anni fa Israele ha stabilito una giornata dell’anno in cui rendere
omaggio ai veterani feriti e invalidi. L’idea di stabilire questa
giornata speciale è stata proposta da brave persone che volevano
esprimere riconoscenza e gratitudine a tutti quelli fra loro che
hanno donato la propria salute fisica e mentale per difendere il
paese e i suoi abitanti.
Noi,
i feriti, abbiamo bisogno di questa giornata perché l’abbraccio
del popolo d’Israele ci dà la forza di rimanere in vita, di
lavorare, di mettere su famiglia e di fare del bene nel mondo.
Per
me questa giornata è molto significativa. Mi dà forza e mi sostiene
nel mio lavoro quotidiano, contribuendo a infondere nei giovani gli
ideali del nostro servizio militare. Come veterano ferito delle Forze
di Difesa israeliane, ritengo che il giorno che ci onora sia molto
importante. Mi auguro che lo stato, e in particolare il Ministero
della difesa, facciano tutto il possibile per i feriti, soprattutto
quando si tratta di curare le disabilità critiche che rimangono con
noi per anni.
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