Dopo le leggi approvate in Spagna e in Portogallo, anche in Italia il 3
settembre 2015 è stata presentata dai deputati Maria Gaetana Greco
ed Emanuele Fiano la proposta
di legge C.3291, recante il titolo “Riconoscimento della cittadinanza italiana ai
discendenti da famiglie coinvolte nella diaspora ebraica del 1492”.
La
proposta, il 6 ottobre 2015, è stata assegnata in sede referente alla I
Commissione Affari Costituzionali, e in sede consultiva, per la
richiesta del parere, alle Commissioni II Giustizia, III Affari Esteri e V
Bilancio. L’esame
non è ancora iniziato.
Segue il testo della proposta di legge,
preceduto dalla relazione di presentazione.
Editto di espulsione degli ebrei del 1492 in lingua siciliana
Riconoscimento della cittadinanza italiana
ai discendenti da famiglie coinvolte nella diaspora ebraica del 1492
Onorevoli Colleghi! Con la presente proposta di legge si intende intervenire sul riconoscimento della cittadinanza ai discendenti da famiglie coinvolte della diaspora ebraica del 1492.
I possedimenti del Re Ferdinando II di Spagna in terra
italiana, nel corso dei secoli antecedenti il 1492, comprendevano gran parte
del meridione d'Italia.
In quel periodo storico tali territori erano abitati
per circa il 20 per cento da italiani di religione ebraica e costituivano la
colonia ebraica più popolata nell'area mediterranea.
La guerra per la conquista della città di Granada in
Spagna vide la popolazione ebraica schierarsi in favore dei musulmani e contro
Re Ferdinando II il quale, battuti i musulmani e conquistata la città, volle
punire tutto il popolo di religione ebraica presente all'interno del suo regno,
disponendo l'editto del 1492, che prevedeva l'espulsione di tutti i residenti
di religione ebraica e la conseguente confisca di tutti i loro possedimenti.
L'editto ebbe rapida applicazione e i cittadini di
religione ebraica del meridione, in poco tempo dovettero fuggire lasciando nei
territori ogni loro avere.
Molti italiani ripararono all'estero e molti
edificarono le giudecche del settentrione italiano.
A distanza di molti secoli, la Spagna ha riconosciuto
il diritto dei discendenti dei cittadini colpiti da tale diaspora, di
conservare la cittadinanza dello Stato di provenienza.
Oggi, le istituzioni ebraiche del meridione d'Italia, Charta
delle Judeche di Sicilia e Calabria, con l'Istituto internazionale
di cultura ebraica, nonché il suo comitato scientifico presieduto dal
professore Rav. Scialom Bahbout, rabbino capo di Venezia, ritengono necessario
ricordare tale diaspora e sollecitare il Parlamento italiano a concedere a
coloro che ne faranno richiesta, dimostrando la loro discendenza dagli italiani
della diaspora del 1492, la cittadinanza italiana.
L'approvazione della presente proposta di legge è
quindi necessaria, al fine di riparare a un grave torto subito dalla
popolazione ebraica del tempo e di ricostituire quel notevole patrimonio umano
che tanto slancio aveva dato e può dare all'economia ed allo sviluppo del
nostro Paese.
Esso costituisce, pertanto, un atto simbolico di
riparazione storica, anche se virtuale, al fine di porre rimedio al grave atto
di ingiustizia perpetrato in passato e rappresenta un nobile gesto di
accoglienza verso quanti, discendenti di cittadini italiani, vogliano ritornare
alla loro storia e alle loro radici, anche territoriali, per prendere coscienza
della loro italianità mai perduta.
Da Avot Sefarad, il decreto di Alhambra del 1492,
con cui gli ebrei furono espulsi dalla Spagna e dai suoi possedimenti,
comprese Sicilia e Sardegna
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. Possono richiedere la cittadinanza italiana coloro che dimostrano, in base al cognome e alla discendenza, di appartenere in linea genealogica a una famiglia di origini italiane di religione ebraica residente fino al 1492 nei territori oggetto della diaspora ebraica.
2. La cittadinanza
italiana può essere richiesta anche da coloro la cui madre abbia perso il
cognome ebraico di origine italiana a causa di matrimonio con una persona di
origini ebraiche italiane residente fino al 1492 nei territori oggetto della
diaspora ebraica.
3. Le condizioni di
cui ai commi 1 e 2 sono valutate da un comitato scientifico costituito da
rabbini indicati dall'Istituto internazionale di cultura ebraica.
4. Le domande per
il riconoscimento della cittadinanza italiana ai sensi dei commi 1 e 2 devono
essere inviate all'ambasciata italiana dello Stato nel quale risiede il
richiedente o a un ufficio di anagrafe dello Stato italiano. Tali enti
trasmettono le domande al comitato scientifico di cui al comma 3 per il parere,
che lo stesso comitato provvede a comunicare all'ente richiedente. Qualora il
parere sia positivo, l'ufficiale di anagrafe del luogo ove risiedeva la
famiglia di origine provvede a iscrivere il richiedente nelle liste del comune,
dandone comunicazione allo stesso richiedente.
Vorrei aggiungere due mie piccole osservazioni personali.
La prima riguarda il testo introduttivo di presentazione, dove si parla
di “atto simbolico di riparazione
storica, anche se virtuale”: non capisco in che senso è solo “virtuale”, tanto
più che poco prima si parlava di “ricostituire quel notevole patrimonio umano
che tanto slancio aveva dato e può dare all'economia ed allo sviluppo del
nostro Paese”. Se è un atto solo virtuale, come può dare slancio allo sviluppo
del Paese?
I luoghi di dispersione degli ebrei calabresi (e meridionali),
da un precedente post del blog
da un precedente post del blog
La seconda osservazione riguarda
quella che, secondo me, è un’imprecisione storica contenuta nella relazione
introduttiva, che ha poi ripercussione nel corpo del testo della proposta di
legge. Si afferma infatti della cacciata dal Meridione degli ebrei nel 1492, il
che corrisponde solo parzialmente a verità: nel 1492 gli ebrei (oltre che dalla
Spagna) furono cacciati dai suoi possedimenti, tra cui quelli italiani, che non
comprendevano però tutto il Sud Italia, ma solo Sicilia e Sardegna. Dal resto
del Mezzogiorno (passato alla Corona spagnola nel 1503) gli ebrei vennero
espulsi una prima volta nel 1511 e poi definitivamente nel 1541.
Manca quindi nel testo della
proposta di legge la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana a
quelli che furono cacciati dal Meridione continentale. Vero è che quelli
siciliani costituivano la maggioranza di tutti gli ebrei italiani del tempo, ma
è anche vero che non pochi furono gli ebrei ed i neofiti che dovettero
abbandonare Calabria, Puglia, Campania, ed altre regioni in cui la presenza
ebraica è meno conosciuta: Basilicata, Abruzzo, Molise.
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