Vorrei cominciare con questo post a fare un punto di sintesi sulle presenze ebraiche in Calabria, rendendone visibile la consistenza con una mappa diversa da quella pubblicata precedentemente
Nei capoluoghi di provincia gli ebrei sono attestati senza dubbio: a Reggio, dove nel 1475 fu stampata la Torah con commento di Rashi, è probabilmente più che millenaria, anche omettendo gli indizi che la riportano al I secolo EV, abbiamo comunque testimonianze che vanno dall’era imperiale (con il titulus sinagogale) al 1511; a Catanzaro rimonterebbe all’XI secolo, anche se le attestazioni sicure sono più tarde; a Monteleone (Vibo Valentia) non fu consistentissima ma è accertata, e alcuni reperti nella sua area risalgono all’età tartoimperiale; a Crotone risale forse all’età antica, ma è testimoniata sicuramente nel Medioevo, fino alla cacciata del 1511 e anche oltre; Cosenza fu per secoli uno dei centri maggiori.
Per l’età più antica abbiamo reperti archeologici a Lazzàro, nel territorio di Motta San Giovanni che li vedrà presenti anche in secoli più tardi, e lo stesso accade nell’area dell’antica Scolacium, dove reperti provengono dall’area della Roccelletta del Vescovo di Squillace, ora in comune di Borgia, mentre per tutto il Medioevo saranno presenti a Squillace; celebre è la sinagoga di Bova Marina, a cui più tardi corrisponderà l’insediamento di Bova.
Saccheggiando il lavoro di Colafemmina, Per la storia degli ebrei in Calabria, dal Registro del tesoriere provinciale Tommaso Spinelli, vediamo documentate numerose presenze nella Calabria meridionale.
In provincia di Reggio Bruzzano Zefirio, dove esiste anche la comunità di Torre di Bruzzano, Bagnara, Borrello (oggi Laureana di Borrello), Bovalino, Brancaleone, Condoianni (oggi frazione di Sant’Ilario dello Jonio), Gerace, Gioia Tauro, Grotteria, Melicuccà, Oppido Mamertina, Pentidattilo (oggi frazione di Melito Porto Salvo), Rosarno, San Giorgio Morgeto, San Lorenzo, Sant’Agata del Bianco, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Stilo, Terranova Sappo Minulio.
In provincia di Vibo Valentia sono citate: Castelmonardo (nell’odierna Filadelfia), Francavilla Angitola, Pizzo, Rocca d’Angitola (oggi nel comune di Maierato) e in provincia di Catanzaro, Nicastro (Lamezia Terme) e Belcastro.
Sempre dal Colafemmina, nel Marchesato di Crotone, sono citate Caccuri (dove resta la Judeca e forse la sinagoga), Cutro (dove un altro insediamento si trovava a Torre di Tacina, l’attuale frazione di Steccato di Cutro), Isola Capo Rizzuto, dove un altro insediamento era a Le Castella, Mesoraca, Petilia Policastro, Rocca Bernarda, Santa Severina, Strongoli, , Umbriatico.
In provincia di Cosenza abbiamo Cariati, piccola ma vivace comunità, alla quale Colafemmina dedica un’intero capitolo.
All’epoca bizantina risale l’insediamento di Rossano, e forse quelli di Bisignano e Cassano, mentre solo nel 1534 (ma doveva essere più antica) è attestata la presenza ebraica a Fiumefreddo Bruzio, ed ugualmente tarda è la testimonianza a San Lucido, dove la comunità forse nacque da ebrei esuli dalla Sicilia.
Importanti le comunità di Castrovillari (in rapporti particolarmente buoni con la cittadinanza, al punto da affidarle provvisoriamente la sinagoga al momento della partenza nel 1511, che verrà restituita al momento del breve ritorno primo della dispersione finale del 1541) e di Montalto Uffugo, particolarmente numerosa e di grosso rilievo economico e culturale, nel cui territorio forse esistevano comunità anche in due frazioni oltre che nel centro principale.
Per ora direi che è sufficiente: la cartina è già abbastanza pasticciata, ma già ora ci si può rendere conto quanto diffusa fosse la presenza ebraica in Calabria… il seguito alla prossima puntata