Ancora sull'ormai imminente Shabbaton a Brindisi, leggiamo queste belle parole di Rav Bahbout, incoraggianti ed illuminanti per tutto l'ebraismo meridionale, e non solo.
Ci auguriamo che, con l'impegno e la partecipazione di noi tutti, divengano realtà al più presto.
INVITO ALL'AUTODETERMINAZIONE:
SE NON SONO PER ME, CHI
E' PER ME?
Scialom Bahbout
Rabbino Capo di Napoli e dell'Italia meridionale

Sono anni che altri decidono per loro e, in un modo o nell’altro, ne manipolano il desiderio di tornare a far parte del popolo ebraico. E’ giusto che essi si confrontino con gli ebrei di oggi, ma è certamente necessario che essi non deleghino ad altri decisioni che spettano direttamente agli interessati: l’aiuto esterno è certamente necessario, ma non la sostituzione e la delega ad altri del proprio percorso di Teshuvà, intesa come ritorno e risposta alla società che li ha discriminati, costringendoli alla conversione al cristianesimo.
Il discorso deve essere ripreso dal giorno in cui gli ebrei sono stati cacciati dal Regno delle due Sicilie in seguito all’editto emanato da Isabella la cattolica, che ha prodotto il Gherush, la Shoà che ha colpito il mondo sefardita nel XV secolo. Tornare all’ebraismo nel Meridione non deve significare cercare vicoli e scorciatoie, ma intraprendere una via chiara per impossessarsi nuovamente di qualcosa che è stato tolto per intolleranza e per presunzione.
Vorrei che ogni persona che in qualunque modo si senta legata all’ebraismo prendesse nota che nei giorni che vanno dal 2 al 4 novembre si svolgerà a Brindisi uno shabbaton in cui si inizierà a discutere su strategie e sfide dell’ebraismo nel Meridione, per parlarsi francamente e fare chiarezza sulle modalità per un recupero che non sia solo formale, ma sostanziale, affinché al suono del grande shofàr (Isaia 27,13) i dispersi in terra d’Assiria e i respinti in terra d’Egitto, possano finalmente tornare a casa.
Nessun commento:
Posta un commento