Finalmente
sembra che si sia arrivati al punto finale della vicenda dell’intitolazione di
una strada di Napoli al fascista e razzista magistrato Azzariti, poi riciclatosi
come antifascista fino a diventare presidente della Corte costituzionale (della
Repubblica!)
Basterà
qualche colpo di martello, un po’ di forza del braccio, il piede di porco che
farà da leva. E il suo nome scomparirà. La mattina del 17 novembre la targa che
indica via Gaetano Azzariti, una strada alle spalle di piazza Borsa, a Napoli,
parallela al Rettifilo, verrà rimossa. Per una specie di contrappasso o di
rivincita della memoria, via Azzariti diventerà via Luciana Pacifici. Dalla
toponomastica napoletana Gaetano Azzariti, giurista fascista, antisemita,
presidente del Tribunale della Razza e poi presidente della Corte
Costituzionale dell’Italia repubblicana - verrà cancellato per ignominia.
Il
nome di Gaetano Azzariti resterà comunque indelebile nella storia: una storia
di infamie, viltà, violenze e sopraffazioni. Una storia che ingoiò e distrusse
la vita della piccola Luciana Pacifici, di famiglia ebrea, nata a Napoli, morta
a soli otto mesi su un vagone piombato che la stava portando ad Auschwitz.
Anche Gaetano Azzariti era nato a Napoli: nel 1881. Fu un giurista fascista.
Come lo furono quasi tutti i giuristi del suo tempo: chi per convinzione, chi
per quieto vivere, chi per comodo realismo, chi per paura. Proni e codini,
ruffiani e servili. Nel 1938 aderì al Manifesto della Razza, stilato da
scienziati di regime e poi sottoscritto da altri intellettuali di regime,
fanatici e zelanti. Ma Gaetano Azzariti non fu solo un giurista fascista
firmatario del Manifesto della Razza: divenne presidente del Tribunale della
Razza, strumento e organo della politica antisemita del fascismo ormai stretto
nell’abbraccio con il nazismo hitleriano. Dunque Azzariti fu un protagonista, un
responsabile, un «gerarca» di primo piano. Strano personaggio, Azzariti. Sotto
certi aspetti, però, anche emblematico: nel 1943 eccolo passato dall’altra
parte. Formalmente antifascista.
Sempre
sulla cresta dell’onda, entra nel governo Badoglio: ministro di Grazia e
Giustizia. Nel dopoguerra, è tra i collaboratori di Togliatti (divenuto lui
ministro di Grazia e Giustizia): con l’incarico specifico di collaborare
all’epurazione, alla «ripulitura» dei ministeri dagli elementi più compromessi
col fascismo (una cinica e astuta mossa del Migliore? Utilizzare una «spia» per
defascistizzare lo stato nascente?).
Ma
non è finita. Azzariti sopravvive al fascismo, a Badoglio, a Togliatti: nel
1955 il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, democristiano, lo nomina
giudice costituzionale. Troppo poco. Nel 1957 il fascista e razzista Azzariti
diventa addirittura presidente della Corte Costituzionale.
La
via verrà intitolata alla piccola ebrea napoletana Luciana Pacifici, nata nel 1943
e uccisa con la famiglia ad Auschwitz.
Come
si può ricostruire sul sito Nomi della shoah, insieme a lei furono catturati a
Cerasomma (in provincia di Lucca), dove si erano rifugiati, il padre Loris, la
madre Elda Procaccia, i nonni Amedeo Procaccia e Jole Benedetti; lo zio Aldo
Procaccia, con il figlio Paolo e la moglie Milena Modigliani.
LA LORO MEMORIA SIA DI BENEDIZIONE!
Ma la strada è stata lunga, speriamo che questa
sia la volta buona.
È
almeno da metà gennaio che se ne parla, con una dichiarazione del sindaco di Napoli,
Luigi De Magistris.
Giorno della Memoria,Napoli intitola una strada alla «bimba della Shoa»
Nel mese di maggio via Gaetano Azzariti diventerà
da via Luciana Pacifici
Nel mese di maggio via
Gaetano Azzariti - presidente del Tribunale della Razza - diventerà via Luciana
Pacifici, bimba napoletana di otto mesi deportata ad Auschwitz durante la
Seconda Guerra Mondiale e ingoiata dall’orrore della Shoa. A deciderlo è stato
il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, intervenuto alla Giornata della
Memoria tenutasi al Maschio Angioino. Il primo cittadino ha dichiarato: «Nella
nostra città ci sono strade che non ci piacciono, intitolate a persone che non
ci piacciono e anche se cambiare la toponomastica non è semplice, noi lo
vogliamo fare». E rivolgendosi ai ragazzi presenti in sala ha
aggiunto:«Dobbiamo stare attenti e ribellarci quando vediamo i sintomi
dell’oppressione. Ancora oggi in Europa e nel mondo ci sono guerre e focolai,
ci sono parti di popoli che vengono discriminati, oppressi e uccisi. La
diversità - ha aggiunto - non è un pericolo o un crimine, ma una ricchezza».
L’impegno
di maggio viene disatteso, così è la Municipalità competente per territorio che
incalza il Comune.
Speriamo
fortemente che, a questo punto, la data del 17 novembre venga rispettata.
Approvata una delibera che incalza Palazzo San Giacomo a cambiare il nome
di una strada a ridosso di Corso Umberto: dal presidente del Tribunale della
razza alla più piccola vittima napoletana della Shoah
di Cristina Zagaria
La
storia che può cambiare nel nome di una strada. Piccolo, ma non da poco,
riscatto storico per una strada napoletana. Si tratta di una via dedicata al
presidente del “Tribunale della razza” di epoca fascista. Ma oggi la città
chiede che sia intitolata a una bimba, la più giovane vittima napoletana della
Shoah. Il vicolo è a ridosso di corso Umberto, a pochi passi dallo scalone
d’accesso dell’Università Federico II. La decisione è stata presa dal consiglio
della II Municipalità, approvata all’unanimità e firmata dal presidente
Francesco Chirico.
Nel
luglio del 1970 (era allora sindaco Giovanni Principe) questa strada fu
intitolata a Gaetano Azzariti, magistrato e presidente di corte d’Appello e della
corte Costituzionale nel 1955 (di cui ne fu presidente nel 1957), ministro di
Grazia e giustizia nel gabinetto Badoglio. Nella delibera che intitolava ad
Azzariti la strada però si ometteva di riportare che il suo nome figura
nell’elenco delle personalità che aderirono al cosiddetto “Manifesto degli
scienziati razzisti” (pubblicato sul quotidiano “Il Giornale d’Italia” del 14
luglio 1938) e che il magistrato dal settembre 1939 all’estate del 1943 fu
presidente del “tribunale della Razza”, che insieme ad altre istituzioni
fasciste è da ritenersi moralmente responsabile della deportazione di oltre
6.800 italiani, di cui 5.969 periti in campo di sterminio. Sono 42, tra
l’altro, gli ebrei napoletani periti durante la persecuzione antisemita.
Partendo da questa ricostruzione storica (effettuata
per la Municipalità da Nico Pirozzi giornalista e storico della Shoah
coadiuvato dal consigliere Gianluca De Vincentiis), e dalla riflessione che la
strada e a pochi passi dall’ingresso della Federico II, dove il 12 settembre
1934 i tedeschi trucidarono il marinaio Andrea Masi, il parlamentino guidato da
Francesco Chirico ha deciso di cambiare la storia toponomastica della città.
“Rilevato che il 28 maggio 1943 nei pressi dell’attuale via Gaetano Azzariti - si
legge nella delibera – nacque Luciana Pacifici, la più piccola delle vittime
napoletane della Shoah, deportata, insieme ai genitori e ad alcuni parenti, ad
Auschwitz il 30 gennaio 1944 e morta nel corso del viaggio. La Municipalità si
impegna a dedicare la strada alla piccola vittima”.
La decisione ufficiale spetta a Palazzo San Gaicomo.
Lo stesso sindaco Luigi de Magistris e l’assessore alla Cultura, Nino Daniele,
nel corso delle celebrazioni della “Giornata della memoria” quest’anno si erano
impegnati pubblicamente a cambiare il nome della strada. Ma poi non è seguita
nessuna decisione formale. E così la Municipalità ora incalza il Comune.
Nella delibera di giunta della II municipalità si
legge: "Il ripristino della verità storica, attribuendo alle vittime il ruolo
di vittime e ai carnefici quello di carnefici, si manifesta anche attraverso
una rivisitazione dei nomi a cui sono dedicate alcune strade della città"
“Speriamo che dedicare una strada a Luciana Pacifici –
dice Chirico – il cui sacrificio, unitamente a quello di altre decine di ebrei
napoletani deportati e uccisi nei campi di sterminio, rappresenti un monito per
le nuove generazioni e per quanti si ostinano, ancora oggi, a giustificare il
passato razzista e antisemita dell’Italia”.
Con la delibera di Municipalità, Chirico si impegna
"a porre in essere tutte le prerogative che la legge gli riserva, allo
scopo di permettere la rimozione del nome di Gaetano Azzariti dalla via a lui
dedicata, in quanto offensiva dei valori di libertà, tolleranza e accoglienza
propri di Napoli, riservando tale privilegio a Luciana Pacifici".
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