Anche a Reggio
iniziative per la Giornata europea della cultura ebraica:
“contro i germi del razzismo”
“contro i germi del razzismo”
Da Strettoweb - 7 settembre 2015, Tatiana Muraca
Ieri, domenica 6
settembre 2015, si è celebrata la Giornata Europea della Cultura Ebraica,
arrivata alla 16esima edizione. Reggio Calabria quest’anno partecipa alle
iniziative dell’importante evento, il cui tema è “Ponti e attraversamenti”
Qui trovate il video con l'intervento del sindaco, Giuseppe Falcomatà
Reggio Calabria
inserita nel cartellone di eventi della Giornata Europea della Cultura Ebraica,
che si è festeggiata ieri, domenica 6 settembre. Un ricco e articolato
programma prevede in Calabria incontri, convegni, visite, proiezioni filmiche
in varie località, come Santa Maria del Cedro, Vibo Valentia, Cosenza, Bova
Marina.
“Ponti e
attraversamenti” è il tema di questa 16esima edizione della Giornata Europea
della Cultura Ebraica; un “ponte” che unisce oltre 70 località italiane all’Europa,
e su cui “cammina” anche il comune di Reggio Calabria.
Degustazioni,
assaggi kasher, concerti, spettacoli, mostre, visite alle sinagoghe di tutta
Italia: il tutto ha come capofila Firenze, città in cui risiede una folta
Comunità ebraica. Da Firenze a Reggio Calabria, dove stamane si sono dati
appuntamento Roque Pugliese, delegato UCEI per la Giornata della Cultura, Enrico
Molinaro, presidente dell’Associazione Prospettive Mediterranee, l’editore
Franco Arcidiaco ed il sindaco Giuseppe Falcomatà.
“Siamo onorati
di avere inserito la Giornata nell’ambito di 32 Paesi - ha esordito Roque
Pugliese - Reggio adesso è sotto i riflettori europei, vista come città
multiculturale e multietnica. Il tema comune di quest’anno è il ponte, inteso
dal punto di vista sociale, culturale e religioso. Portiamo avanti la cultura e
la sapienza - prosegue Pugliese - Soltanto stimolando le menti possiamo
costruire un ponte solido, teso a risolvere i problemi”.
Come si evince,
dunque, le comunità ebraiche italiane ed europee propongono la cultura come
mezzo per risolvere le problematiche dei nostri tempi. “Reggio città
dell’accoglienza”, è ciò che emerso oggi e che sta emergendo da parecchio tempo
ormai in riferimento ad altre tematiche sociali: l’immigrazione prima fra
tutte.
Un’accoglienza,
si continua, che si manifesta anche in occasione della già citata Giornata
della Cultura Ebraica: in Italia, si è ricordato, gli ebrei sono presenti da
oltre ventidue secoli. Una vera e propria eredità culturale che si sente il
bisogno di preservare e trasmettere. Non per niente, nella Sala dei Lampadari
di Palazzo San Giorgio, si è assistito poco fa ad un gesto significativo: è
stata donata alla città una Chanukkia da parte degli ebrei di Calabria; un
candelabro a otto braccia su cui si posa “la pianta della vita”, simbolo laico
di libertà individuale e culturale.
Un oggetto, un
simbolo, per l’appunto, che racchiude una fetta importante di storia, che trae
origini da una festa laica celebrata dagli ebrei a dicembre, in prossimità del
Natale cattolico. Il significato del candelabro è stato ampiamente illustrato
ai presenti alla conferenza odierna da Roque Pugliese: “quando Mosè era nel
deserto - ha spiegato - ebbe ordini da Dio di costruire un candelabro più o
meno di queste dimensioni, con sette braccia. Lo stesso, doveva ardere sempre
nel tempio di Gerusalemme. Quando l’impero greco volle espandersi nella terra
ebraica, però il tempio di Dio venne profanato, ed il popolo ebraico costretto
a convertisti. A seguito della ribellione messa in atto dai macabei, però, il
candelabro venne riacceso con il solo olio che era rimasto: delle candele che
arsero incessantemente per otto giorni, il tempo necessario per preparare altro
olio”.
Il significato
di quanto illustrato risulta chiaro: nessun uomo può costringere un altro a
credere in qualcosa a cui non crede; un uomo non può essere sottomesso ad un
altro uomo.
“Reggio vorrebbe
essere l’esempio di quanto fatto in Portogallo e in Spagna - chiosa Pugliese - Questo
candelabro vorrebbe essere simbolo di unione con gli ebrei di Reggio cacciati
nel passato e la nuova generazione: un modo per dare di nuovo patria a quegli
stessi cittadini di Reggio”.
Nel 1511,
infatti, si attesta la fine della presenza degli ebrei nella nostra città, un
popolo, che come testimoniato dall’editore Franco Arcidiaco, “ha apportato un
importante contributo culturale, anche in campo editoriale”.
“Si sta
recuperando quel senso di umanità collettiva antica - dichiara Enrico Molinaro -
Questo gap che si vuole recuperare non è un caso che avvenga a Reggio, città
aperta al contatto con le altre popolazioni. Reggio Calabria è un terra con un
radicato senso di identità, per cui invito a trasformare le sue caratteristiche
tipiche in una carta vincente, che dimostri come il rapporto delle comunità
collettive possa essere costruito sulla base del rispetto e della conoscenza
reciproca”.
A chiudere i
lavori della mattinata, l’intervento del sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà,
che ha ricordato la volontà, più volte espressa, da parte dell’amministrazione
comunale, di recuperare la memoria storica della nostra città.
“Reggio aveva un
quartiere ebraico importante - parole di Falcomatà - che coincide con la
vecchia zona commerciale intorno a cui si è sviluppato il centro storico.
Questa giornata, oltre a far risaltare il valore del recupero storico, mi
spinge ad una considerazione ancora di stretta attualità: io appartengo ad una
generazione - continua il sindaco - che ha visto crollare i muri fisici e
mentali, che si è formata conoscendo l’Europa senza barriere; e per chi oggi,
come me, ha l’onore di rappresentare una comunità, non è possibile assistere
indifferenti alla costruzione di nuovi muri che l’Europa sta facendo crescere,
dei muri che rappresentano oggi il trionfo dell’individualismo e dell’egoismo.
Rispetto a questo, noi non vogliamo e non possiamo restare indifferenti. Noi
vogliamo fare in modo che Reggio Calabria, anche sotto tale punto di vista,
possa essere da esempio per le altre città e per le altre Regioni, e in qualche
modo anche per il Paese. Iniziative come questa - conclude Giuseppe Falcomatà -
alimentano gli anticorpi conto i germi del razzismo. Continueremo a restare
vicino a chi promuove il nostro stesso modo di far crescere la comunità”.
La libertà è la
ricetta di tutto, ed il ponte il simbolo che unisce il passato ed il presente: un
“modello”, come lo ha definito Roque Pugliese, che si propone alla Calabria e
alla città di Reggio.
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