Lettera aperta
di Rav Scialom Bahbout,
Rabbino Capo della Comunità di Napoli e del Meridione,
al Sindaco di Napoli,
Luigi De Magistris
Rabbino Capo della Comunità di Napoli e del Meridione,
al Sindaco di Napoli,
Luigi De Magistris
Il Mattino (edizione di Napoli), del 18/12/2012
Immagine da PugliaLive
Egregio dottor de Magistris,
la sua iniziativa di offrire la cittadinanza
onoraria ad Abu Mazen, leader dei Palestinesi di Cisgiordania, nella misura in
cui si propone di dare un contributo alla soluzione di un lungo conflitto, può
essere condivisibile. Tuttavia, se non verrà accompagnata da iniziative tese a
creare un'atmosfera di pacificazione tra le parti e se non sarà seguita da
iniziative verso il territorio e verso le altre popolazioni coinvolte nei
conflitti presenti nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, rischia di essere
un'iniziativa di parte e alla fine inutile e dannosa. Come uno del milione di
profughi dai Paesi arabi (la Libia) ho una conoscenza diretta del conflitto
arabo-israeliano: mio padre, mio nonno e mio bisnonno sono nati a Gerusalemme e
vi hanno abitato fin dai tempi dell'Impero Ottomano, quindi assai prima che si
parlasse del problema palestinese e a buon diritto possono essere dichiarati
palestinesi ante litteram. Mio padre era suddito della Palestina britannica e
parlava e scriveva correntemente l'arabo classico e quello palestinese. Proprio
per questo mio background mi permetto di darle alcuni consigli sulle iniziative
da prendere nello specifico sia per quanto riguarda il conflitto tra
palestinesi ebrei e palestinesi arabi che per quanto riguarda gli altri Paesi
arabiche sono stati coinvolti nel conflitto.
1. Dovrebbe chiedere ad Abu Mazen di fare le
seguenti dichiarazioni: ritrattare sia in inglese che in arabo quanto esposto
nella sua tesi di dottorato in Storia presso il Collegio orientale di Mosca in
cui bontà sua ritiene che si possa ridurre il numero delle vittime del nazismo
a poche centinaia di migliaia; dichiarare che rinuncia al terrorismo come arma
di pressione e condanna l'uso che ne fa Hamas con il lancio di oltre 15mila
missili da Gaza verso Israele; condannare ancor più il lancio di missili verso
Gerusalemme (ma non sarebbe santa anche per i musulmani?); riconoscere il
diritto all'esistenza dello Stato d'Israele; fare una campagna di informazione
interna alle nuove generazioni di arabi palestinesi per spiegare come ha avuto
inizio il conflitto (ivi compresi i Pogrom compiuti a Hevron verso la
popolazione ebraica, la rinuncia all'applicazione della risoluzione dell'ONU
del 1947 che prevedeva la spartizione della Palestina tra arabi ed ebrei, il
successivo attacco di tutti i Paesi arabi per eliminare la presenza ebraica
etc.): una vera pacificazione inizia dalla conoscenza dei fatti a tutti i
livelli e a tutte le latitudini; trasformare la Palestina araba in una società
basata sulla democrazia e il riconoscimento della diversità (si pensi alla
discriminazione e alla persecuzione nei confronti degli omosessuali);
organizzare un sistema basato sulla giustizia e non sulla giustizia sommaria
come accaduto, ad esempio, nei giorni dell'ultimo conflitto in cui sono stati
barbaramente uccisi dei palestinesi arabi e sottoposti poi al ludibrio
popolare.
2. In qualità di Sindaco veramente amante della
dovrebbe: offrire la cittadinanza onoraria a una personalità dello Stato
d'Israele che occupi un ruolo politico omologo a quello di Abu Mazen, chiedendo
nel contempo una serie di impegni e dichiarazioni, quali ad esempio la rinuncia
a fare nuovi insediamenti; prendere iniziative della stessa portata tese a
difendere le minoranze in tutti i Paesi del Medio Oriente in cui vi sono
conflitti (Siria, Egitto, Iraq, Arabia Saudita etc.); fare una vasta campagna
di informazione, con la presenza di studiosi e persone coinvolte, sul conflitto
arabo-israeliano nelle scuole e nelle istituzioni a partire dalle decisioni
dell'ONU; organizzare una visita da parte dell'amministrazione napoletana nello
Stato d'Israele, in Cisgiordania e a Gaza; inviare scolaresche del Napoletano
nello Stato d'Israele, in Cisgiordania e a Gaza; organizzare iniziative comuni nel
campo della cultura e dello sport. Certamente la sua amministrazione saprà
indicare alcune altre strade per far sì che l'informazione sia la più ampia e
obiettiva possibile perché, al di là degli slogan, è nell'interesse di tutti -
noi cittadini italiani, palestinesi arabi e israeliani - conoscere la verità e
costruire un futuro comune di pace a partire dalla verità dei fatti. Napoli,
come città che si trova nel centro del Mediterraneo, deve assumere una
posizione equilibrata e non di parte, perché altrimenti perderebbe di
credibilità, già minata dopo le decisioni prese in merito all'accoglienza
riservata alla flottiglia.
Limitarsi a dare la cittadinanza ad Abu Mazen,
oltre che essere una decisione di parte, sarebbe solo una decisione di
facciata, senza nessun risvolto pratico e senza nessuna possibilità di incidere
positivamente sul processo di pace, che è interesse di noi tutti. La pace - e
se vogliamo il Nobel della Pace - non può essere raggiunta con iniziative di parte:
sono pronto a incontrarla per studiare un piano operativo per lo sviluppo di un
programma di pace che possa fare di Napoli città della pace.
Scialom Bahbout
Rabbino Capo di Napoli e
del Meridione
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