Solo ora leggo questo articolo anonimo pubblicato in occorrenza del Giorno
della memoria dalla Pro-loco di Brancaleone (RC), Tracce Ebraiche a Brancaleone, che contiene alcuni
errori storici e soprattutto un passaggio dal sapore piuttosto antisemitico.
Premettendo
che è assolutamente indubbia e documentata la presenza di una comunità ebraica
fino al XVI secolo a Brancaleone e dintorni, come ho pubblicato in un precedente
post, Presenze ebraiche nella Bovesia, vediamo le inesattezze storiche, ed anche una
precisazione corretta, dell'articolo citato nel cappello.
1. "il loro arrivo in queste zone ... avvenuto a
causa della persecuzione Musulmana"
Al
contrario, all'epoca, salvo eccezioni locali e temporanee, gli ebrei stavano meglio nei
Paesi musulmani che in quelli cristiani; è vero che in Calabria abbiamo testimonianze di ebrei provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa islamizzati, furono però pochi, e si mossero non per evitare persecuzioni, ma per puri motivi commerciali ed economici.
2. "La ... Judeca [...] probabilmente è San Gioè
(nome che deriva dal profeta Gioele che visse nel V sec. a. C.)"
Nelle
aree bizantine come la nostra, nomi di persone e titoli di chiese richiamanti personaggi biblici
pre-cristiani erano piuttosto comuni e non sempre legati a contesti
ebraici. Un semplice cognome, e ancor meno un nome, non costituisce quasi mai un elemento di ebraicità certa, se non unito ad altri elementi
3. "ad avallare questa ipotesi è un documento del
catasto onciario del 1745 che attesta la presenza [della] località"
Il
Catasto onciario (posteriore di oltre 200 anni alla cacciata degli
ebrei dal Sud) attesta semplicemente la presenza del toponimo San Gioè, ma non la lega a contesti
ebraici, almeno a quanto pare di capire leggendo l'articolo.
4. "Nella Parte bassa del paese ... infatti (???),
esiste una località che veniva chiamata “SCOLARO” tale toponimo deriverebbe da
“SCOLA” che avvalora l’ipotesi e l’esistenza di una sinagoga."
Etimologia
azzardata: il cognome Scolaro (specie nella forma Scoleri o altro) è molto
diffuso in Calabria. Probabilmente si tratta di un terreno che apparteneva a
qualcuno che portava questo cognome o soprannome, o perché persona istruita o
come semplice presa in giro (al mio paese il bravissimo contadino da cui
compravamo frutta e verdura era soprannominato "u ngegneri
(l'ingegnere)" pur essendo semianalfabeta, semplicemente perché da piccolo
la madre (sognando per lui un futuro diverso) lo chiamava "u ngegneredu
meu (il mio piccolo ingegnere)".
Naturalmente
è anche possibile (per me, improbabile) che all'origine vi possa essere stata
una qualche "ebraicità", ma al di là di illazioni, non mi pare ci
siano elementi per affermare che questo nome "avvalora" alcunché.
5. “presenza di numerose piantagioni di Cedri (frutto
sacro della tradizione Ebraica) che a quell’ epoca si attesta essere stato
davvero molto diffuso”
Corretto
è invece questo cenno (benché la definizione “frutto sacro” non sia pienamente
esatta, ma è un aspetto del tutto trascurabile). Senza offesa per la
Costa dei Cedri, ma sembra molto probabile che anticamente la vera “costa dei
cedri” possa essere stata proprio la fascia jonica meridionale della Calabria.
Ci sono documenti che sembrano attestarlo, e le ricerche sono ancora in corso.
Veniamo infine all’aspetto veramente grave.
Ad un certo punto l'articolo dice:
"Grazie alle loro condizioni economiche molto agiate e alla pratica
dell’Usura (allora più proibita legalmente che alla professione
della religione [frase piuttosto confusa, da sostituire
probabilmente con "allora
proibita legalmente, più ancora che la loro professione religiosa"]) si attirarono odio e disprezzo di tanti, anche dei
vicini di casa".
In questo testo sono mischiati inesattezze storiche,
e peggio ancora
pregiudizi antisemiti.
1. "Grazie alle loro condizioni
economiche molto agiate"
Gli ebrei
calabresi non avevano condizioni economiche "molto agiate", avevano
più o meno gli stessi redditi della popolazione circostante; forse in media
leggermente maggiori, ma, essendo sottoposti a tassazioni maggiori e prelievi
straordinari, il loro tenore di vita era piuttosto simile.
2. "Grazie ... alla pratica
dell’Usura"
In Calabria
l'attività di prestito (a proposito,
avete notato che per i prestatori ebrei si parla di usura, e per quelli
cristiani si parla di banchieri?) da parte degli ebrei era sicuramente
presente, ma era un'attività marginale, e comunque sicuramente meno presente
che in altre aree o regioni dell'Europa. Non era di questo che viveva la gran
massa degli ebrei, infatti sono attestati medici, farmacisti, scribi,
artigiani, muratori e carpentieri, ed anche pastori e contadini
3. "[Grazie all'usura] allora proibita
legalmente, più ancora che la loro professione religiosa..."
Va invece letto
"allora proibita legalmente AI CRISTIANI", senza questa precisazione
sembrerebbe che gli ebrei praticassero un'attività vietata dalla legge, mentre
il prestito era autorizzato e regolato da norme ben precise, sia in termini
generali, che nei contratti che i singoli prestatori firmavano con le autorità
locali.
4. "[Grazie all'usura] ... più
ancora che la loro professione religiosa"
La materia in
realtà è controversa, e in effetti oggetto di discussione tra gli studiosi. In
che misura gli ebrei erano odiati come usurai e in che misura come deicidi,
assassini di Gesù?
I predicatori
cristiani aizzavano le masse contro gli ebrei, specialmente nel periodo della
Settimana Santa, quando addirittura assalivano le Judeche, le saccheggiavano,
prendevano case e persone a pietrate... al punto che le autorità, non riuscendo
a frenare gli scalmanati, costringevano gli ebrei a non uscire di giorno
durante la settimana santa e assolutamente non il Venerdì Santo.
Personalmente
ritengo che, salvo periodi in cui prevalesse nettamente un aspetto o l'altro,
motivazioni economiche e religiose interagissero e si alimentassero
reciprocamente, come del resto accade nell'antisemitismo attuale
5. "si attirarono odio e
disprezzo di tanti, anche dei vicini di casa"
È senz'altro
vero che gli ebrei non erano ben visti, erano spesso odiati e disprezzati. Però
è anche vero che a volte vi erano buoni rapporti con la popolazione
circostante: a Squillace i cittadini chiesero che gli ebrei fossero esentati
dal portare il "segno" (un qualche particolare nell'abbigliamento che
li identificasse a vista come ebrei), a Catanzaro invece, di cui gli ebrei
fecero la fortuna con il commercio della seta e l'attività di tintoria,
rendendola una città celebre in tutta Europa, i cittadini chiesero che gli
ebrei non fossero tenuti a pagamenti straordinari rispetto a quelli dovuti dai
cristiani; a Montalto abbiamo un esempio di dialogo religioso ante litteram: un
frate pagava l'olio per l'illuminazione della locale sinagoga; a Castrovillari
la città promise che se gli ebrei fossero tornati sarebbe loro stata restituita
la sinagoga e i locali annessi, e così fu.
Soprattutto
all'epoca delle espulsioni, numerose località chiesero prima che non venissero
cacciati, e dopo che fossero fatti tornare. Cosa che fu concessa da Carlo V,
con un atto in cui parlando dei "banchieri cristiani" diceva "Orribile
a vedersi: cristiani che bevono il sangue di altri cristiani!", quasi ritorcendo sui banchieri cristiani la "accusa del sangue"
tradizionalmente rivolta agli ebrei.
Sono certo che non fosse nelle intenzioni
dell'anonimo estensore dell'articolo
dell'anonimo estensore dell'articolo
esprimere concetti antisemiti, ma dispiace vedere come
proprio
per il Giorno della memoria siano stati diffusi questi errori storici,
e soprattutto perpetuati pregiudizi antisemiti
da parte di un'istituzione pubblica
che gode anche di un certo prestigio culturale.
Chiederò cortesemente
alla Pro-loco di modificare l'articolo, o almeno di aggiungere una nota con
qualche precisazione
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