Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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lunedì 7 settembre 2015

Reggio: Giornata europea della cultura ebraica contro i germi del razzismo

Anche a Reggio iniziative per la Giornata europea della cultura ebraica:
“contro i germi del razzismo”
Da Strettoweb - 7 settembre 2015, Tatiana Muraca
Ieri, domenica 6 settembre 2015, si è celebrata la Giornata Europea della Cultura Ebraica, arrivata alla 16esima edizione. Reggio Calabria quest’anno partecipa alle iniziative dell’importante evento, il cui tema è “Ponti e attraversamenti”

Qui trovate il video con l'intervento del sindaco, Giuseppe Falcomatà

Reggio Calabria inserita nel cartellone di eventi della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che si è festeggiata ieri, domenica 6 settembre. Un ricco e articolato programma prevede in Calabria incontri, convegni, visite, proiezioni filmiche in varie località, come Santa Maria del Cedro, Vibo Valentia, Cosenza, Bova Marina.
“Ponti e attraversamenti” è il tema di questa 16esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica; un “ponte” che unisce oltre 70 località italiane all’Europa, e su cui “cammina” anche il comune di Reggio Calabria.
Degustazioni, assaggi kasher, concerti, spettacoli, mostre, visite alle sinagoghe di tutta Italia: il tutto ha come capofila Firenze, città in cui risiede una folta Comunità ebraica. Da Firenze a Reggio Calabria, dove stamane si sono dati appuntamento Roque Pugliese, delegato UCEI per la Giornata della Cultura, Enrico Molinaro, presidente dell’Associazione Prospettive Mediterranee, l’editore Franco Arcidiaco ed il sindaco Giuseppe Falcomatà.
“Siamo onorati di avere inserito la Giornata nell’ambito di 32 Paesi - ha esordito Roque Pugliese - Reggio adesso è sotto i riflettori europei, vista come città multiculturale e multietnica. Il tema comune di quest’anno è il ponte, inteso dal punto di vista sociale, culturale e religioso. Portiamo avanti la cultura e la sapienza - prosegue Pugliese - Soltanto stimolando le menti possiamo costruire un ponte solido, teso a risolvere i problemi”.
Come si evince, dunque, le comunità ebraiche italiane ed europee propongono la cultura come mezzo per risolvere le problematiche dei nostri tempi. “Reggio città dell’accoglienza”, è ciò che emerso oggi e che sta emergendo da parecchio tempo ormai in riferimento ad altre tematiche sociali: l’immigrazione prima fra tutte.
Un’accoglienza, si continua, che si manifesta anche in occasione della già citata Giornata della Cultura Ebraica: in Italia, si è ricordato, gli ebrei sono presenti da oltre ventidue secoli. Una vera e propria eredità culturale che si sente il bisogno di preservare e trasmettere. Non per niente, nella Sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, si è assistito poco fa ad un gesto significativo: è stata donata alla città una Chanukkia da parte degli ebrei di Calabria; un candelabro a otto braccia su cui si posa “la pianta della vita”, simbolo laico di libertà individuale e culturale.
Un oggetto, un simbolo, per l’appunto, che racchiude una fetta importante di storia, che trae origini da una festa laica celebrata dagli ebrei a dicembre, in prossimità del Natale cattolico. Il significato del candelabro è stato ampiamente illustrato ai presenti alla conferenza odierna da Roque Pugliese: “quando Mosè era nel deserto - ha spiegato - ebbe ordini da Dio di costruire un candelabro più o meno di queste dimensioni, con sette braccia. Lo stesso, doveva ardere sempre nel tempio di Gerusalemme. Quando l’impero greco volle espandersi nella terra ebraica, però il tempio di Dio venne profanato, ed il popolo ebraico costretto a convertisti. A seguito della ribellione messa in atto dai macabei, però, il candelabro venne riacceso con il solo olio che era rimasto: delle candele che arsero incessantemente per otto giorni, il tempo necessario per preparare altro olio”.
Il significato di quanto illustrato risulta chiaro: nessun uomo può costringere un altro a credere in qualcosa a cui non crede; un uomo non può essere sottomesso ad un altro uomo.
“Reggio vorrebbe essere l’esempio di quanto fatto in Portogallo e in Spagna - chiosa Pugliese - Questo candelabro vorrebbe essere simbolo di unione con gli ebrei di Reggio cacciati nel passato e la nuova generazione: un modo per dare di nuovo patria a quegli stessi cittadini di Reggio”.
Nel 1511, infatti, si attesta la fine della presenza degli ebrei nella nostra città, un popolo, che come testimoniato dall’editore Franco Arcidiaco, “ha apportato un importante contributo culturale, anche in campo editoriale”.
“Si sta recuperando quel senso di umanità collettiva antica - dichiara Enrico Molinaro - Questo gap che si vuole recuperare non è un caso che avvenga a Reggio, città aperta al contatto con le altre popolazioni. Reggio Calabria è un terra con un radicato senso di identità, per cui invito a trasformare le sue caratteristiche tipiche in una carta vincente, che dimostri come il rapporto delle comunità collettive possa essere costruito sulla base del rispetto e della conoscenza reciproca”.

A chiudere i lavori della mattinata, l’intervento del sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, che ha ricordato la volontà, più volte espressa, da parte dell’amministrazione comunale, di recuperare la memoria storica della nostra città.
“Reggio aveva un quartiere ebraico importante - parole di Falcomatà - che coincide con la vecchia zona commerciale intorno a cui si è sviluppato il centro storico. Questa giornata, oltre a far risaltare il valore del recupero storico, mi spinge ad una considerazione ancora di stretta attualità: io appartengo ad una generazione - continua il sindaco - che ha visto crollare i muri fisici e mentali, che si è formata conoscendo l’Europa senza barriere; e per chi oggi, come me, ha l’onore di rappresentare una comunità, non è possibile assistere indifferenti alla costruzione di nuovi muri che l’Europa sta facendo crescere, dei muri che rappresentano oggi il trionfo dell’individualismo e dell’egoismo. Rispetto a questo, noi non vogliamo e non possiamo restare indifferenti. Noi vogliamo fare in modo che Reggio Calabria, anche sotto tale punto di vista, possa essere da esempio per le altre città e per le altre Regioni, e in qualche modo anche per il Paese. Iniziative come questa - conclude Giuseppe Falcomatà - alimentano gli anticorpi conto i germi del razzismo. Continueremo a restare vicino a chi promuove il nostro stesso modo di far crescere la comunità”.

La libertà è la ricetta di tutto, ed il ponte il simbolo che unisce il passato ed il presente: un “modello”, come lo ha definito Roque Pugliese, che si propone alla Calabria e alla città di Reggio.

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