Poco note, ma intense, sono state le relazioni
di Rita Levi Montalcini z.l. con la Calabria: dall’amicizia con il premio Nobel
catanzarese Renato Dulbecco, al legame con quella che per oltre quarant’anni è
stata la sua più stretta collaboratrice, la reggina Giuseppina Tripodi, autrice di due libri sulla scienziata, uno dei quali scritto in collaborazione con la stesa; al rapporto con Catanzaro, che
le ha conferito la cittadinanza onoraria, dove ha voluto una sede della sua
fondazione, alle belle parole che ha avuto per i calabresi a Lamezia, in occasione
del conferimento del premio Anthurium
La voglio quindi ricordare come una di
noi
Rita Levi Montalcini e quello
stretto rapporto con Catanzaro
Domenica 30 Dicembre 2012
Clara Varano
Da Strilli.it
All’età di
103 anni, Rita Levi Montalcini, scomparsa poche ore fa, lascia un vuoto, con la
sua morte, incolmabile per tutta l’Italia. Nata a Torino il 22 aprile 1909 la
scienziata piemontese nonostante l’età era ancora attiva e piena di interessi.
L’abbiamo vista più volte esprimere la sua opinione in parlamento dove
ricopriva il ruolo di senatore a vita, quando c’era una decisione importante da
prendere. L’abbiamo vista sempre manifestare, senza nessuna censura, il suo
punto di vista, con un impegno civile raro. Lotta contro le mine antiuomo, a
favore della leadership femminile mondiale. Sguardo fiero, sicura di sé, ma con
un sorriso lieve che la rendeva amabile. Una donna piena di energia e di una
vera modernità femminile da far impallidire le giovani di oggi. Una modernità
fatta di consapevolezza, cultura e coraggio. Una sete di sapere ed un desiderio
di divulgarlo che l’ha tenuta sui libri fino all’ultimo giorno.
Andando
contro tutte le opinioni dell’epoca cui apparteneva decide di studiare medicina
e di dedicare la sua intera esistenza a quel mondo. A 20 anni, nel 1930, entra
nella scuola medica dell’istologo Giuseppe Levi. Laureata cum lode sei anni
dopo, la sua carriera viene turbata dalle leggi razziali di blocco delle
carriere accademiche e professionali a cittadini italiani non ariani di Benito
Mussolini. Costretta a rifugiarsi, vista la sua discendenza giudaica, in
Belgio, prosegue qui, con Giuseppe Levi, i suoi studi e poco prima che il
Belgio fosse invaso dalle truppe tedesche, tornata in Italia, allestisce nella
sua camera un laboratorio casalingo, dove prosegue i suoi esperimenti. La guerra
però non le dà tregua e profuga nella sua stessa terra, a Firenze entra in
contatto con le forze partigiane del Partito d’Azione e poco dopo diviene
medico delle forze alleate. La sua corsa nella medicina, però la conduce
nuovamente in laboratorio dove, con impegno ed abnegazione, arriva alla
scoperta ed all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra
nervosa o NGF, che anni dopo le varrà l’assegnazione del premio Nobel.
Compagna di
università e di avventura scientifica di altri due premi Nobel, Salvador Luria
ed il catanzarese Renato Dulbecco. Proprio il suo rapporto di profonda amicizia
con Dulbecco, collega ed amico di una vita, crea un forte legame tra la
scienziata ed il capoluogo calabrese che durava da moltissimi anni. Il connubio
Catanzaro-Rita Levi Montalcini inizia con l’apertura nella città calabrese di
un centro della “Fondazione Montalcini” per il quale, nel 1993, le viene
conferita la cittadinanza onoraria e finisce oggi, giorno della sua scomparsa.
La stessa Fondazione Montalcini a Roma, ha sede in via Catanzaro.
E se sono
ancora impresse nella mente dei più, le sue parole di addio, nel Febbraio
scorso, all’amico Renato Dulbecco, “Uno dei più grandi protagonisti nella
storia della medicina moderna del '900 del nostro Paese e a livello
internazionale. L’intera comunità ha perso una figura scientifica illustre e di
grande spessore umano. Il suo ricordo rimane indelebile per quanti lo hanno
conosciuto e ne hanno potuto apprezzare le alte doti morali e intellettuali e
di eminente scienziato”, queste sue stesse parole oggi, potrebbero certamente
essere il degno saluto per una delle più grandi, forti ed intelligenti donne
che l’Italia abbia mai avuto, in questo e nello scorso secolo.
La Lezione di Rita Levi-Montalcini
Rizzoli Editore
Foto da Google Libri
“Questo saggio racconta il mio
lungo percorso di vita e di lavoro: ne emergono gli interessi e le iniziative
verso le quali sono stata da sempre attratta, iniziative che hanno, per me, un
grande valore etico.” Così Rita Levi-Montalcini sintetizza i temi e le
riflessioni che Giuseppina Tripodi, da oltre quarant’anni sua fidata
collaboratrice, ha intrecciato in questo libro narrando la storia, l’altruismo,
gli insegnamenti, le scoperte e le battaglie accorate. All’inizio della sua
attività, Rita Levi-Montalcini voleva andare in Africa e curare i lebbrosi, e
nel corso della sua lunga vita è rimasta idealmente fedele a questo scopo, che
è poi riuscita a realizzare grazie alla sua Fondazione da sempre orientata a
difendere il ruolo della donna, elevare il livello culturale femminile e la
consapevolezza dei propri mezzi. “Il suo impegno sociale” scrive la Tripodi
“contagia le persone, le motiva a confrontarsi con il mondo circostante e a
muoversi in una realtà in costante mutamento, senza più confini se non quelli
determinati dalle distanze sociali e culturali.” La lezione di Rita
Levi-Montalcini, oltre a fornirci un ritratto inedito e sincero della
grande scienziata, ci restituisce il senso più profondo della sua vita, «la
centralità della persona e il fine ultimo del concetto della ragion d’essere»,
per dimostrare che anche la più straordinaria scoperta sarebbe sterile, se non
fosse rivolta al miglioramento della vita dell’umanità, e in particolare di
coloro che soffrono.
Da CalabriaViva http://calabriaviva.it/print.php?sid=12
«Calabresi
le menti migliori»
La Montalcini benedice il centro regionale di
neurogenetica ma teme i tagli
(da CalabriaOra
del 26 novembre 2006)
«Non dovete vergognarvi di essere lametini, e nemmeno
di essere calabresi, perché dalla Calabria vengono i cervelli più brillanti e
le persone più capaci». La benedizione di Rita Levi Montalcini sulle menti
calabresi arriva a margine del convegno sull'Alzheimer organizzato ieri a
Lamezia. Il video, realizzato dall'emittente locale City One, è stato il fulcro
dell'incontro. Il premio Nobel non si è limitata ai complimenti. Si è concessa
un lungo "intermezzo" sui guai della ricerca in Italia: «E'
fondamentale che non si taglino i fondi per la ricerca, altrimenti centri
d'eccellenza come quello lametino sarebbero destinati a fallire e far fallire
il lavoro paziente e meticoloso di studiosi e ricercatori di altissimo livello
come Amalia Bruni che stimo tantissimo perché sta facendo un lavoro prodigioso:
in un piccolo centro d'eccellenza riesce a fare quello che fanno ad Harvard».
Il convegno «Ci
diamo appuntamento fra un anno per vedere a che punto saremo». La battuta del
professor Orso Bugiani, già direttore scientifico dell'istituto Besta di
Milano, stuzzica l'assessore regionale alla salute, Doris Lo Moro, sulla
necessità, da parte delle istituzioni «di scardinare - dice ancora Bugiani - i
fondi messi a disposizione per la ricerca». La Lo Moro, nel suo intervento,
aveva sottolineato come«la ricerca fosse propria delle università e che i fondi
regionali, con i sei miliardi messi a disposizione, esistano per la ricerca».
Bugiani ha precisato come la ricerca «vada sviluppata negli ospedali, poiché le
università impaluderebbero tutti i meccanismi», correggendo un po' il tiro
dell'intervento dell'assessore regionale.
Questa la movimentata conclusione di un convegno
organizzato dall'associazione Sorp-timist di Lamezia, cui a partecipato la
dottoressa Arnalia Bruni, direttore del centro regionale per la neurogenetica
la quale, riallacciandosi alle questioni dellla ricerrca, ha parlato di tagli
alpersonale della struttura di ricerca, esprimendo preoccupazione per un suo
paventato ridimensionamento. Le finalità erano quelle di «sensibilizzare -
hanno sottolineato la presidente nazionale dell'associazione Teresa Gualtieri e
quella di Lamezia Titty Giglio – la ricerca e promuovere lo sviluppo; lo studio
e il sostegno di questo aspetto fondamentale della medicina».
Dopo i saluti del sindaco di Lamezia, Gianni Speranza
e di Mario Magno, capogruppo dell'Udc in consiglio comunale, i quali hanno
sottolineato come il problema non riguardi solo gli ammalati che dichiarano la
patologia, ma tanti altri soggetti a rischio e come ci voglia pazienza e
dedizione nello svolgere il lavoro di ricercatore, si sono susseguiti gli altri
interventi di natura scientifica.
Tra i più importanti, da rilevare quelli di Maurizio
Pocchiari, direttore del dipartimento neuroscienze dell'Istituto superiore di
sanità di Roma, che ha lodato l'attività svolta da Amalia Bruni e per il suo
studio genetico sul territorio calabrese nella lotta all'Alzheimer. Proprio la
Bruni, ha realizzato una sintesi dei 10 anni di vita del centro di
neurogenetica regionale, che è stato in grado di capire esattamente da dove
scaturisce l’Alzheimer, isolando una proteina, la “Nicastrina” (nome che
scaturisce dal luogo della fondamentale scoperta), responsabile dell’insorgenza
della malattia. Inoltre ha annunciato l'importantissima scoperta, che risale
circa ad un mese fa, della "progranulina", una sostanza che opera la
mutazione genetica delle cellule che favorisce l'insorgenza di un'importante variazione
sulla malattia.
Rita Levi Montalcini
incoraggia la città
Lamezia
Terme - «Ringrazio Rita Levi Montalcini a nome di tutta la città, per le belle
parole che ha speso per la nostra comunità». Lo ha detto il sindaco, Gianni
Speranza, secondo il quale «le sue espressioni amorevoli hanno infuso fiducia e
speranza in chi l'ha ascoltata quando ha esaltato la lametinità, invitandoci ad
essere orgogliosi delle proprie radici, a non vergognarsi di essere lametini e
calabresi». Per il sindaco si è trattato di «un attestato di stima per la
nostra città che sta attraversando un momento difficile e ha bisogno di parole
di incoraggiamento e di forza per andare avanti. Un riscatto che può
realizzarsi pienamente proprio perché la città possiede queste ricchezze umane.
Sono profondamente commosso per la sensibilità dimostrata nei confronti del
nostro territorio e della nostra gente. Per questo spero che Rita Levi
Motalcini venga a Lamezia per poter incontrare la cittadinanza e le nostre
forze sane e positive». Il sindaco spera di incontrarla nel convegno
scientifico che l'associazione di Neurogetica promuoverà prossimamente.
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