Colgo ancora
l'occasione di un convegno che si è tenuto a Oppido Mamertina il 30 novembre
2014, organizzato, insieme all’Associazione culturale Mesogaia, dall'Associazione
culturale Ars musica per qualche cenno sulla storia ebraica di questa cittadina,
riproponendo un video registrato nell’occasione.
Preliminarmente
vorrei sgomberare il campo da un equivoco che è durato per molto tempo e che
tuttora viene saltuariamente messo in campo, riguardo all’inconsueta vicenda e
alla sorprendente figura (a cui spero presto di dedicare un post) di Ovadiyah
da Oppido, il cristiano normanno che, in pieno Medioevo, si converti all’ebraismo:rbbene,
egli non fu cittadino della nostra Oppido, ma di Oppido Lucano, in provincia di
Potenza.
Convegno
dal titolo "Sincretismi culturali in Calabria" realizzato
dall'Associazione Mesogaia e Ars Musica di Oppido Mamertina (RC).
Nel presente convegno tra i vari temi è stato trattato della presenza della Sinagoga ebraica a Oppido Mamertina.
Nel presente convegno tra i vari temi è stato trattato della presenza della Sinagoga ebraica a Oppido Mamertina.
Dal sito Italia Judaica
Oppido Mamertina, in provincia di
Reggio Calabria, fu distrutta dal terremoto del 1783, (rimangono i resti di
Oppido Vecchia, circa 2 km ad ovest del nuovo abitato) era in luogo
eminente, a cavaliere dei fiumi Tricuccio e Cumi. I superstiti del terremoto la
riedificarono su un ampio pianoro non molto distante. Fu un feudo dei
Santangelo, degli Ascaris, dei Caracciolo e città vescovile[1].
Nel 1443 era tassata per 405 fuochi e nel 1532 per 470.
Un frammento epigrafico in lingua
ebraica, rinvenuto nel 1948 tra le pietre di un muro a secco della vecchia O.,
attesta la costruzione, o il restauro, di una sinagoga. Il frammento è datato
5156 (= 1395-96 ), un periodo in cui le comunità ebraiche erano in Calabria in
ripresa dopo la crisi provocata dagli Angioini alla fine del secolo precedente[2].
La presenza ebraica continuò in
età aragonese. Nel 1453 un Leone di Oppido ottenne la licenza di praticare la
medicina in tutto il Regno[3] e alla fine del XV secolo
la comunità constava di dodici nuclei familiari. Le guerre che funestarono
l’area in quel torno di tempo ebbero effetti negativi anche su di essi, al
punto che l’esattore non poté esigere nel 1503 i residui fiscali degli anni
1501-1502 e nel 1503 riscosse una tassa di 4 ducati equivalente a tre fuochi,
annotando che li restanti dicono essere asentati et morti. Nel 1508 i
nuclei ebraici erano ancora tre e pagarono i propri contributi il 14 aprile per
mano di Baptista de Leone e il 26 luglio per mano di Mordoc Bono[4].
Dalla risposta della Camera della Sommaria ad un ricorso presentato dalla
giudecca di O. conosciamo i nomi dei nove nuclei ebraici che erano emigrati e
il luogo del loro nuovo domicilio: Davit Davicolo, Nisi Listar in Tropea,
Mastro Manoele in Melito, Salamo Tingituri in Calimera, Rabi Mosè Cassan, la
herede di mastro Iosep in Terranova, Aroni de Mineo se fe’ christiano in
Secilia, Mosè Rexit, Gavio Miseria è morto et la herede è in Regio[5].
Bibliografia
AA.VV ( a cura di), Fonti Aragonesi, Napoli
1957-1990.
Colafemmina, C., Gli ebrei nella Calabria
meridionale, in Calabria cristiana. Società, religione, cultura nel
territorio della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, a cura di Leanza, S.,
Soveria Mannelli 1999.
Colafemmina, C., Per la storia degli Ebrei in
Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996.
Liberti, R., Momenti e figure nella storia della
vecchia e nuova Oppido, Oppido Mamertina 1981.
Pellicano Castagna, M., Storia dei feudi e dei
titoli nobiliari della Calabria, Catanzaro Lido 1999.
Note
[1] Cfr. Liberti, R., Momenti e figure nella storia
della vecchia e nuova Oppido, Oppido Mamertina 1981; Pellicano Castagna,
M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, III, pp.
327-337.
[2] Cfr. Colafemmina, C., Gli ebrei nella Calabria meridionale, pp.
170-172.
[3] Fonti Aragonesi, III, a cura di Mazzoleni, B., Napoli 1963, p. 39,
n. 410.
[4]Colafemmina, C., Per la storia degli Ebrei in Calabria. Saggi e
documenti, pp. 87-88, 92; ASNa, Sommaria, Tesorieri e percettori
4064.
[5] ASNa, Sommaria, Partium 32 II, Busta 4 (1507-1508), f. 211v (18
gennaio 1508).
Dal sito ViaggiCalabria
The
Jews in Calabria,
Leiden - Boston, Brill, 2012
A
pagina 147-148 troviamo il testo di una lastra di marmo che attesta la
costruzione di una nuova sinagoga nell’anno 1395-1396.
Il
frammento (11x13 cm) è stato trovato nel 1948 tra le pietre di un muro a secco
nella città di Oppido Vecchia. La data è indicata dalla prima parola del Salmo
32,15a: “Dal luogo [della Sua dimora]”.
[...........]
[...ובפחד...]
[…בניח זאת...]
[...]ונשלמה מלאכ
בתו ש] ממכון
|
[...........]
[…and in
fear...]
[...this
building ...]
And the work
was completed ...
(in the year) “From the
place (= 1395-96 C.E.) of His ha[bitation]”
|
A p. 61 un insolito episodio ci dà idea
della relativa importanza che aveva assunto la comunità ebraica di Oppido, in
quanto un ignoto melammed (insegnante) che sembra provenire da Bisanzio
e vissuto a Tropea, alla fine del XV secolo, espresse in una lettera il suo
desiderio di stabilire un bet midrash (una scuola talmudica) a Tropea o ad
Oppido.
I potenziali studenti dovevano dimostrare
una conoscenza di base del Talmud o di Alfasi, nonché del Mishneh Torah di
Maimonide.
"Ho intenzione di ampliare le loro
conoscenze," scrive, "perché posso vedere, con mio rammarico, che lo
studio della Torah è in diminuzione nella nostra città, a causa dei nostri
peccati".
Materia giudaica. Rivista dell'Associazione italiana per lo studio delgiudaismo
(2006), Volume 11 Giuntina, 2006, pp. 143-151
(2006), Volume 11 Giuntina, 2006, pp. 143-151
Abraham David, “Jewish Intellectual Life at the Turn-of-the-Sixteenth-Century
Kingdom of Naples According to Hebrew Sources”
Alle pagine 145-146 leggiamo:
… Bozza di una lettera inviata da un
anonimo melammed (insegnante) da
Tropea in Calabria(25).
La sua origine è da Bisanzio,
probabilmente da Creta (Candia). Lo scrittore della lettera pone un problema halakhico
riguardo la kasherut del vino [ … ] Di seguito, l’autore della lettera discute l’ampliamento
della base per gli studi della Torah nella sua città o nei dintorn,i fondando
una casa di studio o una sinagoga. Si chiede se crearla a Tropea o ad Oppido [ …
]. Cito: “Vorrei fondare un bet midrash
o una sinagoga qui a Tropea, o forse a Oppido, se gli alunni non vengono da
altrove, per istruire mio fratello e mio cognato, che Dio li conservi, con
altri giovani compagni(26)“. Continua sottolineando
che chiunque voglia studiare con lui deve dimostrare la conoscenza di base del
Talmud o di Alfasi (un compendio dell'XI secolo del materiale halakhico dal
Talmud relativo alla "leggi che si applicano in questo momento" di
Isaac ben Jacob Alfasi) così come al Mishneh Torah di Maimonide (una compilazione
sistematica, organizzata in 14 volumi in ebraico dell'intero corpus della legge ebraica: “Deve avere la
preparazione per studiare il Talmud, o almeno Alfasi... se ha la capacità a
leggere l'ebraico per conto suo, con questo intendo la lingua di Maimonide,
venga volentieri... Ho intenzione di ampliare le loro conoscenze, perché vedo,
con mio rammarico, che lo studio della Torah è in diminuzione nella nostra città,
a causa dei nostra peccati(27). Queste osservazioni
danno voce agli sforzi dell’ignoto melammed
di Tropea di rafforzare lo studio di Talmud e halakhah, nella sua città o in
un'altra città del circondario. Essi riflettono anche il livello del programma
base di studio.
Note
(25) Questa lettera si trova presso la
Biblioteca Vaticana, ebr. 567 (presso l'Istituto di manoscritti ebraici
microfilmati, presso la Biblioteca national e universitaria ebraica, n. 567, c.
136 bis-b).
Questo documento è stato pubblicato più di venti anni fa da R. Bonfil,
in Sefer Zikkaron la-Rav Isaac Nissim
(Eb.), vol. 4, Jerusalem 1985, pp. 185-204 (Il testo è alle pp. 187-192)
(26) Cfr Bonfil, ibid., p. 192
(27) Ibid.
Riporto di seguito due notizie che, pur non avendo a che fare con la storia dell'antica comunità ebraica oppidana, segnano però elementi di vicinanza di questa cittadina con le vicende e la storia degli ebrei.
Da StrettoWeb
Giornata della Memoria, Oppido
(Rc): il Sindaco Giannetta invita a leggere Anna Frank
28 gennaio 2015
“È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità”.
“È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità”.
In
occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria, volendo mantenere sempre vivo e
trasmettere alle giovani generazioni il valore del ricordo di una delle pagine
più tristi della storia dell’Umanità, il Sindaco di Oppido Mamertina
Domenico Giannetta ha chiesto che, nel giorno in cui si ricordano le
vittime dell’Olocausto, le insegnanti di tutti gli istituti scolastici della
cittadina preaspromontana leggessero questo breve pensiero tratto dal Diario di
Anna Frank, appositamente scelto tra tutti in quanto in esso traspare,
nonostante gli orrori della follia nazista, un senso di speranza nel futuro da
parte della giovane autrice. Inoltre il primo cittadino oppidese ha chiesto
che, sempre martedì 27 gennaio, in tutte le scuole venisse osservato un minuto
di silenzio per commemorare tutte le vittime della Shoa.
Tutti
i dirigenti scolastici hanno aderito all’iniziativa proposta dal Sindaco
Giannetta, e molti
di essi hanno dato vita ad ulteriori progetti con lo scopo di non far venire
mai meno il ricordo e di diffondere, soprattutto tra i giovani, la
consapevolezza di quali siano le conseguenze determinate dall’odio razziale.
Presso
l’Auditorium della scuola elementare del centro preaspromontano, I bambini
delle quinte classi si sono ritrovati per effettuare un momento di riflessione
sul significato e l’importanza della Giornata della Memoria.
Negli
scorsi anni questa giornata è sempre stata ricordata nelle scuole oppidesi con
la visione di un film sulla Shoah oppure attraverso la realizzazione di
cartelloni commemorativi e riflessioni da parte degli studenti riuniti in
assemblea d’istituto indetta ad hoc. Quest’anno, invece, gli studenti del
Liceo Scientifico hanno deciso di celebrare questa ricorrenza indossando per
l’intera giornata una ‘Stella di David’ sul petto, iniziativa volta a
sensibilizzare sul tema delle discriminazioni razziali dal momento che gli
ebrei erano costretti a portare questo “marchio” proprio per essere
identificati e per poi essere ‘ghettizzati’.
L’iniziativa
dell’Istituto di Istruzione Superiore mamertino non vuole essere soltanto una
mera, e fine a sè stessa, celebrazione rituale del Giorno della Memoria, e dunque si è deciso di assegnare
ad ogni classe un personaggio ebreo che si è particolarmente distinto durante
il periodo nazista e che accompagnerà il processo di crescita educativa degli
studenti per tutta la durata dell’anno scolastico. Questi personaggi saranno
ricordati anche tramite la realizzazione di un cartellone illustrativo nel
quale ne sarà raccontata la vita e i motivi del suo eroismo. Lo scopo è quello
di dare importanza e rilevanza al valore della memoria e dell’impegno di
coloro che si opposero, anche a costo della propria vita, alla violazione della
dignità umana, e creare negli studenti una profonda riflessione
sull’importanza dei diritti fondamentali dell’uomo.
Dopo l’8 settembre 1943 e il conseguente armistizio con gli Alleati e il
passaggio alla lotta contro i tedeschi, pur senza direttive precise,
abbandonati dal Re e dai vertici militari, quasi tutti i soldati italiani
tennero fede al loro giuramento di fedeltà allo Stato.
Il 98‰ dei militari catturati dall’ex alleato germanico non volle saperne di
collaborare, e molti di loro furono trasferiti in campi di sterminio, che, per
le loro condizioni di vita, molto spesso erano dei veri e propri campi di
sterminio. Uno di questi campi si chiamava Fullen, e qui trovò la morte un
calabrese di Oppido Mamertina di grande fede e di grande umanità, il
sottotenente medico Francesco Mittica.
Metto il link ad una pagina piuttosto lunga dove potete leggere la sua
vicenda.
Nessun commento:
Posta un commento