QUI la
pagina Facebook dedicata all’evento
L'Amministrazione comunale di Bova Marina
celebra la giornata della Memoria insieme alla scrittrice Nadia Crucitti, che
parlerà del suo libro "Berlino 1940, La Convocazione", Edizioni
"Città del Sole", con la giornalista Francesca Martino.
L'evento si terrà il 29 gennaio 2016 alle ore 16,30
presso il Salone IRSSEC, Piazza Municipio a Bova Marina.
Sono previsti i saluti del Sindaco, l'avv.
Vincenzo Crupi, e dell'Assessore alla Cultura, Dott.ssa Maria Luisa Ollio.
Nel corso dell'incontro sarà proiettato un breve
filmato in ricordo delle vittime dell'olocausto.
Da TuttoQui
"Berlino 1940. La convocazione" di
Nadia Crucitti
Città del Sole Edizioni
All'ascesa di Hitler, molti degli artisti
che vivevano in Germania emigrano perché ebrei, altri vanno via per rifiuto
della dittatura.
L'attore Veit Harlan rimane perché la
nuova ideologia gli piace, perché ammira la sontuosità scenografica delle
adunate naziste, e soprattutto perché sta per raggiungere il suo vero
obiettivo, la regia cinematografica.
E resta anche perché crede che l'artista
possa creare rimanendo estraneo al suo tempo, senza subire condizionamenti
politici e pesanti compromessi.
Vanesio e superficiale, arrivista e
amante delle belle donne, Harlan non è antisemita ma, divenuto ormai famoso
grazie ai suoi rapporti con il potere, pagherà la sua scelta: Goebbels,
Ministro della Propaganda nazista, lo obbligherà a girare nel 1940, in pieno
conflitto bellico, Jud Süss, il film assurto a simbolo dell'antisemitismo, vero
e proprio strumento di propaganda della persecuzione contro gli ebrei.
Harlan realizza un'opera artisticamente
valida, come gli viene riconosciuto dai critici del tempo, tra cui il giovane
Michelangelo Antonioni, talmente coinvolgente che la sua visione provoca negli
spettatori, come voleva Goebbels, una recrudescenza dei sentimenti antiebraici.
Nel dopoguerra, Harlan e gli attori del
film saranno processati per crimini contro l'umanità, ma prosciolti.
Questo romanzo racconta la storia di un
uomo e di una nazione che preferirono, davanti all'instaurarsi di una dittatura
che aveva già in sé i germi del sistema criminale, non vedere e non sentire,
mettendo a tacere la propria coscienza ed evitando di scegliere. Ed è al
contempo un bellissimo affresco della storia del cinema degli anni '30 e '40,
in un periodo nel quale la sua potenza artistica e comunicativa si andava
imponendo agli intellettuali e alle masse.
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