Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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mercoledì 23 gennaio 2019

Documenti sulla presenza ebraica a Castrovillari

Già altre volte ho parlato di Castrovillari.
Torno a farlo oggi con questo sunto documentario sulla Castrovillari ebraica che mi è stato invitato
da Ines Ferrante, dell’associazione culturale
Mystica Calabria” (sito internet e gruppo Facebook),
che ringrazio di cuore.

  


Per maggiori informazioni su Palazzo Salituri alla Giudecca e sulla sua adombrata menorah, può essere interessante seguire il gruppo Facebook Palazzo ex-Salituri e la "Giudeca" di Castrovillari 

1276 - Le prime notizie storiche sulla Judecha castrovillarese risalgono al 1276: dalla Taxatio subventionis Vallis Cratis et Terrae Jordanae risulta che la comunità ebraica di Castrovillari era al quarto posto dopo quella di Reggio Calabria e prima di quella cosentina. Il gruppo ebraico castrovillarese è attestato in un registro di tasse tra il 1276-77, con 3 once, 19 tarì e 16 grani.
1377 - La Giudecca castrovillarese è menzionata in un atto del 1377 relativo ad una chiesa intitolata a Santa Caterina e costruita al suo interno dal nobile Giovanni Greco.

Nel XV secolo la comunità giudaica castrovillarese
doveva essere abbastanza fiorente: nei registri della chiesa di san Giuliano
compaiono dal 1450 al 1492 i pagamenti fatti per l'affitto di case
(una delle quali era adibita a sinagoga),
vigne, giardini, campi e un forno
(ancora nel 1505 gli ebrei avevano proprietà in affitto da questa chiesa),
ma negli anni che vanno dal 1480, 1488, 1489 al 1493,
si verificarono dispute tra gli ebrei ed il Comune sempre in materia fiscale.

1466 - Mosè Gazi e Abramuccio Russo conclusero con il nobile cosentino Nicola Antonio de Caroleis un accordo per l'affitto di un piccolo locale sito tra le mura della città e la Giudecca al prezzo di 10 grani annui.
1468 - Gli ebrei di Castrovillari ottennero un grande privilegio per prestare denaro dal re Ferrante.
1472 - Venne locato un orto e una fornace per fare la calce situati nella contrada Terrone, poco fuori dal Portello dei Giudei, non lontano dalla Sinagoga. Sappiamo che la zona del Portello era sulla via che porta al fiume Coscile e che il sito Terrone doveva essere l’area sepolcrale dei Giudei di Castrovillari.
1473 - Un contratto, rogato il 12 gennaio 1473 dal notaio Troilo Terranova, menziona un certo Cola Ferraro che donò in concessione una casa ad Anania de Minaem, ebrea, nella contrata della Iudeca.
1480 - Conduceva traffici commerciali a Castrovillari Aron fisico di Montalto insieme a Sabato de lo Russo, probabilmente suo fratello, e fece ricorso contro l'Universitas della città che voleva tassare la sua attività.
1481 - Amministrava in veste di banchiere (teneva un banco del prestito) il medico Maestro Davide phisico di Tricarico che si era visto attribuire una tassa, da lui ritenuta eccessiva, di 70 ducati.
1483 - Mosè Polito ottenne dal Comune il permesso di ampliare la propria abitazione posta nel feudo di Sclavello, vicina a quelli degli eredi di un certo Minach, a ridosso delle mura, avendo però cura di aggiungere dei merli al tetto e di aprire una porta in corrispondenza del Portello de li iudei fornita di una chiave che sarebbe stata consegnata al sindaco della città.
1485 - Il 14 giugno del 1485 «Haym Angeli de Trevi abitatori in Montealto» acquista cento libri della Bibbia stampati in ebraico da consegnare entro tre mesi a Castrovillari da un tale Iosef di Angelo, cittadino romano, al prezzo di 440 capi di bestiame minuto.
Via Giudea a Castrovillari (da Paese24)
1488 - La Comunità ebraica di Castrovillari fu tra quelle per cui la Sommaria ordinò al tesoriere provinciale di non esigere pagamenti ulteriori, dal momento che essa corrispondeva già la tassazione ordinaria (sali et fochi) e che partecipava al tributo straordinario di 6.000 ducati allora imposto. L’ordine fu poi ripetuto nel 1489, dal momento che la Comunità pagava i tributi ordinari per Natale, Pasqua e in Agosto.
1491 - Nel fondo «Corporazioni religiose» alla c. 163r del Quaternus dell’anno 1491 si legge: «Item ponimus locasse casalenum unum in platea siri Paulo Vito pro scola». Ancora a c. 164r: «Item ponimus habere domum unam seu muschitam iudearum cum certo gayfo seu portico». Paolo de Vitis, sacerdote e procuratore del clero di San Giuliano, dotto conoscitore del greco, compilatore della platea dei beni del monastero italo-greco di San Basilio Craterete, doveva gestire la casa alla Piazza della Giudecca adibita alla cosiddetta «scuola» degli ebrei, da molti storici locali erroneamente intesa come sinagoga che si trovava annessa alla chiesa di San Giuliano, situata, dunque, ben lontana rispetto alla sua reale ubicazione e, per giunta, incorporata ad una chiesa di rito cattolico. Si trovava, invece, nel quartiere della Giudecca, presso il Portello dei Giudei, in una domus che era solamente di proprietà del clero di San Giuliano. Ce ne danno ulteriore conferma altre fonti d’archivio, pertinenti a rogiti notarili della prima metà del XVI secolo.
1491 - Decisero di trasferirsi a Castrovillari da Napoli i provenzali Vitale Cassi e Salomone Natan, suo cognato.
1493/1494 - La Sommaria si mosse nuovamente in favore degli ebrei di Castrovillari nel 1493, quando ingiunse al capitano di ritirare un bando da lui emesso e di permettere agli ebrei di proseguire le proprie attività economiche e nel 1494, quando sottolineò che gli ebrei non dovevano essere sottoposti a tassazione, dal momento che avevano ottenuto un privilegio dal sovrano.
1498 - Lionetto Musitano da Castrovillari fu nominato dalla Corona giudice dei correligionari cittadini
1501 - un contratto rogato dal notaio Alfonso di Perna il 6 aprile 1501, notifica l’acquisto di una casa da parte di Adriano Musitano comprata da Sciabida Rosso, giudeo, posta dentro Castrovillari nella contrada della Piazza de la Iudeca.

Castrovillari: Palazzo Salituri alla Giudecca (da Paese24)
1504 - un contratto rogato dal notaio Loisio Papasidero il 19 aprile 1504, notifica l’acquisto di un casalino da parte di Adriano Musitano dall’ebrea Annucchia. (Giulia e Zenobia Musitano dichiarano di essere in possesso per eredità di una taverna, consistente in più membri e con tre botteghe, posta nella contrada della Piazza di San Giuliano di Castrovillari, confinante con le case di Tommaso Rodolfo, panettiere di Castrovillari. Quest’ultimo doveva essere probabilmente un ebreo di origine tedesca impiantatosi a Castrovillari, che esercitava il mestiere di panettiere.
1509 - E' attestata la presenza in città di un israelita proveniente dalla penisola iberica, Maestro Mosè de Peres, che avendo preso in affitto una vigna in località Bagnano, dava in cambio un gioiello, delle perle e una cintura d’argento.
1510 - Sappiamo anche di un’ebraica casa palatiata confinante con la casa di San Giovanni Gerosolimitano mediante muro communi e con la casa del monastero di San Francesco e di un’altra abitazione appartenuta a tal Ysac Levit confinante con la chiesa di San Leonardo quadam planicie mediante e con la via pubblica. La sinagoga di Castrovillari era ancora attestata nel 1510, quando un’ebrea, di nome Annucia de Santo, aveva fatto una donazione di 10 ducati in memoria del figlio, subito revocata alla scoperta che l’uomo era ancora vivo. Nello stesso anno Maestro Josef Albufactzi era testimoniato in città all’atto di affittare una grande casa sita nel quartiere ebraico iuxta domum Sancti Iohannis Ierosolimitani muro comuni mediante, iuxta domum monasterii Sancti Francisci muro etiam comuni mediante, che egli aveva a sua volta in affitto dalla nobile Loysia de Pistoya, ad Antonuccio di Franco, al prezzo di 13 tarì annui.
1511 - Il 24 giugno 1511 Antonuccio di Franco vende al clero di San Giuliano e, per esso, al cappellano Antonello Bruno ed al procuratore Antonino Pittaro, diversi beni stabili. Tra questi una casa palazziata, cum quandam turricula adiacente, sita nella contrada ubi dicitur lo Portello de li Iudei, in confinio iuxta domum dictam la scola de li iudei, muro comuni mediante, iuxta domum Adriani Musitani que fuit Iaco de Daneli, muro comuni mediante, iuxta domum Iohannis Hostulani dicti et nominati Fragasso, muro quoque mediante comuni et alios fines (Archivio di Stato sez. di Castrovillari, fondo notarile, notaio Luigi Donato senior, protocollo anno 1510-1511, cc. 193v-194r). Al 1511 risale, anche, la vicenda di Monna Lea, vedova di Sciabida Russo (detto anche de Regina) e madre di Raffaele e Gioia: ella si trovava allora in procinto di partire a seguito del decreto di espulsione e, dovendo risarcire vari debiti contratti per mantenere la famiglia, chiese ed ottenne di poter alienare l’unico bene rimastole nella situazione di indigenza in cui ormai versava, ovvero una casa posta nella Giudecca. Anche Maestro Isac Levit si trovò nello stesso anno a vendere per 35 ducati a Maestro Calvano Greco la casa, sita nel quartiere ebraico (o di San Leonardo, come si dice nel documento) vicino all’abitazione del correligionario Mosè de Peres, il quale a sua volta, circa un mese dopo, vendette la propria ad Antonino Pittari per 300 tomoli di grano e mezza canna di velluto nero calabrese. Di norma gli ebrei non potevano possedere terreni e quelli che affittavano li facevano coltivare da altri, ma sappiamo che tra il 1510 e il 1511 alcuni iniziarono a disfarsi anche degli appezzamenti di terreno, come testimoniato dalla vendita operata dall’ebrea Rael, detta Ribiczi, che, con il consenso dei fratelli Abramo e Midu, dette al nobile Battista Targiano una proprietà con vigne, alberi e olivi, sita in località Fabrice, per 21 ducati. Anche il già ricordato Mosè de Peres vendette nel 1511 un pezzo di terra con vigna. Gli ebrei decisero, in quell' occasione, di lasciare all’Universitas la loro Sinagoga, con la promessa di poterla riavere allorquando fossero tornati
1512 - la Sommaria dette ordine al tesoriere di rimuovere dai ruoli fiscali di Castrovillari 2 famiglie di cristiani novelli (*) (quelle di Berardino Ingravera e Giancarlo de Gaeta) e 7 di ebrei (Iosep Abufaczia, Midu dello Rebbi, Habraham dello Rebbi, Moyses de Peres, Isac Levit de Annucz, Baruc Sacerdoto, Salamon Cucubrelli, Laczaro Habeo e Sciabuczo de Levi de Altomonte) dal momento che tutti si erano ormai allontanati.

La possibile menorah affrescata all'interno di Palazzo Salituri alla Giudecca

In sostanza nel 1511 gli ebrei vennero scacciati dal regno di Napoli
da Ferdinando il Cattolico, ma un decennio dopo, già rientrati a Castrovillari,
conducevano nuovamente case (sinagoga compresa) e terreni in affitto
dalla chiesa di San Giuliano, come testimoniano una serie di protocolli
notarili e di registrazioni degli introiti della chiesa stessa
per il periodo 1521-1539.

1525 - la Sommaria, sollecitata dai proti degli ebrei del Regno, si era pronunciata affinché il duca di Castrovillari non ponesse ostacoli alla raccolta delle tasse in città
1532 - E' attestata anche la presenza della famiglia Campigno (il figlio Davide, alias Raffaele, ed il padre Jacob, ormai vedovo di Preziosa).
1533 - Da un atto risulta che venne locato a Federico Musitano un portico sito in contrada Portelli presso la Sinagoga.
1535 - Il 22 novembre 1535 il reverendo Sisto Signazzi, vescovo di Vico, compra da Battista Romano un fondaco in loco dicto lo Portello de li Iudei, iuxta domum venerande ecclesie Sancti Iuliani, quam tenent Iudei pro schola
1541- Gli ebrei vennero definitivamente scacciati dal regno di Napoli a meno che non si convertissero al cristianesimo (neofiti). Dal resoconto di un procuratore della chiesa di San Giuliano si rileva che si davano tre carlini ad ogni ebreo rimasto che riceveva il battesim(°).
1562 - Da un atto del 1562 sappiamo che il reddito annuo derivante dalla locazione del portico esistente davanti l’ex Sinagoga era di grana cinque.

Bibliografia

Fondo Corporazioni religiose, Archivio di Stato sezione di Castrovillari, vol. 1, busta n. 1
N. Ferorelli, Gli ebrei nell’Italia Meridionale dall’età romana al secolo XVIII, riedizione a cura di Filena Patroni Griffi, Napoli 1990.
C. Colafemmina, Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996
T.Rizzo, Gli ebrei a Castrovillari tra il XV e il XV secolo, in Sefer Yuhasin 16-17 (2000-2001), pp. 47-55.
C. Colafemmina, The Jews in Calabria, Leiden-Boston 2012.
G. Russo, Inediti documenti di archivi e biblioteche calabresi,
G. Russo, Esaù Ruffo da Bagnara a Castrovillari. Note da documenti inediti tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, in «Archivio Storico per la Calabria e la Lucania», LXXX, 2014, pp. 89-110.

(*) Dunque, al contrario di quanto si crede normalmente, con l'editto del 1511 non furono scacciati solo gli ebrei che rifiutavano di convertirsi, ma ormai era in vigore tacito, anche se non ancora proclamato ufficialmente, il principio della "limpieza de sangre", la purezza razziale; principio che costituirà la base del moderno antisemitismo e con il tentativo di annientamento degli ebrei, indipendentemente dalla religione che professavano, ma solo in quanto "di sangue ebraico".

(°) Nell'espulsione del 1541, invece, almeno in base a questa testimonianza, fu consentito di rimanere agli ebrei che accettassero di convertirsi. Le mie informazioni erano diverse, sapevo che l'editto era dello stesso tono di quello del 1511; cercherò di capire meglio se era diverso il testo dell'editto in proposito, se era stata Castrovillari (sempre piuttosto benevola verso i "suoi" ebrei) a prendersi questa... licenza poetica, oppure che altro.

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