Foto da CosenzApp
Grazie a Tonino Fiorentini per le fotografie del monumento a
De Fiore che si trova a Rota Greca (CS), suo (e loro) paese natale
Dal sito della Polizia di Stato
Angelo
De Fiore nacque a Rota Greca (Cosenza) il 19 luglio del 1895. Dopo il
matrimonio si trasferì a Roma, dove vinse il concorso per Funzionario di
Pubblica Sicurezza. Negli anni tragici e difficili dell’occupazione nazista,
prestò servizio, presso la questura di Roma, quale dirigente dell’Ufficio
stranieri e, attendendo a questo incarico, salvò centinaia di vite umane. Testimonianze
di questo suo operato si rinvengono sul libro “Il ghetto sul Tevere” dove si
legge: “quel De Fiore si dimostrò un campione di solerzia nel mettere a
disposizione degli instancabili investigatori tedeschi i suoi schedari, quelli
che decideva lui, facendone sparire molti altri, quelli che per la Gestapo non
dovevano esistere”.
Altre
testimonianze atte ad evidenziare l’opera di Angelo De Fiore, si ricavano dai
ricordi del figlio Gaspare e della figlia Enza. Il figlio Gaspare racconta che,
allora diciannovenne, si trovava a Roma in piazza Mattei, in attesa del padre.
Quando questi sopraggiunge, Gaspare sta per andargli incontro, ma è sorpassato
da un uomo che correndo ed urlando qualcosa in ebraico si getta ai piedi del
padre abbracciandolo alle ginocchia. Dai negozi, dai magazzini, dai portoni
escono numerose persone, quasi tutte donne vestite a lutto, che si fanno
attorno. Parlano a voce alta, concitati.
Uno di loro dice in italiano: “È tornato il nostro Angelo Salvatore”. Ed un altro: “Gli devo la vita, gli devo la vita”. Un altro ancora, un giovane, racconta a tutti: “Ero stato preso in una retata e portato alla pensione Jaccarino di via Tasso, avevo nome e documenti falsi, ma i tedeschi insistevano. Volevano che dicessi di essere ebreo, che qualcuno aveva fattola spia, mi interrogavano, mi davano botte. Poi entra lui, mi dà uno schiaffo e mi grida: “Ti hanno preso eh? Cos’hai rubato stavolta? Lo conosco bene questo qua, un ladruncolo da poco. Mandatemelo in Questura. I tedeschi mi fecero uscire a calci”.
Uno di loro dice in italiano: “È tornato il nostro Angelo Salvatore”. Ed un altro: “Gli devo la vita, gli devo la vita”. Un altro ancora, un giovane, racconta a tutti: “Ero stato preso in una retata e portato alla pensione Jaccarino di via Tasso, avevo nome e documenti falsi, ma i tedeschi insistevano. Volevano che dicessi di essere ebreo, che qualcuno aveva fattola spia, mi interrogavano, mi davano botte. Poi entra lui, mi dà uno schiaffo e mi grida: “Ti hanno preso eh? Cos’hai rubato stavolta? Lo conosco bene questo qua, un ladruncolo da poco. Mandatemelo in Questura. I tedeschi mi fecero uscire a calci”.
La
figlia Enza ricorda che, finita la guerra, si recò in un negozio dietro largo
Chigi, al fine di acquistare un paio di guanti di pelle. Alla cassa, chiese
quanto doveva pagare e la risposta fu: “Niente signorina De Fiore”. “ Come
niente? E come sa il mio nome? “ esclamò sorpresa la signorina Enza. “Lei non
mi conosce“ rispose la signora che stava alla cassa, “ma io sono venuta tante
volte a casa vostra per ringraziare suo padre. Diciamo così, questo regalo è
pelle contro pelle “. Enza De Fiore quei guanti li ha conservati per tutta la
vita.
Angelo
De Fiore fu questore di Forlì ( dal 7 settembre 1953 al 15 aprile 1955), Pisa
(dal 16 aprile 1955 al 31 gennaio 1956) e La Spezia (dal 12 agosto 1957 al 9
gennaio 1960). Morì a Roma, il 18 febbraio del 1969.
Per
il coraggio ed i sentimenti mostrati, nel 1954 fu insignito della “Legion
d’Onore” della Repubblica Francese. Già nel marzo del 1955, l’Unione delle
Comunità Israelitiche Italiane così gli 2 scriveva in una lettera: “La
ringraziamo perché col suo fermo atteggiamento riuscì a salvare centinaia di
ebrei, interpretando le inique disposizioni razziali con nobile ed umana
sensibilità, collaborando con le organizzazioni ebraiche, noncurante delle
conseguenze che tale atteggiamento addensava sulla sua posizione e sulla sua
stessa vita”.
Nel
1966 il suo nome è stato inserito, al pari di quello di Perlasca e Palatucci,
tra i “Giusti d’Israele” ed è scolpito sulla stele della Collina dell’Olocausto
in Gerusalemme. Il 2 maggio del 2004, il comune di Rota Greca ha dedicato un
monumento al suo illustre cittadino.
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