Riflessione di rav Scialom Bahbout, Rabbino capo di Napoli e del
Meridione, sulla parashah di Shabbat 29 Shevat (9 febbraio 2013)
Prese il libro del patto e lesse alle orecchie del popolo.
Dissero "tutto ciò che ha detto il Signore faremo e ascolteremo"
(Esodo 24: 7)
Dissero "tutto ciò che ha detto il Signore faremo e ascolteremo"
(Esodo 24: 7)
"E
si fermarono a piè del monte" (Esodo 19,17). rav Avdimi bar Chamà bar
Mechasà dice: da ciò si impara che il Santo, benedetto sia, inclinò sopra di
loro il monte a forma di tinozza rovesciata e disse loro: "Se accetterete
la Torà, bene; se no, questa sarà la vostra tomba". Rav Achà bar Jakov
dice: questo è un'importante dichiarazione circa la Torà (che sarebbe stata
accettata in stato di costrizione). Dice Ravà: però l'hanno accettata
volontariamente una seconda volta al tempo di Assuero, perché è scritto (Ester
9: 27): "Gli ebrei misero in pratica e accettarono" misero in pratica
ciò che avevano accettato.
(Resh Lakish dice) Dio ha concluso un contratto con le opere del creato: se Israele accetterà la Torà, voi continuerete a sussistere; se no, io vi riporterò nel caos.
Rabbi Simai ha così interpretato (questo passo): quando Israele (disse faremo e ascolteremo e) si impegnò a fare prima di ascoltare, seicentomila angeli del servizio divino - uno per ognuno dei figli d'Israele - vennero e posero due corone su ciascuno (dei figli d'Israele), una per "faremo" e l'altra per "ascolteremo"...
Rabbi Eliezer: quando Israele si impegnò a fare prima di ascoltare, una voce gridò dal cielo: chi ha rivelato ai miei figli questo segreto di cui si servono gli angeli? Perché sta scritto (Salmi 103: 20): "Benedite il Signore, voi, suoi angeli, eroi possenti, che eseguite i suoi ordini, attenti al suono della sua parola": prima fanno e poi ascoltano.
(Resh Lakish dice) Dio ha concluso un contratto con le opere del creato: se Israele accetterà la Torà, voi continuerete a sussistere; se no, io vi riporterò nel caos.
Rabbi Simai ha così interpretato (questo passo): quando Israele (disse faremo e ascolteremo e) si impegnò a fare prima di ascoltare, seicentomila angeli del servizio divino - uno per ognuno dei figli d'Israele - vennero e posero due corone su ciascuno (dei figli d'Israele), una per "faremo" e l'altra per "ascolteremo"...
Rabbi Eliezer: quando Israele si impegnò a fare prima di ascoltare, una voce gridò dal cielo: chi ha rivelato ai miei figli questo segreto di cui si servono gli angeli? Perché sta scritto (Salmi 103: 20): "Benedite il Signore, voi, suoi angeli, eroi possenti, che eseguite i suoi ordini, attenti al suono della sua parola": prima fanno e poi ascoltano.
(TB
Shabbat 88a)
L'espressione
"faremo e ascolteremo" è una delle più note della Torà e viene in
genere interpretata nel senso che Israele si sarebbe impegnato a osservare le
norme della Torà prima ancora di averle ascoltate, esattamente come fanno gli
angeli che eseguono gli ordini divini prima ancora di averli ascoltati, in
quanto sono una sua diretta emanazione: quindi, in un certo senso, è come se
Israele stesso fosse nella stessa condizione degli angeli. E' questo il motivo
per cui rabbi Simai afferma che questa frase rappresenta qualcosa di unico.
Ma
Israele, quando avrebbe pronunciato questa frase? Il capitolo 24 dell'Esodo,
che contiene la nostra affermazione, riferisce fatti accaduti prima o dopo la
promulgazione del Decalogo, narrata ai capitoli. 19 e 20 dell'Esodo?
Secondo
quanto è scritto nel midràsh, l'affermazione sarebbe stata detta prima del dono
della Torà, quando il Signore la offrì a Israele che l'accettò, mentre tutti i
popoli interpellati si erano rifiutati di accoglierla. E' questa l'opinione di
Rashi, mentre secondo Iben Ezra, Rashbam e Ramban i fatti narrati nel cap. 24
sarebbero accaduti dopo il Decalogo narrato nel cap. 19.
Ma
Israele accettò la Torà volontariamente o sotto costrizione? Vediamo alcune
risposte:
Mishpatim,
libro delle leggi civili,
da un manoscritto italiano del 15° secolo
dal sito della Biblioteca di Yale
da un manoscritto italiano del 15° secolo
dal sito della Biblioteca di Yale
Rav
Avdimì sostiene che gli
ebrei accettarono la Torà solo sotto la minaccia divina di distruggere tutto il
popolo, se questo non l'avesse accettata.
Rashi, in base al midrash citato, ritiene che
Israele l'accettò volontariamente;
Tosafot afferma che la minaccia fu solo un atto
preventivo: la vista del grande fuoco che avvolgeva il monte Sinai avrebbe
potuto indurre gli ebrei a rifiutarsi di accettare la Torà.
Maharsha ritiene che, nel dire "faremo e
ascolteremo", gli ebrei non intendevano accettare completamente la Torà:
accettarono volontariamente solo la Torà scritta, ma non quella orale che fu
imposta.
Ritvà: la dichiarazione di cui parla rav Achà
non va intesa alla lettera, ma piuttosto come una sorta di risposta ai minim (i
cristiani?): se questi avessero sostenuto che la Torà non doveva essere messa
in pratica perché era stata imposta, gli ebrei avrebbero potuto rispondere che
l'accettarono liberamente, nonostante la minaccia di soluzione finale ai tempi
di Assuero. L'opinione di rav Avdimì potrebbe essere anche interpretata come
una possibile risposta a chi avrebbe criticato gli ebrei costretti a
convertirsi durante le persecuzioni, poichè la Torà era stata imposta a
Israele.
Il
Maharal di Praga sostiene che entrambe le opinioni sono valide: da una
parte, la Torà, in quanto espressione perfetta della volontà divina, non poteva
che essere accettata dall'uomo; dall'altra, la Torà in quanto abito naturale
del popolo d'Israele, non poteva che essere accettata volontariamente da
Israele stesso. Che la Torà sia l'abito naturale del popolo ebraico, una
condizione alla quale non si può sfuggire, è messo bene in evidenza dalle parole
del profeta Ezechiele (20: 32): "Ciò che sale alla vostra mente non
avverrà: diverremo come le genti, come le altre tribù della terra, sì da
venerare il legno e la pietra. Per la mia vita, oracolo di Dio, mio Signore, sì
con mano ferma, con braccio teso e furore scatenato, regnerò su di voi."
E' questo il senso dell'opinione di Resh Lakish: Dio ha creato il mondo
ispirandosi alla Torà, ma senza Israele il mondo sarebbe destinato alla
distruzione e a un ritorno al caos primordiale.
La
frase "faremo e ascolteremo" sembra dovuta a una mancanza di
responsabilità (com'è possibile accettare un ordine senza neanche conoscerlo?):
in realtà si tratta di un'espressione che attribuisce a Israele una grande
responsabilità, quella di riempire il vuoto che "riempie" il mondo.
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