18.000 giorni fa
Questo è il
primo film su Ferramonti e si trova su YouTube in versione integrale. Tutt'altro
che favorevoli le critiche, ma può comunque essere interessante vederlo.
Nella stessa
presentazione su YouTube si dice che “Non viene considerato un bel film neanche
dal punto di vista documentaristico. Pur essendo approssimativo e
bozzettistico, in ogni caso è un primo tentativo di raccontare la storia, fino
ad allora sconosciuta, di Ferramonti di Tarsia”.
Forse la
cosa migliore si può considerare il breve intervento introduttivo di Simon
Wiesenthal
Da ComingSoon
Moshe,
un ebreo polacco evaso dal lager di Treblinka, raggiunge la frontiera del
Brennero. Qui, viene catturato dalla polizia italiana ed inviato al campo di
concentramento di Ferramonti. Moshe scopre una comunità di prigionieri, che
cerca di sopravvivere, ma conserva anche una speranza di riscatto e di
salvezza. Nello sconvolgimento dell'Europa questo miracolo di coraggio
costringe Moshe ad uscire dalla disperazione e ad impegnarsi nelle vicende del
campo. La vicenda di Moshe diviene il documento di un avvenimento realmente
accaduto che può testimoniare il valore costruttivo della tolleranza e del
coraggio.
GENERE: Storico
ANNO: 1994
REGIA: Gabriella Gabrielli
ATTORI: Maurizio Donadoni,
Silvia Cohen, Franco Diogene, Massimo Foschi, Franco Interlenghi, Natalia
Loeni, Ubaldo Lo Presti, Gianfranco Barra, William Berger, David Brandon, Pier
Paolo Capponi, Alfredo Pea, Stefano Sabelli, Giovanni Visentin
SCENEGGIATURA: Gabriella Gabrielli,
Roberto Leoni
FOTOGRAFIA: Erico Menczer
MONTAGGIO: Gianfranco Amicucci
MUSICHE: Gianfranco Plenizio
PRODUZIONE: Maximago per Istituto
Luce, Ministero del turismo e dello spettacolo, RaiUno
DISTRIBUZIONE: Istituto Luce -
Italnoleggio cinematografico
PAESE: Italia
DURATA: 98 Min
FORMATO: Normale
CRITICA
Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 5 febbraio 1994
"Forse,
a confronto degli orrori cui vicende simili ci hanno abituati, tutte quelle
attenzioni e quelle generosità sanno un po' troppo di favola, ma desunte come
sono da episodi autentici riescono a coinvolgere e ad apparire plausibili,
anche perché il testo dl Roberto Leoni e la regia di Gabriella Gabrielli, pur
rischiando qua e là un certo patetismo, tendono, specie nella prima parte, a
mantenere toni asciutti e non di rado perfino risentiti con pagine di
innegabile rigore. (...) Nonostante, dopo, la seconda parte, un po'
approssimativa anche nelle sue ellissi, approdi con facilità eccessiva al lieto
fine, consentendo addirittura al protagonista di ritrovare l'amore, sia
coniugale, sia paterno: in cifre superficialmente emotive. Lo interpreta con
accenti seri, Maurizio Donadoni; la donna cui si legherà è Silvia Cohen; fra
gli altri ebrei del campo, William Berger; il militare buono è Pier Paolo
Capponi; i fascisti cattivi sono Stefano Sabelli e Giovanni Visentin, forse un
po' caricaturali. C'è anche Franco Interlenghi, barba bianca e saio da frate,
pronto ad aiutare".
Stefano Martina, Il Messaggero, 11 febbraio 1994
"Alcune
forzature drammaturgiche saranno state anche inevitabili (benché non si possa
dire lo stesso per la stereotipata approssimazione di alcuni personaggi: il
gerarca impettito, il medico in orbace perfido ma codardo, il secondino butto e
umano che storpia i nomi stranieri), e magari ci sarebbe stato abbastanza
materiale per fare di "18.000 giorni fa" una miniserie tv di maggior
efficacia e profondità narrative. Il vero dubbio che il film lascia, se
confrontato con l'attuale spirito del tempo, è che il nostro carattere
nazionale nel frattempo sia mutato molto, e non certo in meglio. Ma forse è
solo un'impressione. La banalità del bene non avrà un gran mercato, tuttavia è
pur sempre rassicurante"
Paolo D'Agostini, la Repubblica, 9 febbraio 1994
"Il
film è questo, un film molto povero (compresa la convenzione che consente a
tutti di comunicare agevolmente in lingua Italiana) che non solo per colpa
della povertà è troppo didascalico ma senza un filo di demagogia sulla presunta
bontà naturale degli italiani in confronto alla barbarie nazista, onesto,
limpido, lineare. Vanno almeno citati, della compagnia numerosa ed
evidentemente complice dell'ispirazione civile, Silvia Cohen, Massimo Foschi,
Alfredo Pea, Gianfranco Barra, William Berger, Franco Interlenghi, David
Brandon"
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