In questo post, più che dall'aspetto storico, mi sono fatto guidare dalle tracce toponomastiche, anche al fine di vagliarne la validità e provare ad elaborare una mia tesi personale riguardo la diffusione di questi toponimi.
Saranno quindi citate sia località in cui la presenza ebraica è dimostrata, che altre in cui è tutta da verificare, come altre in cui sembrerebbe da escludere, almeno allo stato attuale.
Nelle cartine, come riferimento per chi non conosce le varie zone, ho segnalato i capoluoghi di provincia.
1
- TRA LOCRIDE E ASPROMONTE (RC)
Pietra Cappa. Immagine dal blog Gambarie d'Aspromonte
A
SAN
LUCA
,
un abitante del luogo mi ha segnalato l'esistenza del Passo
del
Giudeo,
nei pressi del celebre monolito di Pietra Cappa, nonché del Ponte
dell'Ebreo,
sulla fiumara Bonamico, nei pressi del santuario di Polsi; un ponte
che ormai non esiste più, distrutto da una delle tante alluvioni.
La
natura della nostra terra, purtroppo, è questa, ed è questo il
motivo per cui è importante raccogliere gli indizi che ancora
restano. L'ideale sarebbe creare una rete che veda un informatore in
ogni paese, o almeno in ogni area locale, in modo da “coprire”
tutta la Calabria, ma temo sia pura utopia.
Tornando
al punto, di queste località c'è da notare che si tratta in
entrambi i casi di posti lontani dall'abitato, e questo Passo del
Giudeo è il terzo o quarto di cui ho notizia.
Segnalo
queste particolarità ai fini di una ipotesi che sto cercando di
elaborare in merito ai toponimi calabresi di sapore ebraico.
Scendendo
dall'Aspromonte allo Jonio, troviamo la frazione marina di ARDORE,
con la sua Contrada
Giudeo,
di cui si parla anche nel libro a cura di Claudio
Sabbione,
La
villa romana di Palazzi di Casignana. Guida archeologica,
Corab,
Gioiosa
Jonica,
2007
(da
cui è tratta l'immagine delle due epigrafi, in lingua latina).
Anche
questa località è lontana dal centro abitato, sebbene “già
alla fine dell'800 era stata rinvenuta una tomba a camera che aveva
restituito due epigrafi sepolcrali, databili al III-IV secolo d.C.
Scavi svolti alla fine degli anni '70 hanno poi portato
all'identificazione di un insediamento, probabilmente una fattoria
produttiva di media età imperiale”.
Specifica poi che queste epigrafi furono recuperate all'interno dei
“ruderi
ci una camera quadrata che andò distrutta”
e che la fattoria produttiva ebbe “due
diverse fasi di frequentazione (III secolo d.C. e VI-VII secolo
d.C.”.
A
parte il nome, non c'è nulla di ebraico tra i rinvenimenti, ma vi
sono alcuni dati che coincidono con la località Deri/San Pasquale di
Bova Marina (le due fasi di frequentazione, la collocazione lungo la
romana strada litoranea jonica); chissà che il futuro non riservi
qualche sorpresa!
Nei
pressi si trova la località Schiavo, probabilmente indicante una
presenza slava. Sembra quasi trattarsi di una sorta di “area
franca” per presenze allogene.
Oppido Vecchia.
Immagine da Wikipedia
Immagine da Wikipedia
La
presenza di ebrei ad OPPIDO
MAMERTINA
è nota, e ne ho già trattato in un vecchio post, ma grazie all'articolo di Rocco Liberti, Gli ebrei nella Piana di Terranova,, tratto dalla rivista "L'alba della PIana",
settembre 2017, ho “scoperto” due nuovi indizi.
Infatti
vi si dice che “una
contrada finitima [...] si denominava in passato, ma anche tuttora lo
judeo
oppure passo
del giudeo”;
non sono riuscito a trovare quale sia questa “contrada finitima”,
ma doveva essere anch'essa collocata fuori dall'abitato, come fa
pensare il secondo nome, che sembra indicare un luogo di passaggio,
eventualmente da localizzare tra tue colline o montagne.
Molto
interessante anche la notizia su TRESILICO,
comune autonomo fino al 1927 ed oggi frazione di Oppido, da cui dista
meno di 2 chilometri, di cui si dice
“in
Tresilico altra (contrada) era detta la
judeca”.
Come
potete vedere dall'immagine, Tresilico si trova in un'area in cui vi
sono molti centri che videro presenze ebraiche. Quindi, pur non
avendo altro elemento che quello toponomastico, è ben possibile che
anche qui gli ebrei non mancassero, nonostante non sempre il nome
“Judeca” indichi necessariamente una presenza ebraica.
A
mezza costa tra Contrada Giudeo di Ardore e Tresilico, troviamo
BIANCO
VECCHIO,
di cui traggo quanto ne dice l'ottimo sito, più volte citato, Italia judaica.
“Nel
1502-3 la comunità (giudecca)
di Bianco era composta da 3 fuochi, sui quali gravava la tassa
ordinaria di 4 ducati, 2 tarì e 10 grani. Il 24
agosto 1503 essa versò al percettore Tommaso Spinelli 4
ducati, mentre il resto fu esatto da Battista de Vena. Nello stesso
anno lo Spinelli stesso registrava a carico dei giudei di
Bianco un residuo di 3 tarì dovuto per la
misurazione del sale fiscale nell’anno
1500-1501. Egli però precisava che tale
contributo non era allora esigibile, non avendo né gli
ebrei né i cristiani ricevuto in quell’anno
il sale suddetto. La provincia era, infatti, in quegli anni
devastata dalla guerra scoppiata tra Spagnoli e Francesi per la
conquista del regno di Napoli.
Mappa dei luoghi trattati in questa parte del post
Nel
1508 la giudecca di Bianco era composta ancora da 3
fuochi, con l’identica tassa ordinaria di 4 ducati, 2
tarì e 10 grani, che versò in tre rate il 15 gennaio, il 16
aprile e il 7 settembre. La comunità risultava in regola anche
per il versamento di 1 ducato, 2 tarì e 10 grani quale
quota del donativo offerto dai Giudei
del Regno al re”.
Siamo
ormai all'epilogo della presenza ebraica in Calabria, possiamo quindi
supporre che in precedenza, prima della calata di Carlo VIII d'Angiò,
la comunità potesse essere ben più numerosa.
2
- IN SILA PICCOLA (CZ - CS)
Ringrazio
la ricercatrice, e mia cara amica, Tiziana Carlino per le
informazioni che mi ha fornito sul suo paese, Gimigliano, tanto più
perché oggetto di un suo prossimo lavoro. Un vero esempio di amore
per la nostra terra, senza gelosie ed esclusività.
Naturalmente, essendo il suo lavoro,
più ampio e specificamente dedicato a Gemigliano, non ho iportato
tutte le notizie e le sue fonti, tra cui il notevole volume di
Alessandro Calogero, Riflessioni su Gimigliano. Dizionario
toponomastico geografico-storico, lingua, costume e ipotesi sulle
origini, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2000.
Mappa dei luoghi trattati in questa parte del post
Nei
pressi di TIRIOLO
(CZ)
abbiamo una zona chiamata Giudecca. Si tratta di un'area ormai
disabitata, sulla sommità di un monte,
Nel
sito del comune
leggiamo: “Il Parco Fortezza-Monte custodisce i monumentali
ruderi del kastron bizantino di monte Tiriolo. Installato
probabilmente nella seconda metà del VI sec. d.C., il fortilizio ha
subito diversi rimaneggiamenti fino all’XI sec. d.C. È composto
dalla maestosa cinta muraria, dai ruderi delle torri di vedetta e
dalle fondazioni della Chiesa. All’estremità meridionale del parco
si trova il recinto a semicerchio noto comunemente come ‘Giudecca’.
L’area merita una visita anche per i panorami mozzafiato che offre
e per le specificità geologiche e naturalistiche di monte Tiriolo”.
Molto
fantasiosa e del tutto inconsistente l'affermazione che trovo su
Facebook relativamente ai “tessuti
(talled o tallit) che si indossano durante le cerimonie, simili ai
'vancali' di Tiriolo, con le strisce blu, colore importante per gli
ebrei”. È palese ad un primo
sguardo che il vancale di Tiriolo, in genere nero con disegni
multicolori, non ha niente a che fare con il talled.
Su
GIMIGLIANO (CZ), Domenico
Lamannis, Miscellanea Patria, Napoli, Angelo Coda,1828, pp. 33-34,
scrive quanto segue.
“Non
molto lungi dal luogo detto Ascania, esiste un fondo denominato Tre
Villaggi, corrottamente Trivillaci, e vedonsi le ruine di antiche
abitazioni. Il non avere questi tre villaggi denominazione alcuna, mi
fa credere che questi avessero potuto essere abitazioni di que pochi
Ebrei anche fuggiaschi, e rintanati nei Monti; e a maggiormente ciò
credere mel fa confermare il vedere in questo sito un’acqua
denominata al presente ancora Acqua
delli Giudei, e lo conferma ancora il forte sito
sul monte di Tiriolo fabbricato in faccia ad Oriente con alte mura e
torri, non che una gran cisterna per uso di acqua, e che tutto
fin’ora si osserva, e che tutta questa chiusura chiamasi
Giudeca”.
Sinceramente,
l'assenza di denominazione dei tre villaggi mi sembra argomento
inconsistente, al contrario del nome dell'”acqua” (un torrente?
una sorgente?), nonché dell'altra testimonianza offerta da Tiziana Carlino.
“Un
compaesano mi ha detto che a Porto (quindi non nel centro abitato),
in prossimità del fiume Corace, sulla sponda destra, c’è una
“Acqua e iudii” o “Acqua e iudia”. Si tratta di una sorgente
ubicata in località Ucciusu. Questo elemento, sebbene scevro
di qualsiasi attestazione storica, potrebbe accreditare l’ipotesi
di una presenza ebraica su quella che era una via di comunicazione.
da Porto, oggi frazione del comune di Gimigliano, distante circa sei
chilometri dal centro abitato. Prima della strada carrozzabile che
congiungeva Cosenza a Catanzaro, completata agli inizi del XIX
secolo, per recarsi a Catanzaro si passava dalla direttrice viaria di
Porto, la cui etimologia, nonostante il territorio sia attraversato
dal fiume Corace, ha il significato di “transito” o “passaggio”
piuttosto che di “punto di ancoraggio” o “approdo”. Una
conferma è data dal nulla osta di Alfonso il Magnifico che, nel
1446, concede il permesso ai catanzaresi di istituirvi una fiera
nell’ultima domenica di agosto. Si può ipotizzare che esistesse
già una simile consuetudine sul territorio, forse non ancora
normativa, che proprio per la sua ubicazione sull’asse
Cosenza-Catanzaro attirava molta gente di passaggio nell’una o
nell’altra direzione”.
Abbiamo
quindi la conferma di un'altra “Acqua dei Giudei” o “di
Giudea”, e soprattutto, ai fini dell'ipotesi che sto elaborando
sulla presenza di questi toponimi di sapore ebraico, la menzione
della fiera e il significato del termine “Porto”.
A
CARPANZANO
(CS),
o meglio ai suoi dintorni, avevo già accennato in un precedente post, riferendo quanto ne cennava Oreste
Dito
nel suo La
storia calabrese e la dimora degli Ebrei in Calabria dal sec. V alla
seconda metà del sec. XVI
. Grazie al sito de Il Crotonese, posso aggiungere un'altra traccia toponomastica, ed alcune
precisazioni: “nei dintorni di Carpanzano, nel cosentino, esistono
un monte Giudeo ed un casale Giudeo mentre tra Scigliano, Rogliano e
Carpanzano ci sono tuttora le contrade Judio
Soprano
o Sottano
ed Acqua
Judia”.
Ho
segnalato anche COLOSIMI
(CS),
dove, in base alla notizia precedente, potrebbe (per quanto io lo
ritenga improbabile) essere situato un altro Monte Giudeo (o dei
Giudei), diverso da quello di Carpanzano.
Rispetto
alla notizia del Dito, abbiamo la localizzazione del Monte Giudeo
all'interno del comune di Carpanzano, e possiamo aggiungere alcuni
toponimi: Casale Giudeo a Carpanzano, e le contrade Judio Soprano e
Judio Sottano tra Scigliano, Rogliano e Carpanzano; la Fonte Giudea
del Dito viene chiamata Acqua Judia, pressappoco come a Gimigliano.
3-
NELLA PIANA DI SIBARI (CS)
Mappa dei luoghi, tra Roseto Capo Spulico,
a cui brevemente accenno, e Cosenza
Nel
volume di Attilio
Vaccaro, La
Platea di Cassano Storia dei poteri signorili ecclesiastici e laici
nella Diocesi di Cassano (secc. XV-XVI),
Cittadella, Assisi, 2013,
troviamo due brevissime, ma interessanti informazioni ebraiche su
TREBISACCE:
“La
nostra Platea fornisce poche ma interessanti notizie sulla presenza
di comunità giudaiche nel territorio della diocesi. Ad esempio,
leggiamo che il loro arrivo via mare nel porto di Trebisacce
era assoggettato al pagamento di un tarì, la stessa cifra che veniva
richiesta alle meretrici venientibus et discendentibus a dicta marina
et eius territorio (cc. 81r-81v). Inoltre esisteva una località, che
si trovava alla foce del fiume Saraceno, denominata Colfum
Iudeorum, segno di una possibile loro presenza
attiva sul posto (cc. 81r-81v)”.
Era
la stessa tassa che veniva imposta agli ebrei a Pietra
di Roseto (oggi castello di Roseto Capo
Spulico), provenienti sia da mare che da terra.
Potrebbe
essere interessante anche notare che, come ad Ardore
la Contrada Giudeo si colloca
presso quella denominata Schiavo, qui abbiamo la fiumara Saraceno.
Ricordo di una qualche incursione, occupazione o accoglienza?
Sappiamo
che, prima che Federico II li riunisse a Lucera, in Puglia,
popolazioni musulmane erano presenti soprattutto in Sicilia, ma anche
in Calabria, come nel caso della cittadina di cui sto per parlare,
anticamente chiamata Brahalla (Benedizione di Dio) o dei numerosi
cognomi di origine araba, come Bagalà (Splendore di Dio), da cui
deriva il nome del paese di Bagaladi nel Reggino.
Ad
ALTOMONTE (anticamente Brahalla)
ho brevemente accennato più volte, ma dovrò dedicarvi appena
possibile un post. Qui mi limito a riportare quanto riferito in una
breve notizia dell'introduzione dell'appena citata Platea di Cassano:
“Un
altro significativo passo riguarda Altomonte,
da cui apprendiamo che la chiesa della SS.ma Trinità era stata
costruita in contrata iudee al
posto di un’antica sinagoga”.
Molto
interessante l'informazione circa la presenza di una sinagoga, cosa
che ci fa presumere una presenza notevole di ebrei nel paese, che
altrove non avevano un luogo di culto, e si riunivano per la
preghiera in case private.
Anche
a MOTTAFOLLONE dovrò dedicare
un post a sé. Qui mi limito a riportare una notizia toponomastica,
analoga ad altre già riferite in questo post.
Domenico
Cerrelli,
in
Monografia
di Mottafollone, Storia
della Sacra Cinta e Raccolta di Massime Morali,
Napoli, 1857 (il cui testo integrale
è presente nel sito del comune
http://www.comune.mottafollone.cs.it/DettaglioNews/tabid/12763/Default.aspx?IDNews=9412
).
Qui
leggiamo: “Gli
Ebrei, che dovettero uscire fuori da Mottafollone nel 1511, vi ebbero
un ghetto, quando erano disseminati per tutta la Calabria, con prò
della pubblica prosperità, e lasciarono il nome ad una sorgente, che
tuttavia nell'anno 1728 era detta l'Acqua
dei Giudei”.
Ancora
un'altra Acqua dei Giudei, per la seconda volta indicata come
sorgente (a questo punto mi sembra l'ipotesi più probabile, rispetto
al nome di un corso d'acqua); è interessante la figura di questo
arciprete, che, in un tempo in cui gli ebrei erano annoverati dalla
Chiesa soltanto come reprobi da convertire, ne parla positivamente,
ed anche molto accurato, in quanto riporta anche la fonte della sua
informazione, che si trova in una nota a pagina 20 dell'opera.
Su
MALVITO non trovo altro che la
menzione da parte del “solito” Oreste Dito come luogo in cui gli
ebrei erano presenti, purtroppo senza nessuna indicazione di fonte,
come spesso accade. Sospetto però che ne abbia ipotizzato lo
stanziamento sulla base del nome di quella che ancora oggi si chiama
Contrada Acqua Giudea, come ho
potuto rilevare su internet, esattamente... nei vari elenchi
telefonici e indirizzi!
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