Riprendo il tema dei falsi indizi di ebraicità
presenti in Calabria, dopo il post dedicato a Badolato.
Una
fonte ricchissima di esempi è un gruppo Facebook (non lo cito per
decenza e per evitare inutili pubblicità) che fa capo agli stessi
ambienti che attribuiscono al 40% dei calabresi un'origine ebraica e
che vedono in ogni cognome (o quasi, ma non dispero: di recente ho
letto, da altri, che anche il cognome più diffuso in Italia, Rossi,
sarebbe di origine ebraica!).
Questa
foto (tratta dal sito AgeFotoStock) viene riferita a famiglia di poveri ebrei di
Messina rifugiati a Palmi a seguito del Terremoto del 1908. Capisco
che possa trarre la didascalia della foto, che dice “A Jewish
family camping inside a railway wagon at Palmi (Calabria), Italy -
made homeless by the earthquake at Messina, Sicily”, ma non si può
accettare acriticamente qualsiasi cosa si legga, solo perché piace o perché fa comodo. Probabilmente
si tratta di un errore di traduzione dall'italiano, o da un errore di
stampa dell'inglese, magari c'era scritto qualcosa come “refujews”
invece che “refugees”. Fatto sta che è sicuro che nel 1908 a
Messina non c'erano famiglie ebree, né di queste si ha notizia a
Palmi. Riconosco che anche io i primi tempi delle mie ricerche
sull'ebraismo in Calabria ho peccato di eccessivo entusiasmo, ma io
ero io, da solo, e la cosa poteva essere accettabile. Se sei
un'organizzazione, e ti vuoi accreditare come seria,
l'approfondimento di quello che pubblichi sarebbe doverosa.
Segue
poi la foto del cartello stradale indicante una frazione di 66
abitanti, definita città: Accaria.
Di questo nome viene detto che deriva da quello del profeta biblico Zaccaria!
Sarebbe interessante sapere sulla base di quali fonti e di quali fenomeni fonetici o linguistici sia dovuto il passaggio da Zaccaria ad Accaria.
Di questo nome viene detto che deriva da quello del profeta biblico Zaccaria!
Sarebbe interessante sapere sulla base di quali fonti e di quali fenomeni fonetici o linguistici sia dovuto il passaggio da Zaccaria ad Accaria.
(L'immagine
a lato è ricavata dallo Street View di Google Maps)
L'immagine che segue non riguarda la Calabria, ma rnde perfettamente l'idea degli equivoci che
può generare la superficialità e la non conoscenza di una lingua. Si tratta della riproduzione del quadro del
1866
del
pittore
danese Carl Heinrich Bloch, dal titolo “Osteria romana” (qui
presa dal sito Gusto.it).
Nel gruppo di cui parliamo, la didascalia che accompagna il quadro è
“Italian Jews. Ebrei italiani”.
Alla mia messa in dubbio, mi venne risposto che il quadro si intitola “Orientali romani” e che i romani orientali all'epoca erano solo gli ebrei! Dovetti faticosamente spiegare che “osteria” (forse erano ingannati dall'inglese “eastern”, dal danese “østlige” o dal tedesco “östlich”) in italiano non significava “orientale”, ma indica una sorta di ristorante, una taverna, “tavern” in inglese. Alla fine mi fu risposto che forse sì, avevo ragione. Ma la didascalia non è stata cambiata.
Alla mia messa in dubbio, mi venne risposto che il quadro si intitola “Orientali romani” e che i romani orientali all'epoca erano solo gli ebrei! Dovetti faticosamente spiegare che “osteria” (forse erano ingannati dall'inglese “eastern”, dal danese “østlige” o dal tedesco “östlich”) in italiano non significava “orientale”, ma indica una sorta di ristorante, una taverna, “tavern” in inglese. Alla fine mi fu risposto che forse sì, avevo ragione. Ma la didascalia non è stata cambiata.
Abbiamo
poi la foto di un gioiello, che viene fatto passare per un “Monile
con stella di David”, trovato in Calabria (immagine dal sito
Lamezia storica. Si tratta in realtà della riproduzione di un cosiddetto
“acchiappasogni” (“dreamcatcher” in inglese), come potete
vedere da quest'altra riproduzione presa dal sito commerciale AliBaba
. Questo di AliBaba è una riproduzione molto più povera e modesta,
da appendere allo specchietto retrovisore della macchina, “small
dreamcatcher for car mirror”, ma non ci sono molti dubbi che si
tratti dello stesso tipo di “monile”, appartenente alla
tradizione culturale dei nativi americani. Come sia finito in
Calabria un oggetto simile non è facile da capire, tanto più
che non ne conosciamo l'epoca, ma non è neanche troppo difficile formulare qualche ipotesi.
Riportato come souvenir da un viaggio in America? Comprato in qualche negozio italiano?
Negli anni '70 a Roma si trovava molto facilmente, sia come ornamento che quasi come amuleto portafortuna, semisuperstizionistico protettore del sonno e freno agli incubi ed ai sogni cattivi.
Poi vabbeh, si può sostenere che i nativi americani in realtà siano ebrei, discendenti dalle 10 tribù disperse, come in realtà è stato già fatto, ma siamo al limite tra fantastoria e fantabiblistica.
Riportato come souvenir da un viaggio in America? Comprato in qualche negozio italiano?
Negli anni '70 a Roma si trovava molto facilmente, sia come ornamento che quasi come amuleto portafortuna, semisuperstizionistico protettore del sonno e freno agli incubi ed ai sogni cattivi.
Poi vabbeh, si può sostenere che i nativi americani in realtà siano ebrei, discendenti dalle 10 tribù disperse, come in realtà è stato già fatto, ma siamo al limite tra fantastoria e fantabiblistica.
Abbiamo
infine la foto di due pagine di una Bibbia. Riguarda solo realtivamente gli ebrei di Calabria, in quanto la seconda parte della didascalia dice "This
is what the Jews of southern Italy would have known well" (Questa è qualcosa che gli italiani dell'Italia meridionale dovrebbero aver ben conosciuto).
La didascalia originale
diceva “Torah written in Italian with Hebrew characters” (Torah
scritta in italiano con caratteri ebraici). Consultata la fonte che
mi era stata gentilmente fornita, il sito della BibliotecaBodleiana (Bodleian
Library)
dell'Università di Oxford, ho cercato di spiegare che “Italian semicursive script”, come avevano scritto loro, non significava “italiano in caratteri ebraici", ma
era uno stile di scrittura; nonostante mi abbiano risposto di non
capire quello che intendevo dire, qualche giorno dopo hanno cambiato
la didascalia, che ora dice correttamente “Torah written in Italian semicursive
script” (Torah scritta in stile semicorsivo italiano).Ottima cosa che Facebook permetta la visione delle modifiche di post e commenti!
That's
enough! Questo è quanto, per il momento.
La
morale? Diffidate della faciloneria di informazioni che, per quanto accattivanti, sono
in realtà estremamente superficiali e nascono, nella migliore delle
ipotesi, da ignoranza in materia.
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