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In provincia di Catanzaro, una comunità era a Plaisano, nel territorio dell’odierno Feroleto della Chiesa, ed in provincia di Crotone, molte sono le testimonianze su Cirò (attualmente divisa in Cirò e Cirò Marina).
In provincia di Reggio, una comunità troviamo a Bianco, e molto documentata è quella di Castelvetere (Caulonia), dove un convertito finanziò la costruzione di una chiesa, a Fiumara (detta di Muro) viveva un ebreo di Gerace, il cui figlio sconfinò inavvertitamente a pascolare il gregge nel territorio di San Lorenzo, dove era proibito; rilevante fu la comunità di Seminara, e di quella di Sinopoli si ricorda un argentiere che cercò di frodare un monastero che gli aveva commissionato un reliquiario, contravvenendo oltre che alla legge civile a quella ebraica: frode, furto e collaborazione all’idolatria!
Altre comunità sono citate da Oreste Dito, nel suo La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria dal secolo V alla seconda metà del secolo XVI, ma purtroppo di poche indica le fonti. Quindi segnalo soltanto Acri (in provincia di Cosenza) e Nicotera (in provincia di Vibo), citate in documenti di tassazione del 1276, e, sempre in provincia di Vibo, Tropea, dove la comunità ebbe una lunga storia con alterne vicende: dapprima i cittadini chiedono un trattamento di uguaglianza per gli ebrei… e qualche anno dopo ne chiedono l’espulsione.
Segnalo, per la provincia di Reggio, anche Monasterace, in cui un possedimento di ebrei è attestato nella Platea di Santo Stefano del Bosco, e Placanica, in cui invece la testimonianza, ben più consistente, ci viene dalla Platea di Sinopoli: per entrambi i paesi sono attestati (ma la materia è da approfondire), “ebrei fatti cristiani” nella prima metà del ‘700; al territorio di Gerace aggiungo quello di Locri, che di Gerace faceva parte fino a tempi recenti, e dove si trova il toponimo Giudeo, oltre ad una lapide sepolcrale dei primi secoli dell’era cristiana dedicata a Maria Velania, una bambina il cui nome secondo alcuni studiosi sarebbe ebraico.
Da Simeri (ora diviso in Simeri Crichi e Soveria Simeri) proviene una ketubbah (contratto matrimoniale), firmato da più di 10 rav, il che ci fa presumere un alto libello culturale della comunità, che secondo alcuni (ma ne dubito) sarebbe stata più numerosa della cittadinanza cristiana.
Da Messina abbiamo un'epigrafe che ricorda la fornitura di olio per le lampade di una sinagoga da parte della comunità di Mesiano (frazione di Filandari, VV).
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