(17-19 Cheshvàn
5773)
Raffaella Turano
Dalla
rivista della Comunità ebraica di Napoli, Sullam
La città di Brindisi ci accoglie
luminosa, con strade linde e ben curate. Il nostro albergo è nel cuore del
centro storico, proprio al confine della zona in cui sorgeva il quartiere
ebraico, compreso tra la chiesa dell’Annunziata e l’attuale corso Garibaldi.
Stele ebraica a Brindisi
Da BrindisiWeb
Da BrindisiWeb
A breve distanza, solo lo spazio di
pochi passi, c’è via Giudea, la Ruga Lame
Judayce della toponomastica del Trecento. Ma gli Ebrei si erano stabiliti
in città molto prima, almeno dal IX secolo dell’e.v., come attesta il più
antico reperto rinvenuto, un’epigrafe sepolcrale con un lungo e bellissimo
epitaffio in lingua ebraica. Nel Rione Giudea gli ebrei avevano anche una scuola
e, quasi certamente, la sinagoga, forse in quella che fu poi la chiesa di
Simone e Giuda, semidistrutta già nel 1565 e infine rasa al suolo dai numerosi
terremoti verificatisi soprattutto nel XVIII secolo. Quella ebraica, pur tra
alterne vicende, episodi di persecuzione, conversioni forzate, politiche
vessatorie e antigiudaiche, era qui una comunità operosa e fiorente, presente
in tutte le attività economiche fino alla cacciata, tra il 1492, anno in cui
Isabella la cattolica promulgò l’editto con cui venivano allontanati gli ebrei
dal regno di Spagna, e il 1541, anno dell’espulsione definitiva dal Regno di
Napoli sancita dall’editto di Carlo V.
Questo incontro di inizio novembre, nel
clima mite di un autunno che sembra ancora estate, o primavera matura, segna un
passaggio denso di significato, non solo per la città di Brindisi, e per gli
ebrei suoi ospiti, ma per la storia stessa usurpata di un diritto: quello di
esistere come popolo, conservando con orgoglio un’identità sottratta spesso
insieme alla stessa vita.
Un evento importante, come si evince
dallo stesso titolo: “Stati generali degli ebrei dell’Italia Meridionale”.
Eloquente la nota di Shalom Bahbout, Rabbino Capo della Comunità di Napoli e del Meridione
d’Italia, in cui si legge che quella degli ebrei del Meridione e dei loro
discendenti è una delle storie più gloriose dell’ebraismo e che nessuno può,
una volta ancora, sottrarre loro il diritto di determinare la propria identità
e di tornare a far parte di Am Israel chai. L’evento di Brindisi, continua Rav
Bahbout, è dunque un’occasione importante per iniziare a discutere su strategie
e sfide dell’ebraismo nel Meridione affinché “… al suono del grande shofàr (Isaia
27,13) i dispersi in terra d’Assiria e i respinti in terra d’Egitto possano
finalmente tornare a casa”.
E in molti rispondono all’appello: da
diversi altri luoghi della Puglia, dalla Calabria e dalla Sicilia e,
naturalmente, dalla Campania, dove da quasi due secoli esiste una Comunità
Ebraica aderente all’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), si
incontrano le realtà ebraiche sparse sull’ampio territorio di quello che fu un
tempo il Regno delle Due Sicilie. Oltre alle significativa presenza di Rav
Bahbout e del Dott. Pier Luigi Campagnano, Presidente della Comunità di Napoli,
si ritrovano a Brindisi anche membri di altre comunità italiane e diversi ospiti
provenienti anche da Israele.
Sono più di cinquanta, tra ebrei e
gherim, i partecipanti all’evento, che è, al di là di ogni altra
considerazione, soprattutto un incontro di carattere religioso. Ed è di nuovo
minyan, in città, dopo circa 5 secoli: si levano i canti dello Shabbat, si
prega e si mangia insieme. E si passeggia anche per le vie cittadine, ammirando
le bellezze del centro storico.
La sera di sabato, infine, a Palazzo
Granafei-Nervegna si tiene la presentazione del libro di Roy Doliner “Il
disegno segreto.
Il messaggio della Kabbalah nell’arte d’Italia”. L’autore, studioso
newyorkese esperto di Talmud e di storia dell’arte, illustra al nutrito
pubblico intervenuto aspetti inediti e sconosciuti di molte celebri opere
d’arte del Rinascimento italiano, rilette alla luce delle relazioni con il
mondo della mistica ebraica da cui i loro artefici avevano tratto profonda
ispirazione.
Un’organizzazione perfetta, grazie al
lavoro dell’avv. Cosimo Yehuda Pagliara e della moglie, dott.ssa Maria Ruth
Perrino, che hanno preparato con cura e con amore questo Shabbaton che nessuno
di noi potrà non ricordare.
Sulla storia degli ebrei nel Salento, può essere interessante leggere questo articolo della rivista Rinascenza Salentina, del 1933.
Un altro articolo del 1935 racconta le disavventure di un gruppo di ebrei greci che nel 1547 si trovarono incolpevolmente sbattuti in vari porti italiani (tra cui la nostra calabrese Brancaleone), finendo addirittura in carcere a Napoli per aver contravvenuto all'editto di espulsione degli ebrei dal Regno, pubblicato nel 1540 e portato a compimento nel 1541.
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