I giorni da Rosh haShanah (Capodanno) a Yom Kippur (Giorno dell'Espiazione) sono conosciuti come Yomim Nora'im (Giorni terribili) o Aseret Yeme Teshuvah (Dieci giorni di conversione), nei quali il Santo determina il giudizio sulle azioni degli uomini nell'anno precedente, e ne iscrive il nome nel libro della vita o in quello della morte.
Ognuno è tenuto a fare un bilancio delle proprie azioni, e cercare di partecipare della vita, considerandosi come se nell'anno passato le sue colpe fossero state quanto i suoi meriti, e basterà un'azione buona o un'azione cattiva in più a determinare il suo destino.
In questo periodo vi sono alcune azioni particolari da compiere.
Ognuno è tenuto a fare un bilancio delle proprie azioni, e cercare di partecipare della vita, considerandosi come se nell'anno passato le sue colpe fossero state quanto i suoi meriti, e basterà un'azione buona o un'azione cattiva in più a determinare il suo destino.
In questo periodo vi sono alcune azioni particolari da compiere.
Introduzione
Il periodo di dieci giorni da Rosh Hashanah e Yom Kippur è chiamato Asseret yeme teshuvah (dieci giorni del pentimento).
Il Talmud considera questo periodo particolarmente propizio al pentimento: Cercate l’Eterno quando è vicino (Isaia 55 :6). E quando si può trovare D-o ? Rabba B. Abuha ha detto : durante i dieci giorni da Rosh Hashanah fino a Yom Kippur (B. Rosh Hashanah 18a). A Rosh Hashanah facciamo i primi passi verso l’espiazione. Il riconoscimento iniziale della colpa e il rimorso che lo accompagna non sono tutto. Il Talmud chiede: come possiamo sapere se il pentimento è perfetto e se il perdono è accordato? E la risposta che da' è la seguente: se dopo aver riparato la colpa, aver chiesto perdono e trovandoci in una situazione identica, non ripetiamo lo stesso errore, allora il pentimento è perfetto e il perdono è accordato (B. Yoma 86b). In attesa, dopo aver riparato l’errore e chiesto il perdono di coloro che sono stati feriti e averlo ricevuto, ci si volge verso D-o ne si implora il suo perdono (B. Baba kama 9 :7).
Durante questo periodo deve essere fatto di tutto per riconciliarci con il nostro prossimo e con D-o.la tradizione insegna che Yom Kippur porta il perdono per le colpe commesse verso D-o, ma non per quelle commesse verso gli altri, se prima non abbiamo ottenuto il perdono di coloro che abbiamo offesi (M. Yoma 8 :9).
Lo Shabbat durante gli Asseret yeme teshuvah si chiama Shabbat Shuvah (Shabbat del ritorno) ed è un momento importante che ci porta a volgerci verso gli altri e a considerare il nostro modo di agire. È perche' ci volgiamo verso noi stessi che possiamo poi volgerci verso il nostro prossimo e verso D-o.
L’autocritica
Metterci in discussione e riflettere sui nostri atti dell’anno trascorso in questo periodo che inizia a Rosh Hashanah e termina a Yom Kippur è una Mitzvah. Ed è pure una Mitzvah stabilire come migliorare il nostro comportamento nell’anno a venire.
La concezione talmudica del perdono implica la confessione esplicita della colpa ore (??? Manca qualcosa...) (B. Yoma 36b, 86b). E questo non puo' aver luogo se non dopo aver passato in rassegna atti e pensieri, prendendo come punto di riferimento le Mitzvot nel loro insieme.
Durante questi giorni ci si sforzera' di riservare un momento quotidiano da dedicare alla riflessione e alla introspezione.
La riconciliazione
É una Mitzvah, durante i 10 giorni del pentimento, cercare di riconciliarsi con coloro ai quali abbiamo fatto del male durante l’anno trascorso.
La nostra tradizione insegna che D-o perdona le colpe che abbiamo commesso verso di lui, quanto a quelle commesse verso gli altri, dobbiamo innanzitutto ottenere il loro perdono prima che D-o ci accordi il suo (M. Yoma 8 :9). Dobbiamo avvicinarci a coloro che abbiamo offeso per ottenere il loro perdono e riconciliarci con loro.
Il perdono
Concedere il perdono a chi ce lo chiede è una Mitzvah.
Chiedere il perdono ed essere perdonati fa parte del processo del pentimento (M. Baba Kama 9 :7). Maimonide, citando il Levitico: non vendicarti e non tieni rancore (19 :18) afferma che chi rifiuta di perdonare commette una colpa grave.
La procedura del perdono coinvolge tutti i protagonisti, colui che ha commesso la colpa e colui che è stato leso, ed esige da parte di entrambe un lavoro di ritorno su se stessi e verso gli altri. Afferma il carattere distruttivo per la societa' dei conflitti non risolti e propone di ricostruire le relazioni tra individui sulla base del riconoscere i propri errori e della accettazione del perdono. Il Talmud precisa: quando viene chiesto il nostro perdono, dobbiamo essere flessibili come il giunco e non rigidi come il cedro (B. Taanit 20a). Perdonare è costruttivo per tutti i protagonisti.
Andare sulle tombe degli scomparsi
Sono molti, durante gli Asseret yeme teshuvah, coloro che vanno a far visita alle tombe dei propri defunti (c.a. Orah Hayim 581.4).
Shabbat Shuvah
Lo Shabbat tra Rosh Hashanah e Yom Kippur è chiamato Shabbat Shuvah (Shabbat del ritorno). Questo nome viene dalla haftarah (Osea 14, 2-10) che inizia con queste parole : Shuvah Israel (ritorna Israele). Dobbiamo fare uno sforzo particolare per partecipare all’uffizio di Shabbat Shuvah e ascoltare la Haftarah che ci invita, in vista di Yom Kippur, alla introspezione e a un ritorno verso D-o.
Il periodo di dieci giorni da Rosh Hashanah e Yom Kippur è chiamato Asseret yeme teshuvah (dieci giorni del pentimento).
Il Talmud considera questo periodo particolarmente propizio al pentimento: Cercate l’Eterno quando è vicino (Isaia 55 :6). E quando si può trovare D-o ? Rabba B. Abuha ha detto : durante i dieci giorni da Rosh Hashanah fino a Yom Kippur (B. Rosh Hashanah 18a). A Rosh Hashanah facciamo i primi passi verso l’espiazione. Il riconoscimento iniziale della colpa e il rimorso che lo accompagna non sono tutto. Il Talmud chiede: come possiamo sapere se il pentimento è perfetto e se il perdono è accordato? E la risposta che da' è la seguente: se dopo aver riparato la colpa, aver chiesto perdono e trovandoci in una situazione identica, non ripetiamo lo stesso errore, allora il pentimento è perfetto e il perdono è accordato (B. Yoma 86b). In attesa, dopo aver riparato l’errore e chiesto il perdono di coloro che sono stati feriti e averlo ricevuto, ci si volge verso D-o ne si implora il suo perdono (B. Baba kama 9 :7).
Durante questo periodo deve essere fatto di tutto per riconciliarci con il nostro prossimo e con D-o.la tradizione insegna che Yom Kippur porta il perdono per le colpe commesse verso D-o, ma non per quelle commesse verso gli altri, se prima non abbiamo ottenuto il perdono di coloro che abbiamo offesi (M. Yoma 8 :9).
Lo Shabbat durante gli Asseret yeme teshuvah si chiama Shabbat Shuvah (Shabbat del ritorno) ed è un momento importante che ci porta a volgerci verso gli altri e a considerare il nostro modo di agire. È perche' ci volgiamo verso noi stessi che possiamo poi volgerci verso il nostro prossimo e verso D-o.
L’autocritica
Metterci in discussione e riflettere sui nostri atti dell’anno trascorso in questo periodo che inizia a Rosh Hashanah e termina a Yom Kippur è una Mitzvah. Ed è pure una Mitzvah stabilire come migliorare il nostro comportamento nell’anno a venire.
La concezione talmudica del perdono implica la confessione esplicita della colpa ore (??? Manca qualcosa...) (B. Yoma 36b, 86b). E questo non puo' aver luogo se non dopo aver passato in rassegna atti e pensieri, prendendo come punto di riferimento le Mitzvot nel loro insieme.
Durante questi giorni ci si sforzera' di riservare un momento quotidiano da dedicare alla riflessione e alla introspezione.
La riconciliazione
É una Mitzvah, durante i 10 giorni del pentimento, cercare di riconciliarsi con coloro ai quali abbiamo fatto del male durante l’anno trascorso.
La nostra tradizione insegna che D-o perdona le colpe che abbiamo commesso verso di lui, quanto a quelle commesse verso gli altri, dobbiamo innanzitutto ottenere il loro perdono prima che D-o ci accordi il suo (M. Yoma 8 :9). Dobbiamo avvicinarci a coloro che abbiamo offeso per ottenere il loro perdono e riconciliarci con loro.
Il perdono
Concedere il perdono a chi ce lo chiede è una Mitzvah.
Chiedere il perdono ed essere perdonati fa parte del processo del pentimento (M. Baba Kama 9 :7). Maimonide, citando il Levitico: non vendicarti e non tieni rancore (19 :18) afferma che chi rifiuta di perdonare commette una colpa grave.
La procedura del perdono coinvolge tutti i protagonisti, colui che ha commesso la colpa e colui che è stato leso, ed esige da parte di entrambe un lavoro di ritorno su se stessi e verso gli altri. Afferma il carattere distruttivo per la societa' dei conflitti non risolti e propone di ricostruire le relazioni tra individui sulla base del riconoscere i propri errori e della accettazione del perdono. Il Talmud precisa: quando viene chiesto il nostro perdono, dobbiamo essere flessibili come il giunco e non rigidi come il cedro (B. Taanit 20a). Perdonare è costruttivo per tutti i protagonisti.
Andare sulle tombe degli scomparsi
Sono molti, durante gli Asseret yeme teshuvah, coloro che vanno a far visita alle tombe dei propri defunti (c.a. Orah Hayim 581.4).
Shabbat Shuvah
Lo Shabbat tra Rosh Hashanah e Yom Kippur è chiamato Shabbat Shuvah (Shabbat del ritorno). Questo nome viene dalla haftarah (Osea 14, 2-10) che inizia con queste parole : Shuvah Israel (ritorna Israele). Dobbiamo fare uno sforzo particolare per partecipare all’uffizio di Shabbat Shuvah e ascoltare la Haftarah che ci invita, in vista di Yom Kippur, alla introspezione e a un ritorno verso D-o.
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