Uno dei più significativi e interessanti viene riportato da padre Giovanni Sale SI in "La Civiltà Cattolica", n° 3798 del 20 settembre 2008, pp. 461-474, poi ripreso nel suo volume "Le leggi razziali in Italia e il Vaticano", Jaka Book, 2009.
I primi provvedimenti antiebraici e la Dichiarazione del Gran Consiglio del Fascismo
La legislazione antisemita, in particolare quella sulla scuola, fu accolta dalla maggioranza degli italiani, in particolare dai cattolici, con vivo rincrescimento e a volte con rabbia; furono molte le lettere inviate in Vaticano da privati o da gruppi di persone e associazioni (anche non israelitiche), che invitavano le autorità ecclesiastiche e, in particolare, il Papa a intervenire presso il Duce in difesa degli “sventurati ebrei”.
«Desideriamo che il mondo sappia - scrive a Pio XI un gruppo di fascisti e cattolici di Reggio Calabria - che non siamo dei servi di un tiranno, ma che serviamo un’idea, per il nome di Dio e della Patria. Chi crede o s’illude d’avere in noi dei ciechi strumenti di ogni sua aberrazione, è bene che sappia che noi abbiamo la fierezza di dire no, e di non avanzare oltre le barriere della nostra fede».
La lettera collettiva è firmata “I fascisti d’Italia e figli Vostri e della Chiesa cattolica”.
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