Da Il Quotidiano della Calabria
Domenica 16 gennaio 2011
Brancaleone, tracce ebraiche
Dai documenti dell’Archivio storico di Napoli emerge il dato su alcune giudecche
di Agostino Belcastro
(nell'immagine: A) Ferruzzano; B) Bruzzano; C) Brancaleone)
Brancaleone. Fonti storiche attestano che nel comprensorio di Brancaleone, Bruzzano e Ferruzzano intorno all’anno 1500 circa, vivevano alcune comunità ebraiche.
Visionando alcuni documenti custoditi presso l’Archivio Storico di Stato di Napoli risulta che in questi centri si erano sistemati i discendenti della stirpe di Abramo. In particolare a Bruzzano e Brancaleone, esistevano delle vere e proprie giudecche dove gli ebrei avevano conservato la loro unità spirituale in nome della fede religiosa e dell’aspettazione messianica. Alcuni gruppi avevano trovato dimora, appunto, nelle contrade dei due comuni. “Portella del Giudeo”, “Vallone del Giudeo” o “ Iudarico” che, secondo le fonti storiche, sono state le località dove la denominazione stessa dei siti testimoniano la presenza in quei luoghi di comunità ebraiche.
Si presume che il loro “sbarco” sulle coste calabresi sia avvenuto per evitare la persecuzione in quell’epoca dominante in Medio Oriente. Si sono dedicati al piccolo commercio, all’agricoltura, al cambio e alla lavorazione dei preziosi e all’usura naturalmente. Per le loro capacità e per le loro prospere condizioni economiche e l’usura, allora proibita legalmente, più ancora che la loro professione religiosa attirarono l’odio e il disprezzo e perché no, anche l’invidia del “vicino di porta”.
Ad avallare la loro presenza in questa fascia della costa jonica reggina, in particolare nel comprensorio preso in esame, ci sono le pagine del Registro del Tesoriere della Calabria Ultra. Infatti, visualizzando l’antico documento contabile si riscontrano, agli inizi del ‘500, i nomi di alcuni ebrei che erano censiti per il pagamento delle tasse su ordine del Re.
Per avere maggiori informazioni è stata girata la domanda a Vincenzo De Angelis di Brancaleone, medico, storico e scrittore nonché membro della Deputazione di Storia Patria.
Osserva a proposito De Angelis: “E’ da molto tempo che si cerca di individuare e come veniva chiamata la contrada o la via dove abitavano gli ebrei a Brancaleone. La località della “Judeca” veniva così chiamato il sito dove abitavano gli ebrei, probabilmente situato nella zona posteriore e bassa del paese. La località veniva chiamata San Gioè che derivava da San Gioele, profeta che visse nel V secolo svanti Cristo e questa località è riportata nei catasti onciari del 1745. Infine, si legge, che tale Domenico Pellicano possedeva in loco detto San Gioè un territorio”.
“Un altro aspetto - sostiene De Angelis - è testimoniato dalle numerose piantagioni di cedri esistenti in quel periodo che, come è noto, per gli ebrei rappresentavano il frutto sacro della loro tradizione.
Il frutto è stato coltivato e venduto fino al 1860”. Secondo lo storico gli ebrei non erano presenti solo a Brancaleone, Bruzzano e Ferruzzano, ma erano sparsi anche in altri centri della provincia reggina.
“A riprova che esistevano insediamenti ebraici anche a Brancaleone - afferma in conclusione del suo ragionamento lo storico e membro della Deputazione di Storia Patria, Vincenzo De Angelis - c’è il fatto che nella vicina Bova, alcuni anni fa, in occasione dei lavori per la costruzione di una strada alternativa alla provinciale è venuta alla luce una Sinagoga che, a parere degli archeologi, è la seconda più antica censita in tutto l’Occidente”.
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