II) Il luogo ormai abituale e consolidato della
liturgia ebraica (accanto alle altre funzioni che svolge, come dicevo sopra) è
proprio la sinagoga. Questa sorgeva dove c’erano comunità di una certa
rilevanza numerica, che potessero avere costantemente il minyan, dove vi
fossero abbastanza bambini, ragazzi, giovani e anche adulti da istruire, e che
potesse mantenere agevolmente l’istituzione, con contributi di tutti i membri,
e spesso da parte di uno o più benefattori che avessero una certa disponibilità
economica.
Di
sinagoghe in Calabria si hanno scarse informazioni, poche sono le sinagoghe individuate,
e solo per una si è certi della localizzazione.
1) Si tratta della sinagoga di Bova Marina, la più antica e senza dubbio l’unica che ha lasciato ben
visibili le sue strutture architettoniche e decorative.
2) Un’antichissima sinagoga sorgeva anche a Reggio, ma non ne è rimasta traccia che in una semplice
iscrizione su tabella di pietra, in caratteri greci, fortunosamente rinvenuta
tra i detriti del terremoto del 1908.
Nell’XI secolo si ricorda Moshè, hazan, cantore della sinagoga di Reggio.
La sinagoga, in epoca angioina, sorgeva presso un’area popolata da cristiani, che lamentavano i clamori del culto ebraico durante le loro celebrazioni e ne chiedevano la demolizione o il ricollocamento all'interno della Giudecca. I governanti angioini decisero che i cristiani, che la sinagoga venisse demolita o che venisse utilizzata da loro, avrebbero dovuto dare agli ebrei la somma per permetterne la riedificazione nella Giudecca.
Nell’XI secolo si ricorda Moshè, hazan, cantore della sinagoga di Reggio.
La sinagoga, in epoca angioina, sorgeva presso un’area popolata da cristiani, che lamentavano i clamori del culto ebraico durante le loro celebrazioni e ne chiedevano la demolizione o il ricollocamento all'interno della Giudecca. I governanti angioini decisero che i cristiani, che la sinagoga venisse demolita o che venisse utilizzata da loro, avrebbero dovuto dare agli ebrei la somma per permetterne la riedificazione nella Giudecca.
3) Una sinagoga vi era a Cosenza, ma sono state proposte tre o quattro ipotesi di ocalizzazioni, sulla
quale ancora non vi è accordo tra gli studiosi. L'area più probabile sembra essere quella dove in seguito sorgerà il complesso monastico delle clarisse, detto delle Vergini.
4) Protagonista di una vicenda
particolare fu la sinagoga di Castrovillari, che, insieme agli altri ambienti
della Comunità, fu ceduta alla città in occasione dell’espulsione degli ebrei
nel 1511, con l’impegno di restituirla se gli ebrei fossero tornati entro un
determinato lasso di tempo. Infatti presto tornarono, e (cosa incredibile a quei
tempi) l’amministrazione cittadina fu fedele ai patti. Espulsi di nuovo nel
1541, stabilirono con la città lo stesso accordo, ma da allora non tornarono
più. Chissà se un avvocato può esaminare la cosa… (si scherza ovviamente, i termini sono ampiamente scaduti).
5) Un’altra vicenda
particolare e controtendenza per quei tempi, riguardò la sinagoga di Montalto Uffugo, alla quale un frate si impegnò a fornire l’olio per l’illuminazione. Un
po’ per cercare di convertirli, ma forse un po’ (è solo un mio pensiero) per
genuino affetto.
6) Abbiamo poi citazioni
della sinagoga di Gerace, che Carlo d'Angiò, Duca di Calabria, concesse di restaurare o anche ricostruire nel 1311, per le ingiurie subite dal
tempo e dai periodici attacchi antisemiti.
È incerto che l’iscrizione marmorea trovata a Gerace si riferisca ad una sinagoga, ad un mikveh o ad altro, come hanno alternativamente ipotizzato i vari studiosi.
È incerto che l’iscrizione marmorea trovata a Gerace si riferisca ad una sinagoga, ad un mikveh o ad altro, come hanno alternativamente ipotizzato i vari studiosi.
7
- 8) La
stessa autorizzazione riguardò nel 1324 la sinagoga di Cotrone (Crotone) e la sinagoga di Rossano. Recentemente è stato attribuito al cantore della sinagoga di Rossano, mentre prima era riferito ad uno
scrittore russo, un commento alla Torah ritenuto di grande interesse in quanto
presenta termini greci traslitterati in ebraico ed anche parole in volgare, il
calabrese del tempo, sempre scritte in ebraico.
Ricordiamo che generalmente le leggi degli Stati cristiani prevedevano il divieto di costruire nuove sinagoghe, e il restauro di quelle già esistenti doveva essere autorizzato, garantendo che non sarebbero però state elevate o abbellite.
Ricordiamo che generalmente le leggi degli Stati cristiani prevedevano il divieto di costruire nuove sinagoghe, e il restauro di quelle già esistenti doveva essere autorizzato, garantendo che non sarebbero però state elevate o abbellite.
9) Una sinagoga sorgeva a Catanzaro, e a questa pare riferirsi una lapide marmorea (purtroppo dispersa)
che recava in caratteri ebraici la scritta “travi di Mosé”, probabilmente da
riferirsi al materiale in cui era costruita. La sinagoga, a detta dei maggiori
studiosi, va individuata nella chiesa di Santo Stefano, che sorge nell’antica
Judeca, dove ora si trova Palazzo Fazzari.
Tutte
qui le sinagoghe calabresi di cui siamo a conoscenza, e tra queste solo di quella
di Bova Marina abbiamo certezza della localizzazione.
A) Accesissimo è il
dibattito sulla sinagoga di Nicastro, individuata per primo dallo studioso
Vincenzo Villella, anche per il suo rosone a forma di stella a 6 punte, nella
chiesa di sant’Agazio, che sorge all’interno del Timpone, il rione della città
ritenuto sede della locale Judeca.
III) In alcune località, in cui la comunità era più
piccola o più povera, poteva non esistere una sinagoga, ma un locale
comunitario che ne svolgesse, anche parzialmente, le funzioni come luogo di
incontro, di preghiera e di studio, accoglienza degli ebrei di passaggio e così
via. Vi poteva essere anche un Sefer Torah, magari non come armadio, ma come
nicchia incavata nella parete.
Questi ambienti dovevano essere più numerosi delle
sinagoghe, ma per la loro modestia è difficile che abbiano lasciato tracce. Sospette
di appartenere alla terza tipologia sono, senza evidenza di prove scientifiche,
solo poche costruzioni.
B) L’altro edificio si trova a Caccuri (KR), ed ha
maggiori possibilità di risultare un’antica sinagoga, come ipotizzato da una
studiosa ebrea: purtroppo le ricerche non sono state approfondite e non è stato
possibile trasformare l’ipotesi in certezza.
IV) Dove infine la comunità era veramente minuscola,
molto povera e magari non percepiva la sua presenza come stanziale, poteva non
esserci del tutto un ambiente comune, ma una famiglia tra quelle più benestanti
si offriva di ospitare la tefillah, magari anche a rotazione tra varie famiglie.
Di questa tipologia non abbiamo nulla da rilevare,
non perché mancasse, ma perché la modestia, precarietà e mancanza di particolari
caratteristiche o strutture architettoniche non permette di individuarla.
V) In alcuni casi si poteva trattare di sinagoghe
nascoste, dopo la cacciata degli ebrei, usate dai Bené Anusim, i marrani che erano
rimasti fingendo la conversione.
a) Trova qui posto la sospetta sinagoga di Castrovillari,
situata nel Palazzo Salituri, che sorge nell’antica Judeca, su una cui parete è
stato rinvenuto un affresco che sembrerebbe raffigurare la Menorah.
b) A Serrastretta, secondo Barbara Aiello che ne è originaria,
la nicchia nel muro della casa in cui abita potrebbe indicare l’ambiente in cui
si riunivano a pregare vicini alla Torah tenuta nella nicchia sulla parete, i
Bené Anusim.
10) Devo citare questo ambiente come l’unica sinagoga
attualmente attiva in Calabria, almeno in alcuni periodi dell’anno ed in
particolari occasioni festive.
Quindi, il censimento delle sinagoghe calabresi è
presto fatto.
Ne abbiamo 10 (numeri da 1 a 10) che erano senza
dubbio delle sinagoghe; 2 potrebbero essere state delle sinagoghe, ma non ne
abbiamo la certezza (A - Nicastro; B - Caccuri); altri due
ambienti potrebbero essere stati luogo di raduno (a - Castrovillari; b
- Serrastretta).
Si tratta di 14 sole sinagoghe rilevate o ipotizzate.
Pare difficile che fossero davvero così poche, credo che in questo campo si apra
un grande (ma sicuramente difficile) ambito di ricerca.
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