Si infittisce la rete di probabili presenze in Calabria. Ormai è più
facile dire dove NON risulta nulla. Purtroppo questa osservazione vale
essenzialmente per la Calabria meridionale, quella anticamente nota come
Calabria Ultra, dal momento che essendo di un paese che vi si trova, e sul
quale conduco delle ricerche, mi è più facile “inciampare” in tracce di
ebraismo, da semplici toponimi o tradizioni orali che possono essere piuttosto
dubbi, ad elementi invece documentati.
Più carente riconosco invece di essere sulla Calabria Citra,
corrispondente all’odierna provincia di Cosenza, sulla quale dovrò certamente
ampliare l’approfondimento, sperando di trovare qualche collaboratore, come mi
è successo per la Calabria meridionale.
Prima
di parlare di Girifalco, che tra tutte le località potrebbe essere la più
interessante, voglio accennare ad altre recenti “scoperte”.
La
prima riguarda Davoli, in cui verso la frazione Marina, e ormai quasi inglobata
in essa, esiste un’area tuttora chiamata Giudeo o Giudei, trova nei pressi del
castello Felluso (curioso, anche se sicuramente è una pura coincidenza: Fellus
è un cognome molto diffuso tra gli ebrei italiani di origine libica).
Al
momento nulla risulta tranne il semplice toponimo, e sappiamo che spesso i
toponimi, se non accompagnati da documenti o resti materiali, non sono molto
indicativi; credo comunque che non vadano ignorati.
Voglio
aggiungere una immagine con i versi di un intellettuale davolese, Saverio
Tucci, vissuto nella prima metà dell’’800, che accenna a questa contrada, nelle
sestine 25 e 26 del suo componimento Il mese di maggio nella marina di Davoli. Versi, Napoli,
Raffaele Lista, 1845.
Nella
nota 14 specifica che:
Io
non ho trovato nessuna informazione su questo Castello “raca” che secondo lui gli ebrei
avrebbero attribuito al castello; l’unico riferimento possibile che ho notato è
che nei pressi esiste una contrada chiamata Case Votarelle, che,
interpretandole come Case Vuote, potrebbe richiamare questo “vacuo” che
attribuisce al castello; oppure potrebbe essere un riferimento al Castello Felluso, già abbandonato alla sua epoca.
Notevole,
oltre all’indicazione di questa finora ignota (almeno a me) contrada Giudeo, la
sua disposizione verso gli ebrei. In un’epoca ed in uno Stato che aveva una
forte caratterizzazione antisemitica e dove gli ebrei, dopo il 1541 non saranno
ammessi (salvo l’utilistica eccezione dei Rothschild a Napoli) fino all’Unità d’Italia,
ne loda le capacità e l’industriosità.
Più
significativa di un semplice toponimo è invece una serie di località, la cui documentazione,
estremamente sintetica, ma quasi certa, si trova nell’opera che ho citato più volte
in questo blog, ma sempre a proposito del mio paese, e che invece ora ho
approfondito ed esteso. Si tratta della cinquecentesca Platea di Santo Stefano del Bosco, curata dal professor Pietro De Leo, Rubbettino, Soveria Mannelli,
1997.
In attesa di fare un lavoro più ampio e
specifico, mi limiterò ad un “arido” elenco delle località citate in cui è presumibile
vi fossero presenze ebraiche, più o meno consistenti e durature:
Acquaro
(vi è solo citato
un toponimo, ma nella sua particolarità è estremamente interessante, e lo trovo
fortemente probante di un’antica presenza ebraica);
Ardore
(di cui
viene citato solo un toponimo, nell’attuale frazione Marina);
Arena;
Dasà;
Grotteria
(di cui ho
già parlato in un altro post del blog);
Monasterace
(il mio
paese, di cui ugualmente ho scritto più volte) oppure
Guardavalle (le indicazioni topografiche contenute nel testo danno adito a qualche dubbio);
Guardavalle (le indicazioni topografiche contenute nel testo danno adito a qualche dubbio);
Ed
infine una località di difficile collocazione e individuazione, chiamata nel
documento “casalis Santi Miglano et Potami”.
Ardore, Grotteria e Monasterace si
trovano in provincia di Reggio; Guardavalle in quella di Catanzaro; le altre località
erano all’interno del feudo di Arena, attualmente in provincia di Vibo
Valentia.
Nessun commento:
Posta un commento