Da
CalabriaOnWeb,
il sito ufficiale della Regione Calabria, una intervista a Renzo Gattegna, Presidente
dell’Ucei (Unione delle Comunità ebraiche in Italia) sul commentario di Rashì
al Pentateuco che verrà esposto al prossimo Salone del libro di Torino dal 16 al 24 maggio, e sulla storia ebraica in Calabria
Il primo libro al mondo in caratteri ebraici stampato a Reggio Calabria
Roberta
Nunnari
Parla Renzo Gattegna, presidente delle comunità
ebraiche italiane. Nell’alba dei libri, quando furono stampati i primi testi
con la tecnica dei caratteri tipografici mobili inventati dal tedesco Johannes
Gutenberg, ha un posto di tutto rilievo la Calabria, dove già all’epoca vi
erano alcune tra le importanti tipografie del Regno di Napoli. La «Bibbia a
quarantadue linee» in lingua latina è il primo libro stampato in Europa con
l’aiuto dei caratteri mobili, il Commentarius in Pentateuchum del rabbino
Salomon ben Isaac è il libro più antico esistente al mondo in lingua ebraica.
Un vero e proprio primato, dopo Gutenberg. Il libro
fu stampato nel 1475 a
Reggio Calabria dal tipografo Abraham Ben Garton, discendente da una famiglia
ebreo – tedesca. La notizia non sempre è riportata correttamente nei testi
letterari sulla storia dei libri, ma appare nella “Storia di Reggio Calabria”
di Domenico Spanò Bolani e nelle ” Memorie delle Tipografie Calabresi ” di Vito
Capialbi. Di questo prezioso volume esistono, per quanto finora si sappia, due
sole copie. Una si trova alla Biblioteca Palatina di Parma, nel fondo di
Giovanni Battista De Rossi, ebraista e bibliografo e l’altra a Gerusalemme. Una
copia anastatica è invece custodita presso la Biblioteca comunale ” Pietro De
Nava ” di Reggio Calabria, dove sono conservati anche altri libri in lingua
ebraica risalenti all’epoca della Giudecca di Reggio. La copia del “Pentateuco”
conservata a Parma, sarà adesso al centro degli eventi previsti al prossimo
Salone del Libro di Torino dal sedici al venti maggio. L’esposizione del
“Pentateuco”, come libro “ospite d’onore“ dell’importante rassegna
internazionale, rappresenta l’occasione per riscoprire le radici ebraiche in
Calabria e in tutto il Meridione d’Italia, ancora vive dopo secoli. L’evento è
stato concordato con il presidente delle Comunità ebraiche italiane Renzo
Gattegna che ha accettato di parlarne con Calabria on Web.
Presidente Gattegna, quanto è storicamente
importante, per le Comunità ebraiche, quel Pentateuco stampato nel 1475 a Reggio Calabria,
primo libro al mondo in ebraico ?
Questa preziosa opera, unico esemplare
sopravvissuto ai tribunali dell’Inquisizione, segna l’inizio di una nuova fase
di diffusione dell’immenso patrimonio di valori custoditi dall’ebraismo. È
commovente pensare al lavoro di Abraham ben Garton nella sua tipografia, alla
soddisfazione e all’orgoglio che avrà provato una volta dato alle stampe il
primo volume. Con questo Pentateuco si apre un capitolo fondamentale per tutti
i popoli dell’unico Dio. Il fatto che ciò sia accaduto in Italia testimonia
quanta ricchezza vi sia nella storia plurimillenaria dei vari insediamenti
ebraici che popolano questo paese prima ancora dell’avvento del cristianesimo e
che, tra alterne vicende, tra epoche di violenta persecuzione e momenti di
pacifica coesistenza, ne hanno indelebilmente segnato i destini.
Il libro sarà al centro di varie iniziative al
Salone del Libro di Torino. Sarà anche un’occasione culturale per riscoprire le
radici ebraiche in Calabria, regione dove si trova uno dei rari esempi di
sinagoga di periodo romano.
La Calabria è una miniera di memorie e tracce profondamente
incise nel territorio che danno il senso di una proficua e radicata presenza
ebraica nella regione. Il tempio di Bova Marina, risalente al IV secolo, è la
più antica sinagoga d’Europa dopo quella rinvenuta nell’area archeologica di
Ostia.
Un esempio tra i più significativi di questo
legame, ancora in parte da scoprire, che sarà possibile valorizzare al Salone
del Libro di Torino e in altre importanti iniziative congiunte che andremo a
sviluppare prossimamente. Dopo il lungo periodo di oblio generatosi con
l’editto di espulsione del 1541 oggi quel mondo torna a vivere grazie a una
nuova sensibilità che si è diffusa non solo tra i rappresentanti istituzionali
ma in tutta la popolazione. È un fenomeno che si manifesta in varie forme:
dalla semplice curiosità, alla volontà di arricchire il proprio bagaglio
culturale al desiderio, per un numero crescente di persone, di riabbracciare
quell’identità violentemente strappata ai loro antenati e talvolta tramandatasi
ai giorni nostri nei focolari domestici. Sono situazioni che le istituzioni
dell’ebraismo italiano seguono con impegno e motivazione.
Le testimonianze sulla presenza di comunità
ebraiche in Calabria, a Reggio in particolare, sono lontane nel tempo. Secondo
alcuni storici risalgono alla leggenda che narra le origini della città stessa,
attribuite ad Aschenez, nipote di Noè.
L’intreccio tra ebraismo e territorio è costellato
di vicende di grande suggestione. La leggenda che vuole Aschenez, nipote di
Noè, fondatore di Reggio Calabria è un esempio di quanto l’ebraismo abbia dato
a questa terra nel corso dei secoli. Un rapporto che è adesso pienamente
biunivoco: tra i vari momenti di incontro penso alla consuetudine che si
rinnova ogni estate con l’arrivo di centinaia di rabbini da tutto il mondo che,
nella Riviera dei Cedri, colgono i frutti più rigogliosi da utilizzare per
Sukkot, la Festa delle Capanne .
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