Immagine da Judaica Art
Parashat Mikketz: Bereshit
(Genesi) 41,1 -44,17
Haftarah: Zaccaria 2,14-4,7
Da Torah.it
Il commento alla parashah settimanale di Rav Scialom Bahbout, Rabbino Capo della Comunità ebraica di Napoli e del Meridione
Altri commenti sulla parashah settimanale sul sito ChabadRoma, da cui traiamo queste sintesi della parashah e della haftarah
Rashì ha commentato
I sogni di Faraone
Immagine da Scuola Beit Sefer
Ora era là con noi un ragazzo, un ebreo, uno schiavo del capo delle guardie; noi gli raccontammo i nostri sogni ed egli ce li interpretò. A ciascuno secondo il suo sogno interpretò (Bereshìt 41, 12).
…un
ragazzo, un ebreo, uno schiavo…
Siano maledetti gli empi, perché anche il bene che fanno non è mai intero! Il
capo dei coppieri menziona Yosef in termini ingiuriosi: un ragazzo,
ovvero uno sciocco non adatto a occupare un alto incarico; un ebreo, uno
che non conosce neppure la nostra lingua; uno schiavo, secondo le usanze
egizie, uno schiavo non può né regnare né rivestirsi di abiti principeschi (Bereshìt
Raba 89, 6; Tanchuma Mikètz, 3).
E
Yosef rispose al faraone dicendo: Non io, ma D-o risponderà per la salute del
faraone (Bereshìt 41, 16).
La sapienza non proviene da me, ma D-o risponderà mettendo una risposta sulle
mie labbra, per la salute del faraone.
Le
sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono sette anni… (Bereshìt 41, 26). In tutto sono soltanto
sette anni. Il sogno si è ripetuto due volte perché la cosa è prossima a
realizzarsi. È così infatti che Yosef spiegherà al faraone: Quanto al fatto
che il sogno si è ripetuto due volte, significa che la cosa è decisa da D-o e
che D-o si affretta ad eseguirla (II Shmuel, 13, 4). In riferimento
ai sette anni buoni sta scritto: Quello che D-o sta per fare lo ha indicato
al faraone (cf Bereshìt 41, 25)., perché essi erano vicinissimi. In
riferimento invece ai sette anni di carestia sta scritto: Quanto D-o sta per
fare, lo ha manifestato al faraone (cf Bereshìt 41, 28). Siccome
tale avvertimento era remoto e lontano, occorreva usare il verbo manifestare.
Il
faraone si tolse di mano l’anello
(Bereshìt 41, 42). Quando un re dà il suo anello a qualcuno significa
che la persona che lo riceve diviene seconda solo a lui in grandezza.
Sono
io il faraone… (Bereshìt
41, 44). Sono io quello che ha il potere di emettere decreti per il mio regno,
e io decreto che nessuno potrà alzare la mano senza di te, cioè senza il tuo
permesso. Altra interpretazione: io continuerò a esser re, ma senza di te
nessuno potrà alzare una mano…
Fate
quello che vi dirà… (Bereshìt
41, 55). Yosef diceva loro di farsi circoncidere Quando essi vennero dal
faraone e dissero : «Ecco quello che egli ci dice!», il faraone rispose loro:
«Ma perché voi non avete ammassato del grano? Non vi aveva egli annunciato che
sarebbero venuti gli anni di carestia?». Essi replicarono: «Noi ne avevamo
accumulato molto, ma è marcito!». Allora il faraone concluse: «Se è così, fate
quello che vi dirà! Ecco egli ha emesso un decreto contro il grano, ed è
marcito. Se dunque emetterà un decreto contro di noi moriremo!» (Bereshìt
Raba 91, 5).
Ya’aqov
vide che in Egitto vi era del grano…
(Bereshìt 42, 1). Che cosa ha potuto vedere? Certamente non ha veduto,
ma ne ha sentito parlare, come è scritto: Ecco ho sentito dire che vi è
grano in Egitto (cf Bereshìt 42, 2). Che significa allora: Ya’aqov
vide? Egli vide, per mezzo di una visione ispirata, che vi era ancora per
lui una speranza in Egitto (Bereshìt Raba 91, 1; gioco di parole tra shever,
grano e sever speranza). Tuttavia tale visione non era realmente
profetica, perché non gli rivelò che la sua speranza era riposta in Yosef.
Discendete
laggiù… (Bereshìt 42, 2).
Ya’aqov non disse andate, ma discendete. Questa è un’allusione ai duecentodieci
anni durante i quali i figli di Israele dovettero essere schiavi degli egizi:
duecentodieci è infatti il valore numerico del termine redu (discendete)
(Bereshìt Raba 91, 2; Tanchuma Mikketz 8).
Allora
i dieci fratelli di Yosef scesero per acquistare grano in Egitto (Bereshìt 42, 3).
I
dieci fratelli di Yosef scesero… (Bereshìt
42, 3). Non sta scritto: i dieci figli di Ya’aqov. Questo ci insegna che essi
si erano pentiti di averlo venduto e avevano preso la decisione di comportarsi
fraternamente verso di lui e di riscattarlo, qualunque fosse stato il prezzo
fissato a tal fine (Tanchuma Mikketz 8).
Dieci (Bereshìt 42, 3). Cosa ci vuole insegnare
questo? Non sta forse già scritto Quanto a Beniamino, fratello di Yosef,
Ya’aqov non lo mandò con i fratelli (cf Bereshìt 43, 4). Ma il fatto
che essi erano divisi in dieci per quanto riguarda i loro sentimenti di
fraternità verso Yosef. Infatti l’amore o l’odio per lui non era in tutti
uguale; al contrario, per quanto riguardava andare a comperare del pane essi
erano tutti un cuore solo (Bereshìt Raba 91, 2).
Si
ricordò allora Yosef dei sogni che aveva fatto su di loro… (Bereshìt 42, 9). A loro riguardo Yosef
seppe che i suoi sogni si erano realizzati, perché i suoi fratelli si erano
prostrati dinanzi a lui (cf Bereshìt 37, 5-9).
Noi
siamo tutti figli di un solo uomo…
(Bereshìt 42, 11). Illuminati dallo spirito Divino, essi inclusero anche
Yosef tra loro, dichiarando che lui pure era figlio del padre loro (Bereshìt
Raba 91, 7).
Allora
egli si ritirò da loro e pianse. Poi tornò e parlò con loro. Scelse tra loro
Shim’on e lo fece incatenare sotto i loro occhi (Bereshìt 42, 24).
Allora
egli si ritirò da loro… (Bereshìt
42, 24). Egli si allontanò da loro affinché non lo vedessero piangere.
E
pianse (Bereshìt 42, 24).
Perché apprese che essi si erano pentiti della loro condotta.
Shim’on… (Bereshìt 42, 24). Era stato lui che aveva
gettato Yosef nella cisterna e che aveva detto a Levi: Ecco arriva il sognatore
(cf Bereshìt 37, 19). Altra interpretazione: l’intenzione di Yosef era
quella di separare Shim’on da Levi, in modo che non potessero complottare
contro di lui (Bereshìt Raba 91, 6).
lo
fece incatenare sotto i loro occhi
(Bereshìt 42, 24)… ma una volta che essi furono partiti lo liberò e gli
diede da mangiare e da bere (Bereshìt Raba 91, 8).
D-o
vi faccia trovare misericordia presso quell’uomo, così che vi rilasci vostro
fratello, l’altro, e Beniamino. Quanto a me, una volta che sarò privato dei
miei figli, ne sarò privato (Bereshìt
43, 14).
D-o… (Bereshìt 43, 14). Kel Shakkay.
Ya’aqov disse ai figli: «Ora voi non mancate di nulla ad eccezione della
preghiera, perciò io prego per voi (Bereshìt Raba 91, 11)».
D-o
vi faccia trovare misericordia… (Bereshìt
43, 14). Colui dal quale è sufficiente ricevere il dono della misericordia e
che ha nella sua mano potere sufficiente per concedere un tale dono, vi faccia
trovare misericordia. Questo è il senso letterale. Un midrash dice:
Ya’aqov pregò così: «Colui che disse al mondo “Abbastanza (day)” possa
dire abbastanza anche alle mie sofferenze Io non ho mai avuto un attimo di
quiete fino dalla mia giovinezza, ma ho sofferto a motivo di Lavan, di ‘Esav,
di Rachel, di Dina, di Yosef di Shim’on e di Beniamino Tanchuma Mikketz 10)».
vostro
fratello… (Bereshìt 43,
14). (Bereshìt Raba 91, 8). Si riferisce a Shim’on.
l’altro… (Bereshìt 43, 14). Si riferisce a Yosef Lo
Spirito Divino fu in Ya’aqov, che incluse anche Yosef.
Noi
scendemmo qui… (Bereshìt
43, 20). Ciò costituisce una degradazione per noi: un tempo avevamo l’abitudine
di nutrire gli altri, mentre ora siamo noi a dover ricorrere a te (Bereshìt
Raba 92, 4).
Perché
si era mosso a compassione alla presenza di suo fratello… (Bereshìt 43, 30). Yosef chiese a
Beniamino: «Hai tu un fratello della tua stessa madre?». Gli rispose: «Io avevo
un fratello, ma non so dove sia ora». Gli chiese: «Hai dei figli?». Gli
rispose: «Ne ho dieci». «Come si chiamano?». «Bela’, Beker… » Allora Yosef
chiese: «Cosa significano questi nomi?». Beniamino rispose: «Tutti i nomi
ricordano mio fratello Yosef e le disgrazie che gli sono accadute. Bela’ si
chiama così perché Yosef fu inghiottito (nivla’) tra le nazioni; Beker
perché egli fu il primogenito (bekor) di sua madre; ‘Ashbeel perché D-o
lo mandò in schiavitù; Gera perché dovette vivere come uno straniero (ger)
in terra straniera; Na’aman perché egli era estremamente amabile (na’im);
‘Achi e Rosh perché egli era mio fratello (‘achi) e capo (rosh);
Muppim perché egli imparò dalla bocca (mi pi) di mio padre;
Chuppim perché egli non partecipò al mio matrimonio (chuppa) e io non
presenziai al suo e ‘Ard perché egli discese (yarad) tra le nazioni».
Tutto questo è riferito nel Talmud Sota 36b. Yosef udendo queste cose
subito si mosse a compassione.
Il
primogenito secondo la sua primogenitura… (Bereshìt 43, 33). Yosef batté il suo calice e chiamò: «Ruben,
Shim’on, Levi, Yehuda, Issachar e Zevulun, figli della stessa madre, prendete
posto in quest’ordine, che è l’ordine nel quale siete nati». Lo stesso fece per
tutti gli altri fratelli. Quando giunse a Beniamino, disse: «Questi non ha
madre, come io sono senza madre: prenda dunque posto presso di me».
Ecco
il denaro che abbiamo trovato… (Bereshìt
44, 8). Questo è uno dei dieci procedimenti a minore ad maius che si
trovano nella Torà. Essi sono enumerati in Bereshìt Raba 92, 7.
D-o
ha trovato la colpa dei tuoi servi…
(Bereshìt 44, 16). «Noi sappiamo di non aver commesso questa colpa, ma è
D-o la causa di quanto ci è avvenuto. Il creditore ha trovato l’occasione per
riscuotere il suo credito».
Haftarà in Pillole Mikètz
La
seguente haftarà viene letta di Shabbat Chanukkà, poiché parla di una visione
della menorà del Tempio a Gerusalemme.
Giuseppe riconosciuto dai fratelli
di Peter von Cornelius, da Wikipedia
Il
profeta Zecharia disse questa profezia poco prima dell’inizio della costruzione
del Secondo Tempio di Gerusalemme. La haftarà inizia con una descrizione nitida
della gioia che si proverà quando il Sign-re tornerà a Gerusalemme. “Canta e
gioisci o figlia di Sion, poiché ecco, Io verrò e dimorerò in mezzo a te, dice
il Sign-re”.
Zecharia
continua a descrivere una scena nella Corte Celeste: Il Satan stava cercando di
incriminare Giosuè (Yehoshua), il primo Sommo Sacerdote che ha prestato
servizio nel Secondo Tempio, a causa delle vesti sporche, ovvero i peccati, che
egli indossava. Il Sign-re rimprovera il Satan e difende il Sommo Sacerdote,
“Ed Egli also la sua Voce e disse a coloro che stavano in piedi dinanzi a lui
dicendo, ‘togliete le vesti sporche da lui’. Ed Egli disse a lui, ‘vedi, Ho
tolto la malvagità da te e ti ho vestito con vesti pulite’”.
Il
Sign-re delinea I miracoli che aspettano Yehoshua se egli e I suoi discendenti
seguiranno le vie del Sign-re, alludendo all’arrivo del Mashiach.
In
seguito il profeta descrive una visione di una menorah d’oro a sette braccia.
Un angelo interpret ail significato della visione: “Questa è la parola del
Sign-re di Zerubavel, un discendente del re Davide e attivo nella costruzione
del Secondo Tempio, non tramite la forza militare né tramite la forza fisica ma
tramite il Mio spirito’”…In altre parole, il Mashiach, un discendente di
Zerubavel, non avrà nessuna difficoltà ad assolvere il suo compito, sarà
semplice come l’accensione di una menorà.
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