Dal 20 al 23 dicembre si è tenuto a Belvedere Marittimo uno Shabbaton degli ebrei e "giudaizzanti" del Sud, in particolare calabresi e siciliani, a distanza di poco più di un anno da quello che si era tenuto nella stessa località.
(foto di Grazia Gualano)
All’arrivo a Belvedere Marittimo, piccolo centro
della Costa dei Cedri, nel nord della Calabria tirrenica, ci ha accolto il
dolce abbraccio di un bel sole invernale; è passato circa un anno da quando alcuni
di noi sono stati qui per la prima volta, e in questo lasso di
tempo qualcosa è cambiato: il gruppo di calabresi e di siciliani che hanno
chiesto il ritorno dopo 500 anni di esilio e di
silenzio è cresciuto ed è maturato nella consapevolezza del proprio senso di
appartenenza.
Lo Shabbaton - organizzato dall'Ucei, dal
Dipartimento Educazione e Cultura, da Shavei Israel e dalla Comunità Ebraica di
Napoli - ha proposto diversi momenti di riflessione e di dialogo con illustri
rappresentanti dell’ebraismo italiano e di Eretz Yisrael: Scialom Bahbout
(Rabbino Capo della Comunità di Napoli e del Meridione d’Italia), Eliyahu
Birnbaum (Rabbino Capo di Torino e Dirigente di Shavei Israel), Pierpaolo
Pinhas Punturello (Responsabile di Shavei Israel per gli italiani e già Rabbino
di Napoli) e Gadi Piperno (Responsabile del Progetto Meridione dell’Ucei).
Abbiamo avuto il grande piacere di salutare Rav
Moshé Lazar, insignito, il giorno prima, insieme a Renzo Gattegna
(Presidente dell'Ucei), della cittadinanza onoraria di Santa Maria del Cedro,
e di vivere questo gioioso momento di incontro con amici di Trani, di
Sannicandro, di Roma, di Padova e
della Sicilia; la prima sera abbiamo avuto con noi anche Pierluigi Campagnano, Presidente della Comunità ebraica di Napoli.
Tre giorni molto belli e intensi quelli dello
Shabbaton, scanditi dai canti, dalle preghiere e dalle parole dei Rabbanim, che
hanno colto l’occasione offerta da questo evento per svolgere un intenso
programma di derashot: dal come studiare la Torah alla differenza tra quella
scritta e quella orale, dall’analisi di parte di un trattato della Mishnah alle
riflessioni sulla stirpe di Israele, dalle storie di Giuseppe e di Giuda alle
considerazioni sui sogni e sui sognatori nella letteratura ebraica, dai
commenti alla Parashat haShavua al senso della kasherut e all’uso della plata.
Si è trattato, insomma, di un percorso denso,
impegnativo e avvincente per tutti noi, che abbiamo accolto con gioia e
gratitudine le parole dei maestri, che sapranno condurci verso la rinascita
della comunità.
Dopo l'havdalah del 9 di tevet (22 dicembre) e la
cena si è tenuto il concerto per pianoforte del Duo De Stefano e delle gemelle
Tatievskaya, che hanno eseguito con grande passione alcuni brani di Ravel e di
Smetana e il Kaddish di Max Bruch.
La mattinata del 10 di tevet (23 dicembre), giorno
di digiuno, è stata trascorsa visitando il campo di internamento di Ferramonti
di Tarsia (Cs) e il vicino
cimitero, dove, sulle tombe degli ebrei che a Ferramonti persero la vita, è
stato recitato il Kaddish.
Dopo la toccante preghiera e l’affettuoso scambio
di saluti, il ritorno a casa, con la netta percezione del distacco e del
rientro nel quotidiano, nel quale ciascuno, con stupore ed entusiasmo, ogni
giorno si misura con ciò che è e rappresenta nel mondo.
Filomena Tosi
Raffaella Turano
Pietro Calabrese
Agazio Fraietta
Raffaella Turano
Pietro Calabrese
Agazio Fraietta
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