DATI ARCHEOLOGICI
Titulus di sinagoga di Reggio (IV sec. dC ca.)
da La sinagoga dei giudei in epoca romana di Enrico Tromba
da La sinagoga dei giudei in epoca romana di Enrico Tromba
REGGIO
La prima testimonianza archeologica è stata pubblicata da Antonio Ferrua nella Rivista di archeologia cristiana XXVI, 1950, nell'articolo Titulus di una sinagoga (a Reggio Cal., prima metà del sec. IV).
Si vedono nettamente alcune lettere scritte nell'alfabeto greco: ΙΟΥΔΑΙ/ΩΝ; al di sopra (non visibili nella foto) si intravede la base delle lettere ΩΝ, di modo che l'intera scritta è ricomponibile come
[ΣΥΝΑΓΩ/ΓΗΤ](ΩΝ)/ΙΟΥΔΑΙ/ΩΝ
synagoge ton ioudaion
Sinagoga degli Ebrei.
Abbiamo quindi la prova inoppugnabile che la presenza di ebrei in Calabria (e segnatamente a Reggio) è assolutamente dimostrata.
Da questo reperto, gli studiosi deducono che si tratti di una comunità che parla greco, mentre il resto della popolazione è ormai latinizzata, ma di questo (a mio parere) non possiamo essere del tutto sicuri, in quanto non sappiamo se nel testo mancante fosse riportata anche la dizione in latino e/o in ebraico: l'ebraico (e mi sembra strano che comunque non ci fosse) per la comunità, il latino per la popolazione locale (e per gli ebrei eventualmente ormai naturalizzati) e il greco per i "forestieri", non dobbiamo infatti dimenticare che Reggio era una città commerciale e portuale, al centro di traffici provenienti da aree orientali in cui vivevano e da cui transitavano moltissimi ebrei ellenizzati. Non possiamo quindi escludere che gli ebrei locali, vivendoci ormai da molto tempo (come dimostra il tentativo di Giuseppe Flavio di fare di Reggio una città di origine biblica) parlassero il latino come tutti i cittadini; purtroppo la sola presenza di questa lapide non ci permette di dire niente riguardo all'insediamento della comunità ebraica, se non che esistesse all'epoca dell'affermazione del cristianesimo.
Si vedono nettamente alcune lettere scritte nell'alfabeto greco: ΙΟΥΔΑΙ/ΩΝ; al di sopra (non visibili nella foto) si intravede la base delle lettere ΩΝ, di modo che l'intera scritta è ricomponibile come
[ΣΥΝΑΓΩ/ΓΗΤ](ΩΝ)/ΙΟΥΔΑΙ/ΩΝ
synagoge ton ioudaion
Sinagoga degli Ebrei.
Abbiamo quindi la prova inoppugnabile che la presenza di ebrei in Calabria (e segnatamente a Reggio) è assolutamente dimostrata.
Da questo reperto, gli studiosi deducono che si tratti di una comunità che parla greco, mentre il resto della popolazione è ormai latinizzata, ma di questo (a mio parere) non possiamo essere del tutto sicuri, in quanto non sappiamo se nel testo mancante fosse riportata anche la dizione in latino e/o in ebraico: l'ebraico (e mi sembra strano che comunque non ci fosse) per la comunità, il latino per la popolazione locale (e per gli ebrei eventualmente ormai naturalizzati) e il greco per i "forestieri", non dobbiamo infatti dimenticare che Reggio era una città commerciale e portuale, al centro di traffici provenienti da aree orientali in cui vivevano e da cui transitavano moltissimi ebrei ellenizzati. Non possiamo quindi escludere che gli ebrei locali, vivendoci ormai da molto tempo (come dimostra il tentativo di Giuseppe Flavio di fare di Reggio una città di origine biblica) parlassero il latino come tutti i cittadini; purtroppo la sola presenza di questa lapide non ci permette di dire niente riguardo all'insediamento della comunità ebraica, se non che esistesse all'epoca dell'affermazione del cristianesimo.
Lucerna dalla necropoli di Lazzaro (IV/VI sec. dC)
da La sinagoga dei giudei in epoca romana di Enrico Tromba
All'incirca contemporanea della lapide di Reggio, è la lucerna rinvenuta poco lontano, in una necropoli di Lazzaro (Motta San Giovanni), corrispondente all'antica Leucopetra, con la raffigurazione della menorah, il candelabro a sette braccia, simbolo per eccellenza della religione ebraica. Si tratta di un manufatto di provenienza africana, ed è stata rinvenuta insieme ad altre analoghe, ma di impronta cristiana. Escluso il riutilizzo per una sepoltura da parte dei cristiani, non resta che la certezza di una pertinenza ad un defunto ebreo. Se poi questo sia segno della presenza di una comunità o solo di singoli ebrei, non è dato saperlo, allo stato delle cose; resta il fatto che non solo a Reggio, ma anche in centri minori circostanti gli ebrei si trovassero in un'epoca così antica.
BOVA MARINA
A confermarci questo, è stato il ritrovamento casuale, alla fine degli anni '80, grazie ai lavori di scasso per il rifacimento della statale 106, di quello che è il maggiore rinvenimento ebraico in Calabria: la sinagoga di Bova Marina, la più antica sinagoga dell'Occidente, dopo quella di Ostia Antica. A questo importantissimo sito dedicherò un post apposito, vista la sua rilevanza: qui mi limiterò a qualche cenno. La sinagoga, che sorge in quella che dovrebbe essere l'antica statio romana di Scylae, mostra due fasi di costruzione, del IV e del VI sec. dC, accanto si trova un cimitero, e vi è stato rinvenuto un tesoretto di migliaia di monete che mostrano, oltre alla relativa ricchezza della comunità, anche la lunga durata dell'insediamento. Sono stati rinvenuti bellissimi mosaici con motivi senza dubbio ebraici, tra i quali quello a sinistra, che mostra la menorah (nella foto si vede solo la base) con accanto lo shofar (il corno di montone rituale) e il cedro. Nei pressi si trova anche quello che potrebbe essere (ma è da accertare) un miqweh (bagno rituale).
VIBO - SCOLACIUM... e altro?
Finora (e fino a pochissimi anni fa), l'antica presenza ebraica in Calabria sembrava dunque accertata solo nell'estremo Sud jonico, intorno allo Stretto di Messina, punto nevralgico di traffici da e verso l'Africa e l'Oriente, ma negli ultimissimi anni alcuni ritrovamenti fortunati, di cui ho parlato in un post precedente, ci hanno permesso di estendere l'ipotesi della presenza ebraica antica più a nord e anche sul Tirreno, specificamente a Vibo e a Scolacium.
Non ripeterò qui quello che ho già scritto nel post citato, ma vorrei fare qualche piccola considerazione.
La presenza degli ebrei in Calabria è non solo antica, ma anche diffusa, essenzialmente nei centi commerciali e lungo la costa, in grandi e piccole città; purtroppo, per il lungo tempo trascorso, la carenza di fondi per la ricerca, la natura geologica (terremoti, maremoti, frane, alluvioni...) della nostra terrra, molte tracce sono andate inevitabilmente perdute, forse per sempre, ed inoltre, una sorta di damnatio memoriae di questi "deicidi" ha sicuramente cancellato il ricordo (oltre ad aver trasformato in chiese cristiane antiche sinagoghe), anche se non è da escludere che nuove ricerche ci daranno ulteriori testimonianze; ma credo che già questi ritrovamenti ci possano far legittimamente pensare che Strabone avesse ragione anche per la Calabria, dicendo che "non è facile trovare un solo luogo nel quale gli ebrei non siano presenti".
Inoltre in vari autori trovo citatata la presenza in Calabria di antiche iscrizioni ebraiche e addirittura samaritane, ma putroppo non si tratta che di scarne citazioni: non ho trovato riferimenti più precisi.
Un ulteriore indizio dell'antichità della presenza ebraica in Calabria si potrebbe ricavare anche da un argomento a silentio: a parte il mito di Aschenez, non si parla mai di una venuta degli ebrei in Calabria (lo farà Giovanni Fiore, ponendola nel 1284, ma è un'informazione, come vedremo, ...mal informata), ma vengono sempre citati come se la loro presenza fosse notoria e già antica.
Un'ultima osservazione riguarda la dislocazione dei luoghi in cui sono stati trovati reperti ebraici.
Nella carta accanto, la famosa Tabula Peutingeriana, riproduzione di una carta geografica di età tardo imperiale, ho segnao sulla parte calabrese, la posizione delle località citate. Nell'ordine: Castra Hannibalis (Scolacium), Scilae (Bova Marina), Leucopetra (Lazzaro), Reggio, Balentia (Vibo). Sono tutte località lungo l'importante strada costiera che cingeva (e cinge tuttora) la Calabria, e non dubito che lungo questo itinerario fossero ben più numerose le località che hanno visto la presenza ebraica, e nelle quali un approfondimento delle ricerche in questo senso non potrà che dare maggiori risultati.
8 commenti:
Sono alla ricerca di notizie approfondite sulla storia della Calabria e dei popoli che la abitarono, così ho scoperto della presenza importante delle comunità ebraiche in Calabria sin dall'antichità. Quello che vorrei è che il Calabrese ritrovasse la sua identità e questo parte dalla conoscenza della propria storia.
Potrei aggiungere il link al suo blog sul mio?
Naturalmente le sarò molto grato se vorrà farlo!
Non comprendo come l’identità calabrese possa essere costruita sull’identità ebraica, se è questo che intende dire il commento precedente di zahxara. Certo una presenza ebraica può rintracciarsi in Calabria come altrove, ma questo non significa che i calabresi siano stati o siano tutti ebrei e non è chiaro se i pochi ebrei vissuti in Calabria o ancora presenti si considerassero o si considerino a loro volta calabresi.
Nessuno dice che l'identità calabrese va costruita su quella ebraica, ma dell'identità calabrese fa parte ANCHE la componente ebraica.
Così, nessuno dice che tutti i calabresi e neanche la maggioranza siano di origine ebraica: dove è stato affermato questo?
Gli ebrei calabresi si consideravano ebrei e calabresi: della nostra regione portarono nell'esilia il nome che diedero alle sinagoghe e alle famiglie.
Non so se è una deliberata provocazione, dopo tanto tempo.
Comunque, posso facilmente replicare che a maggior ragione può esservi in Calabria una identità araba, spagnola, greca, romana... tutti sono passati e han lasciato qualcosa.
Il problema però per gli ebrei è che da sempre si sono considerati come una parte a se. È una specificità della loro religione il trarsi fuori. Ben sia e facciano, se così vogliono.
Del resto, cosa può mai significare essere un "popolo” dentro un altro "popolo”?
Tutti quelli che sono passati, in Calabria, vi hanno dimorato e sono rimasti, sono diventati calabresi (o spagnoli, romani, latini...), perdendo la loro identità originaria. A Roma, oggi, i calabresi sono di prima, seconda e terza genrazione si calcola che siano 400.000, ma contano poco o nulla. Vogliono però diventare "romani”, non restare “calabresi”.
È chiaro il discorso?
Una Calabria “judaica” resta tuttavia a me (di famiglia calabrese millenaria) alquanto estranea. Se tu sei un mio connazionale, dici di esserlo, vuoi esserlo, dovrebbe per te essere importante che io ti riconosca tale, se davvero ti interessa. Io vedo una Calabria greca, perfino romana, spagnola... Ma una Calabria “ebraica” proprio non l’ho mai sentita e mi sembra una invenzione di sana pianta.
Liberissimo di pensarla come preferisce, nessuno la obbliga a niente: del resto la sua "estraneità" a qualsiasi cosa sappia di ebraicità è ben nota.
Io mi ritengo libero per parte mia di parlare di una Calabria ebraica, come altrove ho parlato di una Calabria araba o armena, senza suscitare nessuno scandalo.
Rispetto alla sua libertà di pensare quello che ritiene opportuno, altro è fraintendere volutamente quello che si scrive (mai detto che i Caracciolo sono di origine ebraica, danto per fare un esempio) ed altro ancora è farneticare di presunte e inesistenti provocazioni: non mi ritengo in dovere di spiegare a lei perché per vari mesi non ho aggiornato i miei blog e perché non ho quindi letto e risposto ai commenti.
Argomento chiuso.
Grazie
siete dimenticati cultura albanese da 500 anni poi i valdesi i saraceni persiani arabi phoenici si furono anche nel reggino, normanni goti turchi, lucani, bruzi, aragonesi francesi austriaci, armeni, aragonesi, spagnoli, siculi, ecc
Non è che ce ne siamo dimenticati, è molto semplicemente che questo blog è dedicato alla storia ebraica.
Avevo aperto un altro blog (www.xenodokia.blogspot.com) dedicato alle varie popolazioni che hanno caratterizzato la storia calabrese, ma poi non ho più avuto modo e tempo di portarlo avanti, purtroppo. Mi sono dovuto limitare a proseguire le mie ricerche senza però pubblicarle
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