Sono molto grato a Pietro Cristiano de Biase, che ha voluto condividere con noi la relazione, e soprattutto con l’emozione, sull’incontro che si è tenuto il 26 gennaio scorso a Santa Maria del Cedro, con la partecipazione del Rabbino Capo di Napoli.
Le foto sono dalla pagina Facebook di Giulia Fresca, Assessore ai lavori pubblici del Comune di Cosenza.
Quanti cliché sono caduti, cattiverie storiche
reciproche ed arbitrarie frutti di pregiudizi e incapacità di dialogo, sia
sugli ebrei che su Israele, e su noi calabresi del Mezzogiorno d'Italia, nei
vari interventi dei relatori-docenti coinvolti.
E che bello il "Va’ pensiero" interpretato
dagli scolari, ispirato al salmo 137, come ha precisato bene il professore di
musica: colonna sonora ideale della giornata, che evocava il tema di riscoprire
il tesoro comune con la civiltà ebraica con le poesie e le prose in dialetto
dei fanciulli.
Gran bel convegno concluso in modo fantastico dal Rabbino
capo di Napoli, rav Umberto Piperno, che ci ha presentato con dovizia di
particolari la grandezza simbolica e biblica del frutto del cedro, per farci
apprezzare ancora meglio l'unicità del nostro territorio e l'importanza di un
continuo interscambio culturale con l'ebraismo, non sciupando quella grande opportunità
che Dio concede agli uomini di ricostruire e rimediare agli errori che ciascuno
compie o ha compiuto, per una finalmente nuova civiltà dell'amore, dell'uomo
unificato e pacificato in ogni sua dimensione sia fisica, che psichica e spirituale,
sia culturale che religiosa, morale ed economica.
Tutti significati custoditi religiosamente nel cedro, dall'Eden,
sciupati da Adamo ed Eva e che noi possiamo riattivare.
Ma l'intervento del professor Giuseppe Aieta, che ha
suscitato l'applauso e l'entusiasmo sincero dei ragazzi, che spesso sono voci
di verità, e che hanno saputo percepire come lui creda veramente in quello che
dice e ci lavora concretamente.
Quello forse che manca a noi calabresi ed italiani in
genere, soprattutto se politici, direi ,e cito dal suo intervento, "così
bravi, sovente, ad argomentare, ma poco inclini a impegnarci per ‘quagliare’ ,concretizzare".
E il suo invito a guardarci uno dei grandi, vari film che la tv darà in ricordo
della Shoah, per fare tesoro del dolore, e farne uno stimolo per impegnarci in
una crescita reale ed umana, veramente umana. A me non piace dare
dell'onorevole a tutti solo perché si riveste un ruolo, ma al caro professore
il titolo di onorevole gli si addice tanto.
E cito ancora lui (in sintesi estrema): "la
nostra Riviera dei Cedri che ha il sapore di millenni di storia, è come i
castelli della Loira, una bellezza che non si ripete, che dobbiamo imparare ad
amare in ogni singolo e trascurato tratto, e che ancor di più dobbiamo
promuovere e proteggere, anche dal semplice e solo, come spesso accade, risvolto
economico dell'esistenza; siamo più che banche, politiche affaristiche o
influenze mafiose. Noi siamo bellezza".
Merita una nota anche l'intervento dell'assessore ai
lavori pubblici di Cosenza Giulia Fresca che ci ha parlato della Menorah
originale e di nuove ricerche; ma del suo intervento voglio riportare la poesia
con cui ha voluto onorare questo Giorno della Memoria:
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi sarò contento.
A che serve essere tristi, a che serve?
Perché soffia un vento cattivo?
Perché dovrei dolermi oggi del domani?
Forse il domani è buono
Forse il domani è chiaro.
Forse domani splenderà ancora il sole
E non vi sarà motivo di tristezza.
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi, oggi sarò contento.
E a ogni amaro giorno dirò:
“Da domani sarò triste. Oggi no”-
(scritta di un ignoto ragazzo ebreo sul muro del ghetto di Varsavia nel
1941)
Pietro Cristiano de Biase
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