Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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martedì 19 gennaio 2016

Artista del teatro yiddish in Calabria

Da Corriere della Calabria



Amy Coleman torna in Calabria

Due impegni artistici vedono coinvolta la grande interprete sia in una piéce teatrale,
che si terrà a Reggio Calabria al Teatro Cilea il 20 gennaio,
che in un concerto con una band, tutta calabrese,
al teatro dell'Acquario di Cosenza il 23 gennaio
Cosenza. Torna in Calabria Amy Coleman per due impegni artistici che la vedono coinvolta sia per una piéce teatrale, che si terrà a Reggio Calabria al Teatro Cilea il 20 gennaio, che per un concerto con una band, tutta calabrese, al teatro dell'Acquario di Cosenza il 23 gennaio. Quella del Teatro dell'Acquario è una buona occasione per ascoltare dal vivo dell'ottimo rhythm and blues dalla voce di un'artista dall'incredibile forza espressiva. A fianco della grande interprete una mega band composta da Angelo Mirabelli al basso, Domenico Sangiovanni alla batteria, Giuseppe Romagno guitars, Paolo Chiaia piano e tastiere, ed una sezione di fiati che vede schierati Giuseppe Oliveto con i Takabum. La Coleman ha lavorato in importanti produzioni teatrali da New York a Los Angeles, e ha al proprio attivo importanti ruoli in show di Broadway, come Maria Maddalena in Jesus Christ Superstar, di Andrew Lloyd Webber e vari ruoli da protagonista (The Little Shop of Horror, The last Session etc...). Pareri entusiasti per il percorso professionale di Amy e i colori della sua possente voce che va dallo "smoky blues" sino al "piercing high soprano, arrivano da testate come il "Village Voice" o dal "New York Times", che definiscono l'artista come una delle più intriganti esponenti del blues di tutti i tempi.
Il suo impegno sociale l'ha portata a essere in prima linea per sostenere varie raccolte fondi a favore di paesi in via di sviluppo. Ama la Calabria a cui è profondamente legata da tempo. Un rapporto solido che si rinvogorisce attraverso progetti importanti. Fra i più recenti, " Mio cognato Mastrovaknich": piéce teatrale di Ciro Lenti, ambientata nel campo d'internamento di Ferramonti, al fianco di Paolo Mauro e Marco Silani, con la regia di Adriana Toman, produzione realizzata in occasione delle giornate della memoria, in ricordo dell'olocausto del mondo ebraico. Un tema, quello della discriminazione che sta particolarmente a cuore ad Amy Coleman, che nel 2009 a New York ha fondato il "Nuovo Yiddish Repertory Theater" assieme a David Mandelbaum; compagnia teatrale nata da un'idea di David Mandelbaum, figlio di polacchi sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti.
Un progetto notevole che in questi anni ha prodotto innumerevoli messe in scena di testi, sia di nuova creazione e portatori di un pensiero provocatorio, che testi tradotti in lingua yiddish tratti dal teatro classico e contemporaneo, riscuotendo un notevole interesse nel mare magnum delle produzioni di spettacoli di ogni genere, proprio della grande mela. Così fin dalla sua nascita, New Yiddish Rep. ha raccolto uno straordinario consenso da parte della critica newyorkese per la sua caratteristica di rottura attraverso le produzioni di versioni in yiddish di Samuel Beckett , come "Aspettando Godot" e di Arthur Miller "Morte di un commesso viaggiatore" etc .
Produzioni del New Yiddish Rep sono state esportate in Italia, Israele, Irlanda e Svezia.

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