Relazione di
Rav Scialom Bahbout
al Consiglio
della Comunità ebraica di Napoli
(Gennaio 2013)
Anche se la mia frequentazione
con il Meridione risale a molti anni or sono, e posso a buon diritto
considerarmi uno dei principali artefici della rinascita ebraica in Puglia,
solo negli ultimi due anni me ne sono occupato per l’incarico di rabbino capo
di Napoli conferitomi dal Consiglio della Comunità di Napoli il 1° gennaio 2011.
A parte Napoli, dove c’è stata
una presenza e un’attività continuativa e un Beth hakeneseth che ha funzionato
con una certa regolarità, la “periferia ebraica” che comprende le regioni
distanti da Napoli (Puglia, Calabria e Sicilia in particolare) versava in uno
stato di sostanziale e talvolta completo abbandono. Non esisteva un programma
chiaro che si proponesse sia la raccolta degli ebrei dispersi sia una seria e
continuativa preparazione dei candidati al ghiur, sia di origine ebraica che di
altra origine.
Questa situazione ha permesso il
sorgere di iniziative centrifughe non legate alla Comunità (“ortodosse” o
“riformate”) che si sono installate sia in Calabria che in Sicilia. Dal giorno
della mia nomina ho cercato di fare un’azione di recupero, peraltro molto
difficile, ma che sta dando lentamente i primi frutti. La situazione è lontana
dall’essere stata risolta, ma ho buone speranze che raccogliendo le forze si
possa riuscire a riaffermare la centralità della Comunità di Napoli nelle
decisioni fondamentali. Le persone che ritengono di essere di origine ebraica o
che vogliono intraprendere un processo di ghiur si rivolgono sempre di più
all’Ufficio rabbinico di Napoli in quanto hanno avuto la chiara percezione che attualmente
c’è nel Meridione la possibilità di iniziare un processo che viene seguito
attivamente con delle tappe chiare e non casuali. Le procedure si fanno via via
più chiare e definite e soprattutto, oltre ad avere rav Giuseppe Laras come
riferimento costante, sto prendendo contatti con Dayanim riconosciuti in
Israele per far sì che il ghiur sia riconosciuto a tutti gli effetti anche
all’estero, senza che vengano opposti rinvii, rifiuti o dubbi
NAPOLI E CAMPANIA
Accoglienza
Il primo problema che ho dovuto
affrontare è stato la richiesta da parte della base comunitaria di vedere nella
Comunità un vero centro di accoglienza per lo shabbath e le feste. La
presenza di Moshè Srur e il suo attivismo sono stati fondamentali e, in
generale - anche con l’aiuto di volontari - si è potuto dar vita a sabati e
feste condivisi con presenza di giovani e adulti sia di Napoli che della periferia.
I pranzi e le cene sono sempre stati occasione per insegnare Torà e canti
sabbatici prima, durante e dopo il pasto. A questi pranzi sono stati spesso
ammesse anche persone che avevano iniziato il processo di ghiur, impensabile
senza la partecipazione alla vita comunitaria e sabbatica in particolare.
Oltre agli iscritti, hanno
usufruito di questo servizio essenziale per una Comunità, anche stranieri di
passaggio. Moshè ha spesso coinvolto e invitato dei giovani israeliani che studiano
medicina all’Università. E’ quasi superfluo sottolineare quanto queste attività
siano importanti per incrementare le relazioni tra i giovani ebrei napoletani e
gli altri ebrei.
Il matrimonio di Moshè con Ayelet
ha creato alcune difficoltà a causa della mancanza di una cucina comunitaria,
ma a questo si è cercato di ovviare utilizzando un catering da Roma e/o
cucinando qualcosa in loco. Il programma futuro prevede l’acquisto di una
cucina che sarà posizionata nella saletta attigua alla Sala Magrit.
Altri programmi sono allo studio
per garantire un servizio continuativo di catering sia per la Comunità che per
gli stranieri di passaggio da Napoli.
Talmud Torà: ragazzi, giovani
e adulti
a) Fino al Bar/Bat mizvà
Le lezioni e le attività sono state
svolte per le età minori (fino al Bar e bat mizvà) con frequenza bimensile da
Moshè Srur e Deborah Curiel, con la collaborazione dell’Ufficio Giovani
Nazionale dell’Ucei. A partire da quest’anno il Talmud Torà viene gestito
direttamente da forze locali (collabora anche Ayelet, la moglie di Moshè).
b) Post Bar/Bat mizvà
I ragazzi che hanno già compiuto
il Bar mizvà hanno seguito un corso di lezioni e conversazioni con me. A queste
lezioni hanno partecipato via Skype anche i ragazzi di Puglia o Calabria,
talvolta venendo a Napoli, più spesso collegandosi via Skype.
Un seminario di due settimane è
stato da me organizzato a Gerusalemme presso la Havvath hanoar hazionì con
la collaborazione del personale della Havvà (vedi relazione a parte).
c) Adulti
Il primo anno ho tenuto una serie
di lezioni serali di pensiero ebraico. Successivamente ho limitato il mio
intervento alle lezioni che tengo dopo la fine della tefillà sulla parashath
hashavua: in queste occasioni vengono affrontati importanti problemi di
pensiero ebraico e talvolta di Halakhà.
E’ stato presentato un progetto
all’Ucei per la creazione di una piccola sezione del Collegio rabbinico e del
Corso di Laurea a Napoli. Dopo aver presentato il progetto all’assesore
dell’Ucei, ne ho parlato con rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del CRI, e
verrà studiata in tempi brevi la possibilità che gli allievi di Napoli possano
recarsi a Roma la domenica per unirsi ad altri ragazzi del CRI.
Moshè Srur tiene lezioni di
Talmud su sughiyot scelte da Talmud Bavlì kiduscin (daf 28 a sgg., daf 2 a - 5 b); sempre Moshè tutti
i sabati prima dell’inizio della tefillà, tiene una lezione sul libro
“Mesillath Yesharim” (Il sentiero dei giusti) di Rabbi Moshè Haim Luzzatto.
Beth hakeneseth
Dalle informazioni che erano a
mia conoscenza prima del mio arrivo a Napoli, mi risulta che mediamente c’era
un minian sabato mattina. Possiamo affermare che non c’è stato quasi shabbath mattina
in cui non ci sia stato minian, così come per i moadim (sia nel primo giorno di
moèd che nel secondo, in cui ero stato dissuaso dall’organizzare la tefillà
“perché tanto non ci sarebbe stato minian”).
Con la guida di Moshè, il
pubblico partecipa alla lettura delle zemiroth, leggendo brani a turno.
Inoltre, ho registrato in video tutta la tefillà di shabbath presso la TV Gioiellipertutti
ed il DVD è stato messo a disposizione di chi ne fa semplice richiesta in
Comunità.
Data la centralità di Napoli come
unica comunità del Meridione in cui ci sia minian di shabbat, ho invitato
spesso famiglie, giovani e persone della circoscrizione a venire a Napoli a
passare lo shabbath. Il servizio di accoglienza in Comunità e l’ospitalità
delle famiglie è stata determinante. Sempre per far familiarizzare i giovani
della Comunità con altri giovani, in più di un’occasione sono stati organizzati
piccoli gruppi provenienti da Roma che hanno passato lo shabbath in Comunità.
Infine,in occasione di Yom hatorà
5772 è stato inaugurato un nuovo Sefer Torà che tuttavia dovrà essere
sottoposto a lettura ottica per verificare che sia veramente kasher (è stato
individuato un errore proprio durante la lettura e per questo motivo sarà
consegnato al sofer Spagnoletto per un controllo).
Vorrei infine ricordare che Moshè
ha fatto un corso intensivo di soferuth in Israele e, se necessario, è oggi in
grado di fare piccole correzioni al sefer.
Kasheruth
a) Verso la Comunità
Un discorso a parte merita la
kasheruth. Al mio arrivo non ho trovato un servizio di kasheruth rivolto alla
Comunità (tranne che per pesach e per il vino). Nonostante gli sforzi, non siamo
ancora riusciti a realizzare il servizio di spedizione di carne kasher. Di
fatto ognuno provvede singolarmente all’approvvigionamento: questa situazione
deve essere modificata e speriamo di poterlo fare già nei prossimi mesi.
b) Verso l’esterno
Accanto a questa mancanza di
servizio, bisogna però osservare che - in seguito a una mia richiesta esplicita
- i rabbini delle altre Comunità hanno cessato di inviare i propri mashghichim
per rilasciare certificati di kasheruth alle aziende del Meridione. Oggi una
ventina di aziende sono certificate da me in qualità di rabbino di Napoli, cosa
che ha comportato un introito interessante per la Comunità. Alcuni prodotti
sono anche certificati dalla OU (Tonno, Mozzarella, Vino, Hotel Tiberio Palace
di Capri …).
Fin dal mio arrivo a Napoli mi
sono attivato per stipulare un accordo con la OU. Su esplicita richiesta della
direzione della OU, l’accordo è valido nella misura in cui sono io a firmare i
certificati della Comunità. In ogni caso, gli standard di kasheruth che
seguiamo a Napoli per le aziende sono sempre quelli approvati dalla OU.
Entro Aprile 2013, il ristorante dell’Hotel
Tiberio Palace sarà“glatt kosher” e a disposizione oltre che degli ospiti
dell’albergo anche per persone provenienti da altri alberghi di Capri. Sto
studiando la possibilità di fornire servizi di kasherut anche in altre località
turistiche del Meridione. Inoltre dovremo presto affrontare richieste di
certificazione kasher di alberghi per l’estate.
E’ chiaro che questa attività
presuppone sempre una presenza continuativa del rabbino sia per fare i
controlli “a sorpresa” nella aziende, sia per sviluppare un settore importante
per la comunità dal punto di vista dell’immagine ed economico. Un sito www.kosheritaly.it è già attivo (anche se
non sponsorizzato dalla Comunità e farà da punto di raccolta per tutte le
richieste di assistenza cui poi l’Ufficio Rabbinico dovrà dare risposta). Il
sito è stato creato dall’amico Marco Mansueto che ha fondato un’associazione
che - anche con il mio aiuto - si propone di sviluppare il settore kasher nel
Meridione. Una conferenza stampa organizzata dalla suddetta associazione sulla Kasheruth
come opportunità si è svolta al Maschio Angioino il 20 dicembre. Vi ho
partecipato in qualità di esperto.
La kasheruth è un’importante
opportunità anche economica per la comunità: l’introito annuale dai contratti
che la Comunità di Napoli ha stipulato con le aziende si attesta già oggi sui 15.000
euro. Prevedo si possa raggiungere cifre più consistenti che potranno
essere investite nella creazione di corsi di Torà e Talmud e altre attività
ebraiche.
Consolato d’Israele a Napoli
Dopo le ultime vicende (decisione
del Consiglio del Comune di conferire la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen), per
rafforzare l’immagine della Comunità che è spesso associata a quella di
Israele, ho parlato con l’ambasciatore d’Israele e gli ho proposto di istituire
un Consolato onorario dell’Ambasciata a Napoli: il Consolato sarà a costo zero
per Israele. Il Cosnolato potrebbe collaborare con la Comunità in molte
attività (convegni culturali specie sul conflitto mediorientale, cultura
d’Israele, relazioni scientifiche tra Israele e l’Italia ecc)
Mikvè
Al mio arrivo a Napoli, ho preso
visione del progetto della costruzione del Mikvè iniziato da Pierpaolo
Punturello con un progetto inviato dall’ARI. Avendo già avuto esperienza nella
costruzione di mikvaoth nella mia precedente attività come rabbino capo di
Bologna, e non volendo decidere da solo sulla bontà del progetto - che a mio avviso
presentava dei punti deboli - ho chiamato rav Yishai Hochman (che ha costruito
di recente il mikvè di Roma) per fare un controllo. Purtroppo sono stati
necessari interventi che hanno tardato la fine della costruzione del mikvè.
D’altra parte, data l’importanza del progetto e data anche la centralità
turistica di Napoli, sono state necessarie delle modifiche. Una piccola azione
di Fund raising da me fatta non è stata sufficiente ad ultimare i lavori.
Conversioni e riconoscimento
dello stato di ebraicità e di conversione
A parte la richiesta proveniente
dalla “periferia”, c’è una discreta richiesta di conversione anche da Napoli. I
casi finora presentatisi sono seguiti con estrema cautela. Il servizio di
accoglienza della Comunità è essenziale per il successo di una conversione: è
semplicemente impossibile portare a termine un ghiur senza aver partecipato a
cene e pranzi sabbatici, a periodi di studio in Israele e a seminari in Italia.
Anche in questo caso, sono necessarie lezioni, conversazioni, indicazione a
partecipare a seminari fuori Napoli e verifiche continue.
Attualmente collabora con me il
solo Luciano Tagliacozzo. Sarà necessario ampliare il numero delle persone che
fanno da “tutor” a chi fa domanda di ghiur.
Pubblicazioni
1)
Per iniziativa di Luciano Tagliacozzo, è stato
rieditato i saggi di Ahad Haam “Libertà nella schiavitù” e “Fra Cristianesimo
ed Ebraismo”.
2)
Su mia indicazione, Tagliacozzo ha ultimato la
traduzione del libro “Nezah Israel” del Maharal di Praga Si tratta della
prima traduzione completa in una lingua europea.
3)
Commenti alla parashot: è in corso la revisione del mio
commento alle parashoth.
Osservazioni conclusive
A parte la mia presenza pressoché
per tutti i sabati e per tutte le feste, a Napoli è sempre più richiesta una
presenza qualificata anche durante la settimana sia per incontri comunitari sia
per fare visite agli ammalati, agli anziani e alle famiglie in generale sia per
presenziare ad attività esterne in cui è richiesta la presenza di un rabbino. Mediamente,
a parte lo shabbath e quasi sempre la domenica, un paio di giorni alla
settimana sarebbero necessari per svolgere in maniera proficua l’attività
rabbinica a Napoli e nella circoscrizione.
Ritengo che Napoli in questo
periodo - seppure breve - abbia fatto un salto qualitativo e anche quantitativo
come numero di iscrizioni e iniziative. Sarebbe un grave errore, proprio in
questo momento di espansione rinunciare a quanto finora fatto, per limitarsi
alla normale amministrazione. Al contrario è necessario fare un’azione di
ricerca degli ebrei non iscritti, organizzare eventi esterni nei vari campi
della cultura (nel senso ampio di questo termine) per raggiungere un pubblico
più numeroso. Va applicata anche a Napoli la strategia di Lech Lechà, che ha
dato risultati davvero strabilianti, dovuti chiaramente all’impegno profuso
dagli organizzatori.
Eruv
Con l’aiuto di rav Hochman e con
l’approvazione di Dayanim autorevoli sia americani che israeliani, il progetto
ERUV su quasi tutta Napoli è in stato di avanzata progettazione. L’Eruv
risolverà i problemi dei napoletani, dei turisti e delle coppie giovani che
vorranno stabilirsi a Napoli.
Simile impegno è richiesto anche
per lo sviluppo di Lech Lechà a Napoli e nel resto del Meridione.
Nel tempo bisognerà provvedere
alla creazione di un “Dipartimento kashruth” per meglio programmare e seguire
tutti questi progetti.
Ulpan ghiur
Un Ulpan ghiur è in corso di
progettazione per dare a ognuno la possibilità di seguire un processo chiaro e
non lasciato al caso o senza obiettivi e impegni chiari.
E’ necessario avere a
disposizione personale sufficiente per la preparazione dei
candidati.
PUGLIA
Lo sviluppo dell’ebraismo in
Puglia sta lentamente raggiungendo risultati insperati solo due anni fa. Vi
sono oggi tre nuclei principali: Trani e dintorni, Sannicandro, Brindisi.
1) Trani e dintorni
Con un po’ di sforzo raggiungono
il minian nelle occasioni stabilite. In alcune di queste occasioni per dare
maggior forza all’evento sono andato di persona. In altre (Rosh hashanà, Kippur
e Pesach) ho inviato un hazan, continuando il lavoro già iniziato con l’invio
di hazanim e di Vito Perugia da parte dell’ARI. E’ fondamentale mantenere
questa continuità che è garanzia per la formazione di una futura comunità. C’è
ancora molto lavoro da fare. Il progetto Lech lechà ha fatto emergere una
richiesta notevole di ebraismo e la sua seconda edizione contribuirà a uno
sviluppo ulteriore della Comunità. La decisione del Comune di Trani di inserire
Lech Lechà tra gli eventi dell’estate tranese è una dimostrazione di grande
attenzione e successo. Inoltre la decisione del Comune di Trani di mettere a
disposizione spazi per l’organizzazione e lo studio, darà certamente un grande
sviluppo all’ebraismo di Trani, creando una maggiore visibilità. Proprio il
progetto Lech Lechà ha evidenziato la possibilità di ampliare l’attività
ebraica a Trani specialmente durante l’estate. E’ allo studio la creazione di
un punto di ristoro kasher a Trani per facilitare il turismo culturale ebraico.
2) Sannicandro
La Comunità si sta sviluppando
lentamente e regolarmente: sono stai portati a termine alcuni ghiurim e altri
sono in procinto di essere fatti. L’obiettivo è quello di creare almeno a
Sannicandro un nucleo forte che arrivi col tempo al minian. L’identità ebraica
della Comunità è molto forte, anche per il collegamento che hanno con i parenti
residenti in Israele. I suoi membri vengono anche invitati a Napoli, a Trani e
a Brindisi per unirsi al resto dell’ebraismo pugliese. Sono attualmente seguiti
da Grazia Gualano (sannicandrese stabilitasi a Roma) e dal Maskil Dr. Marco
Dell’Ariccia. La mia presenza è garantita in alcune occasioni speciali e per la
settimana Lech lechà (anche per garantire la kasheruth).
3) Brindisi
Lo Shabbaton organizzato a
Brindisi dalla Comunità (presenti sia il presidente che il sottoscritto che
avevano concordato il programma nei minimi particolari), ha avuto indubbiamente
successo. Il primo contatto con Brindisi fu stabilito nel 2004 da Francesco
Lotoro e da me con una conferenza sul Noachismo. Ebrei francesi, americani e
inglesi si stanno via via aggregando al nucleo originario. Anche qui il lavoro
da fare è ancora molto.
La mia presenza a Brindisi dopo
l’attentato alla scuola è stata un momento importante per sottolineare quanto
la Comunità ebraica sia vicina alla popolazione locale.
Conclusioni
1)
Lo sviluppo dell’ebraismo in Puglia passa
necessariamente per la creazione di una figura rabbinica che si sobbarchi con
continuità visite in tutte le sezioni (Trani, Sannicandro, Brindisi) andando
anche a scandagliare tutta la Puglia.
2)
E’ opportuno che si faccia un lavoro di convincimento
verso i pugliesi affinché siano sempre più presenti nella vita nazionale
ebraica.
3)
I giovani vanno indirizzati verso le attività giovanili
e verso Israele.
4)
Le persone in corso di ghiur vanno seguite con maggior
continuità sia in loco che incitandoli a essere presenti alle attività che si
svolgono a Napoli
CALABRIA
La Calabria ebraica legata alla
Comunità di Napoli si sta lentamente svegliando dal letargo. Si contano oggi
diversi nuclei (Cosenza, Palmi e Reggio), ma ci sono singoli individui in altre
località. Sono state organizzate diverse attività per pesach (presente Alberto
Piperno) e sukkoth (presente Marco dell’Ariccia), oltre a lezioni durante
l’estate. C’è stato il primo shabbaton di Belvedere nel 2011 e un secondo nel
2012.
Ho partecipato di persona a una
riunione con la Giunta del Consiglio Regionale alla quale ho presentato le mie
proposte di attività culturali (e non solo). La mia recente visita a Cosenza e
poi Reggio per Chanukkà (dove ho fatto lezione e acceso la Chanukkà assieme ai
calabresi e ad alcuni siciliani che avevano attraversato lo stretto), è stata
l’occasione per visitare l’antica sinagoga di Bova Marina e constatare che il
posto ha tutte le condizioni per ospitare il Convegno approvato dalla Regione
Calabria sull’ebraismo in Calabria. Tra l’altro ho preso atto che il posto è
dotato di una cucina tutta nuova e usata solo una volta in occasione
dell’inaugurazione alla presenza di rav Adolfo Locci o di rav Funaro).
Persone di origine ebraica (oltre
che ebrei) stanno emergendo giorno dopo giorno, anche per merito del
monitoraggio che fa Roque Pugliese.
Lezioni sono state svolte , oltre
che da me, anche da Gadi Piperno. Valter Di Castro che era in visita a Cosenza
ha tenuto una lezione.
SICILIA
Vi sono due nuclei principali:
uno a Catania e un altro a Palermo. Ho già fatto alcune visite e alcune lezioni
sia a Catania che a Palermo. E’ necessario dare continuità alla presenza della
Comunità attraverso varie iniziative nella città e nelle case degli ebrei.
Recentemente Michele Moscati ha visitato le famiglie di Palermo in occasione di
Chanukkà ed è rimasto sbalordito per l’entusiasmo che vi ha trovato.
Il nucleo di Catania è “reduce”
del nucleo di Siracusa. Altri “reduci” stanno via via cercando di aggregarsi
con gli altri ebrei del posto che si sono iscritti a Napoli o che hanno fatto
domanda di ghiur a Napoli. Lezioni a Catania e a Palermo sono state tenute da
me. Gadi Piperno ha tenuto una lezione a Palermo.
CONCLUSIONI
Gli ebrei del posto si sono
sentiti quasi del tutto abbandonati in questi lunghi anni e hanno desiderio di
essere seguiti di più e meglio. Trani (vero e proprio START UP, dove si svolse
il primo shabbaton 2008, cui invitai personalmente anche rav Birnbaum, rav Di
Mauro e Michael Freund) ha fatto spesso da punto di riferimento per le feste e
lì si sono raccolti ebrei provenienti dalla Calabria e dalla Sicilia, oltre che
dalla Puglia. Varie iniziative collaterali di appoggio sono state realizzate e
sono in corso tramite l’ Istituto internazionale di studi ebraici e la Carta
delle Giudeche. Iniziative di carattere turistico potrebbero creare nuove
risorse e nuove opportunità
Allegati
1)
Seminario in Israele dei giovani del Meridione
2)
Sullo shabbaton a Brindisi (da Sullam 102)
Allegato 1. Seminario in
Israele (l’estate 2012 - Seminario 2013)
Alla presenza di Dani Haim,
direttore della havvath hanoar hazioni di Gerusalemme, si è
svolto a Napoli il 23 - 24 novembre lo shabbaton, dedicato ai giovani che hanno
partecipato al Seminario svoltosi in Israele la scorsa estate nella bellissima
cornice della Havvà, una sorta di villaggio in piena Yerushalaim.
Il seminario - organizzato e
fortemente voluto da rav Bahbout - ha visto la partecipazione di cinque giovani
dal Meridione che hanno studiato per due settimane ebraico ed ebraismo,
dedicando parte del proprio tempo anche a viste di studio a Gerusalemme e
dintorni.
Lo shabbath è trascorso tra lo
studio della torà, i pasti cui hanno partecipato una quindicina di persone e
varie conversazioni dello stesso Dani Haim sulla situazione politico - militare
in questo momento in Medio Oriente e sulle strutture e i programmi della Havvà.
Scopo principale di questo
shabbath è stato quello di raccontare l’esperienza vissuta alla Comunità e di
iniziare a programmare il prossimo seminario che si svolgerà sempre a
Gerusalemme alla Havvà a cavallo tra i mesi di luglio e agosto.
Il prossimo seminario prevede due sezioni: una dedicata ai giovani e un’altra
dedicata alle famiglie e alle persone che, secondo quanto previsto dal percorso
di conversione, devono trascorrere un certo periodo di studio in Israele,
secondo il programma stabilito del rabbino della Comunità. E’ stato già
nominato un coordinatore del Seminario che avrà il compito di preparare il
materiale per il programma. Il seminario verrà ampliato per consentire la
partecipazione di altre Comunità e istituzioni.
Allegato 2. Sullo
Shabbaton a Brindisi /da Sullam 102)
(17-19 Cheshvàn 5773)
La città di Brindisi ci accoglie
luminosa, con strade linde e ben curate. Il nostro albergo è nel cuore del
centro storico, proprio al confine della zona in cui sorgeva il quartiere
ebraico, compreso tra la chiesa dell’Annunziata e l’attuale corso Garibaldi. A
breve distanza, solo lo spazio di pochi passi, c’è via Giudea, la Ruga Lame Judayce
della toponomastica del Trecento. Ma gli Ebrei si erano stabiliti in città molto
prima, almeno dal IX secolo dell’e.v., come attesta il più antico reperto
rinvenuto, un’epigrafe sepolcrale con un lungo e bellissimo epitaffio in
lingua ebraica. Nel Rione Giudea gli ebrei avevano anche una scuola e, quasi
certamente, la sinagoga, forse in quella che fu poi la chiesa di Simone e
Giuda, semidistrutta già nel 1565 e infine rasa al suolo dai numerosi terremoti
verificatisi soprattutto nel XVIII secolo. Quella ebraica, pur tra alterne
vicende, episodi di persecuzione, conversioni forzate, politiche vessatorie e
antigiudaiche, era qui una comunità operosa e fiorente, presente in tutte le
attività economiche fino alla cacciata, tra il 1492, anno in cui Isabella la
cattolica promulgò l’editto con cui venivano allontanati gli ebrei dal regno
di Spagna, e il 1541, anno dell’espulsione definitiva dal Regno di Napoli
sancita dall’editto di Carlo V.
Questo incontro di inizio novembre, nel
clima mite di un autunno che sembra ancora estate, o primavera matura, segna
un passaggio denso di significato, non solo per la città di Brindisi, e per
gli ebrei suoi ospiti, ma per la storia stessa usurpata di un diritto: quello
di esistere come popolo, conservando con orgoglio un’identità sottratta spesso
insieme alla stessa vita.
Un evento importante, come si evince dallo
stesso titolo: “Stati generali degli ebrei dell’Italia Meridionale”. Eloquente
la nota di Shalom Bahbout, Rabbino Capo della Comunità di Napoli e del
Meridione d’Italia, in cui si legge che quella degli ebrei del Meridione e dei
loro discendenti è una delle storie più gloriose dell’ebraismo e che nessuno
può, una volta ancora, sottrarre loro il diritto di determinare la propria
identità e di tornare a far parte di Am Israel chai. L’evento di Brindisi,
continua Rav Bahbout, è dunque un’occasione importante per iniziare a discutere
su strategie e sfide dell’ebraismo nel Meridione affinché “… al suono del
grande shofàr (Isaia 27,13) i dispersi in terra d’Assiria e i respinti in
terra d’Egitto possano finalmente tornare a casa”. E in molti rispondono
all’appello: da diversi altri luoghi della Puglia, dalla Calabria e dalla
Sicilia e, naturalmente, dalla Campania, dove da quasi due secoli esiste una
Comunità Ebraica aderente all’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane),
si incontrano le realtà ebraiche sparse sull’ampio territorio di quello che fu
un tempo il Regno delle Due Sicilie. Oltre alle significativa presenza di Rav
Bahbout e del Dott. Pier Luigi Campagnano, Presidente della Comunità di
Napoli, si ritrovano a Brindisi anche membri di altre comunità italiane e
diversi ospiti provenienti anche da Israele.
Sono più di cinquanta, tra
ebrei e gherim, i partecipanti all’evento, che è, al di là di ogni altra
considerazione, soprattutto un incontro di carattere religioso. Ed è di nuovo
minyan, in città, dopo circa 5 secoli: si levano i canti dello Shabbat, si
prega e si mangia insieme. E si passeggia anche per le vie cittadine, ammirando
le bellezze del centro storico. La sera di sabato, infine, a Palazzo
Granafei-Nervegna si tiene la presentazione del libro di Roy Doliner “Il
disegno segreto. Il messaggio della Kabbalah nell’arte d’Italia”. L’autore,
studioso newyorkese esperto di Talmud e di storia dell’arte, illustra al
nutrito pubblico intervenuto aspetti inediti e sconosciuti di molte celebri
opere d’arte del Rinascimento italiano, rilette alla luce delle relazioni con
il mondo della mistica ebraica da cui i loro artefici avevano tratto profonda
ispirazione.
Un’organizzazione
perfetta, grazie al lavoro dell’avv. Cosimo Yehuda Pagliara e della moglie,
dott.ssa Maria Ruth Perrino, che hanno preparato con cura e con amore questo
Shabbaton che nessuno di noi potrà non ricordare.
Raffaella Turano
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