Dal sito di Shavei Israel
Shavei Israel
sponsorizza uno Shabbaton nel Sud Italia
e nomina un nuovo rabbino un lavorare con i Bené Anusim
e nomina un nuovo rabbino un lavorare con i Bené Anusim
Brian Blum
Rav Birnbaum a Belvedere Marittimo
Quando la maggior parte della gente pensa all'Inquisizione
e alla conseguente espulsione dalle terre in cui gli ebrei avevano vissuto per
centinaia di anni in Europa, il pensiero va immediatamente a Spagna e
Portogallo. Ma l'Inquisizione fu ugualmente attiva nel Meridione d'Italia. In
Sicilia, ad esempio, una volta c'erano 52 comunità ebraiche, tutte decimate nella
prima parte del 16° secolo [in realtà gli ebrei furono espulsi dalla Sicilia nel
1492, come dalla Sardegna, contemporaneamente all’espulsione dalla Spagna].
C'è un'altra somiglianza sorprendente e meno conosciuta:
come vi è oggi in Spagna e Portogallo un risveglio di consapevolezza tra i Bené
Anusim (discendenti di persone i cui antenati sono stati costretti a
convertirsi al cattolicesimo dall'Inquisizione circa 500 anni fa e in
riferimento ai quali gli storici usano il termine dispregiativo
"marrani") un parallelo risveglio sta accadendo nel Sud Italia.
Per far fronte a questo crescente interesse tra i Bené
Anusim italiani alle loro radici ebraiche, Shavei Israel ha collaborato con due organizzazioni ebraiche
italiane per offrire una programmazione speciale per quest’area. A partire da
questo mese, l'Italia meridionale avrà un proprio emissario di Shavei Israel. Rabbi Pinchas
Punterello, che in precedenza ha lavorato come rabbino della Comunità ebraica
di Napoli, ora viaggerà in tutto il territorio, incontrando e insegnando materie
ebraiche a individui e piccole comunità di Bené Anusim ovunque essi vivano, nelle città o nei paesi più
remoti.
Shavei Israel sta lavorando con la Comunità ebraica di Napoli e l'Ucei (Unione delle
Comunità ebraiche italiane) per organizzare attività per l'Italia meridionale.
Oltre ai viaggi di rav Punterello, ci saranno lezioni ebraiche tramite email e
Skype, oltre a seminari di fine settimana.
Il primo seminario del genere - uno Shabbaton - si è
tenuto dopo la metà di dicembre [il testo originale dice “all'inizio di questo mese”]
nella città costiera di Belvedere in Calabria e ha visto la
partecipazione di 80 persone. Lo Shabbaton è stata l'occasione per i Bené Anusim
del Sud Italia per incontrarsi, pregare, mangiare e studiare Torah. Ma forse,
cosa più importante, ha permesso al gruppo di discutere i rapidi cambiamenti
che si verificano con i Bené Anusim italiani e cosa si può fare per trasformare
questo crescente desiderio in azioni concrete.
Rabbi Eliyahu Birnbaum, Direttore educativo di Shavei Israel, ha guidato i nostri
sforzi nel Sud Italia. Egli spiega che vi è una nuova realtà " in cui la
gente vuole sempre più essere parte della comunità e della vita ebraica. Ma
questi discendenti di Anusim vivono in molti luoghi diversi, alcuni molto
isolati l'uno dall'altro. Questo rende tutto molto difficile. Il modo migliore
per connettere le persone al giudaismo è sempre attraverso una comunità. Ma
questo è impossibile per molti degli Anusim del Sud Italia".
I Bené Anusim in Italia meridionale scoprono le loro
radici negli stessi modi degli Anusim di altrove, dice Birnbaum: attraverso
storie di famiglia, misteriosi oggetti e libri ebraici scoperti in casa,
costumi strani sul mangiare, il sabato e i giorni festivi, e anche il lutto
rituale (come la copertura degli specchi dopo una morte). "Le persone stanno
uscendo allo scoperto e cercano di trovarci ", spiega il rabbino Birnbaum.
"Non abbiamo bisogno di convincerli. È il contrario. È evidente che
vogliono essere ebrei. Il nostro compito è fare del nostro meglio per aiutarli
nella loro ricerca".
Rav Punturello a Belvedere Marittimo,
in un momento di Devar Torah a tavola
in un momento di Devar Torah a tavola
A portare avanti il sostegno è il nuovo
emissario di Shavei,
rav Punterello, nato in Italia e trasferito in Israele alcuni anni fa, dove ha
studiato con il rabbino Birnbaum a Gerusalemme. Nel suo nuovo lavoro, rav Punterello trascorrerà ogni mese due settimane in Italia.
Che cosa è cambiato di recente nel Sud Italia che ha
portato ad un forte interesse per la riscoperta di una origine
ebraica a lungo nascosta? Rav Birnbaum suppone che sia parte integrante della vita del mondo
post-moderno. "Il loro interesse per l'ebraismo non è politico. Tutte
queste persone interessate alla loro storia sono professionisti con un buon
livello sociale ed economico. Ma hanno bisogni spirituali che non vengono
soddisfatti. Il riconnettersi alle loro radici li aiuta in questo".
Quanti Bené Anusim ci sono nel Sud Italia? “È troppo
presto per dirlo", dice rav Birnbaum. "Siamo solo all'inizio di un
processo". Il numero complessivo degli ebrei nel Sud Italia è di piccole
dimensioni: la Comunità ebraica di Napoli, per esempio, ha solo circa 250
membri, escluso quello dei Bené Anusim . Tuttavia, "di sicuro stiamo
parlando di migliaia di persone", afferma rav Birnbaum.
Il Sud Italia ha una lunga e spesso variegata storia
ebraica. La piccola città portuale di Trani una volta aveva una fiorente
presenza ebraica e non meno di quattro sinagoghe risalenti a oltre 1000 anni.
Mentre Trani oggi non ha comunità ebraica [in realtà Trani, con i suoi dintorni, costituisce una
Sezione della Comunità di Napoli], nel 2004, una delle sue sinagoghe
medievali, la Scolanova, è stata ufficialmente restituita alla Comunità ebraica,
dopo essere stato usata per secoli come chiesa. Il presidente di Shavei Israel, Michael Freund, ha
scritto su Trani qui.
In un altro villaggio del sud italiano, San Nicandro,
una comunità ebraica è nata dopo il 1930, quando Donato Manduzio, un contadino autodidatta
e disabile veterano della prima guerra mondiale, ha abbracciato l'ebraismo da
solo dopo una visione in sogno. La comunità conta quasi un centinaio di
persone, formalmente convertite dopo il 1945 [date lievemente corrette rispetto al testo
in inglese]. La maggior parte hanno fatto aliyah nel 1949.
Abbiamo una sezione completa sul nostro sito web con i dettagli su San Nicandro.
Oggi, ci sono ancora decine di membri della comunità
di San Nicandro, che vivono una vita ebraica e praticano l’ebraismo, anche se
non hanno subito una conversione formale. Shavei Israel mantiene i contatti con la comunità, e ha inviato diverso
materiale religioso e didattico. Inoltre, vi è una comunità di 35 Bené Anusim a
San Nicandro [questa parte su
Sannicandro mi sembra faccia un po’ di confusione, o forse sono io che sono
poco informato, o ho poca familiarità con l’inglese: a quanto ne so ci sono
alcune dozzine di sannicandresi tra convertiti formalmente all’ebraismo e quelli in cammino di conversione, ma
posso sbagliarmi]. Il rabbino Birnbaum ha scritto sulla comunità qui.
Da parte sua, il rabbino Birnbaum ha viaggiato in
Italia regolarmente negli ultimi due anni (in aggiunta al suo lavoro come
Direttore educativo di Shavei Israel, è anche Rabbino capo di Torino, e
passa i fine settimana con la sua Comunità). Rav Birnbaum parla correntemente
non solo in italiano, ma ebraico e spagnolo (è nato in Uruguay, ma ha fatto l'aliyah
quando era bambino). È anche stato Rabbino capo in Uruguay prima del suo
attuale incarico.
Rav Birnbaum dice che un altro Shabbaton per i Bené Anusim
del Sud Italia è già in fase di progettazione e che, una volta che Rav
Punterello avrà portato avanti il suo lavoro e sarà in grado di raccogliere più
input specifici da parte della comunità, si decideranno data e programma.
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