L'anno scorso ho conosciuto in Calabria un ebreo, ed un'altro l'ho conosciuto quest'anno.
Entrambi sono contenti di vivere nella nostra terra, ma entrambi lamentano numerosi problemi, che si aggiungono a quelli che vivono tutti i calabresi, ebrei e non.
Sono isolati e non si conoscono tra di loro; sono lontani dai centri di vita e cultura ebraica, e quanto a sinagoghe, neppure sognarle; si trovano in una realtà che, insieme ad amicizia, offre anche tanti pregiudizi; hanno problemi nel vivere la kasherut e la quotidianità dell'essere ebreo, per non parlare delle feste e dell'osservanza dello shabbat; faticano a procurarsi libri e ad assicurarsi (posono farlo soprattutto tramite internet) una formazione ebraica, per sé e per i figli; soprattutto sono preoccupati per questi, ai quali hanno difficoltà ad assicurare la milah, il bar/bat mitzvah, e generalmente un'educazione ebraica, e li vedono destinati al matrimonio misto ed all'assimilazione.
Vero è che esiste la sinagoga riformata di Serrastretta, ma questi ebrei che ho conosciuto, pur stimando Barbara Aiello, appartengono all'ebraismo ortodosso, e con questo vogliono avere rapporti.
Quest'anno ho conosciuto una persona a Roma, che mi ha assicurato che hanno la possibilità di essere seguiti (loro ed i loro figli) dall'Unione delle comunità ebraiche, che può, certo non risolvere tutti i loro problemi, ma quantomeno essere loro di supporto per vivere meglio l'essere ebrei in una realtà difficile e lontana come la nostra, e venir loro incontro nel sostenere alcune delle maggiori difficoltà.
Entrambi sono contenti di vivere nella nostra terra, ma entrambi lamentano numerosi problemi, che si aggiungono a quelli che vivono tutti i calabresi, ebrei e non.
Sono isolati e non si conoscono tra di loro; sono lontani dai centri di vita e cultura ebraica, e quanto a sinagoghe, neppure sognarle; si trovano in una realtà che, insieme ad amicizia, offre anche tanti pregiudizi; hanno problemi nel vivere la kasherut e la quotidianità dell'essere ebreo, per non parlare delle feste e dell'osservanza dello shabbat; faticano a procurarsi libri e ad assicurarsi (posono farlo soprattutto tramite internet) una formazione ebraica, per sé e per i figli; soprattutto sono preoccupati per questi, ai quali hanno difficoltà ad assicurare la milah, il bar/bat mitzvah, e generalmente un'educazione ebraica, e li vedono destinati al matrimonio misto ed all'assimilazione.
Vero è che esiste la sinagoga riformata di Serrastretta, ma questi ebrei che ho conosciuto, pur stimando Barbara Aiello, appartengono all'ebraismo ortodosso, e con questo vogliono avere rapporti.
Quest'anno ho conosciuto una persona a Roma, che mi ha assicurato che hanno la possibilità di essere seguiti (loro ed i loro figli) dall'Unione delle comunità ebraiche, che può, certo non risolvere tutti i loro problemi, ma quantomeno essere loro di supporto per vivere meglio l'essere ebrei in una realtà difficile e lontana come la nostra, e venir loro incontro nel sostenere alcune delle maggiori difficoltà.
Voglio quindi lanciare un appello a questi ebrei calabresi,
e invito chi ne conoscesse altri a trasmetterlo loro.
Vi chiedo di scrivermi privatamente alla mia email
kaulon@yahoo.it
per potervi mettere in contatto con persone
che possono esservi d'aiuto
e (se lo vorrete, nella massima discrezione)
eventualmente potervi mettere in contatto tra di voi.
e invito chi ne conoscesse altri a trasmetterlo loro.
Vi chiedo di scrivermi privatamente alla mia email
kaulon@yahoo.it
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che possono esservi d'aiuto
e (se lo vorrete, nella massima discrezione)
eventualmente potervi mettere in contatto tra di voi.
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