A) Pazzano in Calabria
Ricevo dall’amico Elia
Fiorenza, di Stilo, che ringrazio, la segnalazione relativa ad una località sita nel comune
di Pazzano, quasi a metà strada tra questo centro e l’abitato di Stilo:
“A
Pazzano nella zona detta Cona c'è ‘nu stabili’ [nelle nostre parlate si
intende un appezzamento di terreno] che si chiama Juderiu.
Grosso modo quella parte di costa tra le miniere e la strada interpoderale prima di Farciali/Garciali.
È possibile ipotizzare la presenza di un piccolo insediamento ebraico, legato ai piccoli traffici con i lavoratori delle miniere e le forniture dei prodotti necessari?”
Grosso modo quella parte di costa tra le miniere e la strada interpoderale prima di Farciali/Garciali.
È possibile ipotizzare la presenza di un piccolo insediamento ebraico, legato ai piccoli traffici con i lavoratori delle miniere e le forniture dei prodotti necessari?”
A) L'area di Juderìu (in blu),
tra Pazzano a est e Stilo ad ovest,
segnate in rosso
segnate in rosso
Il nome sembrerebbe poter derivare dallo spagnolo Juderìa,
che è il corrispondente del nostrano Judeca, che, come già detto altre
volte, si differenzia da quello che altrove (da noi non avverrà, perché all’epoca
gli ebrei saranno già stati scacciati) diventerà il Ghetto, in quanto non si
tratterà, nella maggior parte dei casi, di un’area in cui gli ebrei venivano
rinchiusi e costretti ad abitare, ma di un congregarsi naturale e spontaneo da
parte degli stessi, che trovavano più agevole abitare in una stessa zona,
dove potessero condividere i rapporti di vicinato tra di loro, magari intorno
ad un bet knesset (sinagoga) o comunque un luogo di culto, al riparo
anche dall’ostilità della circostante popolazione cristiana.
Nessuna fonte documentaria né alcuna evidenza
archeologica (almeno a quanto risulta, dal momento che non so di indagini
scientifiche nell’area) o tradizione orale riporta ad una presenza ebraica a
Pazzano, se non questo toponimo, riportato anche da Gerhard Rohlfs nel suo Dizionario onomastico e toponomastico della
Calabria.
Bisogna però dire che la presenza ebraica è invece
ben documentata a Stilo (che come si può vedere dalla cartina B è a
brevissima distanza dalla contrada di cui si parla) e che fino a tempi recenti
Pazzano non era un “comune” autonomo, ma faceva parte del cosiddetto Regio
Demanio di Stilo, e quindi molto spesso quello che si riferisce ad uno dei
paesi che facevano parte del suddetto territorio viene attribuito a Stilo, così
il celebre cardinale Guglielmo Sirleto, di Guardavalle, a volte viene detto
nativo di Stilo, come anche Tommaso Campanella, che secondo molti nacque invece
a Stignano, altri due cosiddetti “casali” di Stilo.
È ben possibile che l’area costituisse una sorta di
area industriale, come si può vedere dai nomi delle aree che a nord fanno
corona a Juderìu: Mànganu (in comune di Stilo), che probabilmente si riferisce ad
una manifattura o lavorazione di tessuti, in particolare al lino; Mulineda,
zona di mulini, in cui si macinavano cereali e forse anche le olive, a cui
riporta la contrada Livareda.
C) Possibili aree "industriali"
intorno a Juderìu
intorno a Juderìu
Meno indicative in tal senso le aree poste immediatamente a sud (come si
può vedere dalla cartina su Open Street Map):
Garciale,
nella pronuncia locale anche Farciali, che potrebbe riferirsi ad
un luogo di fabbricazione o riparazione di falci e attrezzi agricoli in genere,
e la sorgente Carcareda, il cui nome
non so se rimanda ad una fonte di acqua calcarea o, come credo anche probabile,
ad una calcara, luogo di produzione di calce.
A favore di una possibile presenza ebraica in zona,
gioca il fatto che finora non si trova nel territorio di Stilo una Judeca o
comunque una località dove sia attestato l’insediamento ebraico stilese; di
contro, bisogna notare che in genere (anche se non sempre) sia gli ebrei stessi
che le autorità civili e religiose preferivano collocare la Judeca all’interno
della città: gli uni per agevolare quella che era la propria attività
prevalente, cioè il commercio, e le altre per avere maggiormente sotto
controllo questi “perfidi giudei”.
Il nome del luogo potrebbe quindi riferirsi, più
che ad un insediamento, ad un luogo dove gli ebrei esercitassero una qualche
attività (forse legata, come suggeriva Elia Fiorenza) alle vicine miniere,
oppure ad un luogo di sepoltura o ad una proprietà posseduta da una o più
famiglie ebree.
Naturalmente, come già detto altre volte, non
bisogna dimenticare che a volte il termine Judeca o altri analoghi non hanno
nessuna relazione con gli ebrei, ma, in senso traslato, grazie ai pregiudizi
antisemiti, sono venuti ad indicare luoghi malfamati, sporchi o abitati da
gente di poco conto.
In assenza di documentazioni scritte o resti
archeologici, purtroppo non è possibile trarre nessuna conclusione, ma soltanto
fare delle ipotesi.
Nessun commento:
Posta un commento