Giorgio Papaluca in La Judeca, Arti Grafiche, Ardore Marina, 2003, ricorda la sua sofferenza nel sentirsi dire dai compagni di classe "Veni d'a Judeca!".
Da questo libro, alle pagine 35-36, traggo le prime menzioni di ebrei in questa località nel 1276:, nei Registri angioini della Cancelleria (v. XVII, p. 62, 1276-7) come ricorda Carmelo Trasselli nella nota 1 a pagina 169 di Lo stato di Gerace e Terranova nel Cinquecento, Reggio Calabria Parallelo 38, 1978 e Oppido Mamertina, Barbaro, 1996; nello stesso anno, il Registro angioino 79, f. 19 ricorda, tra le località dove il Giustiziere di Calabria deve riscuotere delle tasse, "Giracium cum iudeis Agrocterie".
L'insediamento dovrebbe localizzarsi nella ruga Pisciotto, nella zona sudorientale del paese, verso la fiumara Coturello.
Nel volume a cura di Pietro De Leo, La Platea di Sinopoli, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2006, a pagina 190, si ricordano, forse nel 1333, Marinus iudeus et frater eius, mentre nel 1335 si ricordando genericamente le terre di ebrei e cristiani acquistate da Guglielmo Ruffo nei territori di Grotteria, Gerace e Bovalino (Cesare Colafemmina Gli ebrei nella Calabria meridionale in Sandro Leanza (ed.) Calabria cristiana. Società Religione Cultura nel territorio della Diocesi di Oppido Mamertino-Palmi (Tomo I) Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 1999 pp. 182).
Allo stesso modo generica è la citazione di ebrei nella Baronia di Grotteria donata da Alfonso I d'Aragona a Marino Correale nel 1458 (Papaluca, La Judeca, p. 36), ma lo stesso Correale ricorre nel 1482, quando gli viene ordinato dalla corte di condurre accertamenti sulla situazione finanziaria degli ebrei (che vengono descritti impoveriti rispetto ai tempi passati), che avevano protestato, minacciando di lasciare il paese, per l'esosità della tassazione, e di esigere solo quanto realmente dovuto (Cesare Colafemmina, Per la storia degli ebrei in Calabria, Rubbettino, Soveria Mannelli, 1994 e 1996, p. 105.
Foto dal sito del comune di Grotteria
Dallo stesso libro traggo l'ultima citazione di Grotteria, alle pagine 85-90, dove il Registro del tesoriere provinciale Tommaso Spinelli del 1502-3mostra una Judeca ulteriormente ridotta, dopo la temperie della discesa di Carlo VIII, e alle soglie della cacciata degli ebrei nel 1511: non restano ormai che due sole famiglie di ebrei.
Da questa data non si hanno più altre notizie sugli ebrei di Grotteria, di loro non resta che il ricordo e il nome che per secoli resterà al paese ed ai suoi abitanti.
Da questo libro, alle pagine 35-36, traggo le prime menzioni di ebrei in questa località nel 1276:, nei Registri angioini della Cancelleria (v. XVII, p. 62, 1276-7) come ricorda Carmelo Trasselli nella nota 1 a pagina 169 di Lo stato di Gerace e Terranova nel Cinquecento, Reggio Calabria Parallelo 38, 1978 e Oppido Mamertina, Barbaro, 1996; nello stesso anno, il Registro angioino 79, f. 19 ricorda, tra le località dove il Giustiziere di Calabria deve riscuotere delle tasse, "Giracium cum iudeis Agrocterie".
L'insediamento dovrebbe localizzarsi nella ruga Pisciotto, nella zona sudorientale del paese, verso la fiumara Coturello.
Nel volume a cura di Pietro De Leo, La Platea di Sinopoli, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2006, a pagina 190, si ricordano, forse nel 1333, Marinus iudeus et frater eius, mentre nel 1335 si ricordando genericamente le terre di ebrei e cristiani acquistate da Guglielmo Ruffo nei territori di Grotteria, Gerace e Bovalino (Cesare Colafemmina Gli ebrei nella Calabria meridionale in Sandro Leanza (ed.) Calabria cristiana. Società Religione Cultura nel territorio della Diocesi di Oppido Mamertino-Palmi (Tomo I) Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 1999 pp. 182).
Allo stesso modo generica è la citazione di ebrei nella Baronia di Grotteria donata da Alfonso I d'Aragona a Marino Correale nel 1458 (Papaluca, La Judeca, p. 36), ma lo stesso Correale ricorre nel 1482, quando gli viene ordinato dalla corte di condurre accertamenti sulla situazione finanziaria degli ebrei (che vengono descritti impoveriti rispetto ai tempi passati), che avevano protestato, minacciando di lasciare il paese, per l'esosità della tassazione, e di esigere solo quanto realmente dovuto (Cesare Colafemmina, Per la storia degli ebrei in Calabria, Rubbettino, Soveria Mannelli, 1994 e 1996, p. 105.
Foto dal sito del comune di Grotteria
Dallo stesso libro traggo l'ultima citazione di Grotteria, alle pagine 85-90, dove il Registro del tesoriere provinciale Tommaso Spinelli del 1502-3mostra una Judeca ulteriormente ridotta, dopo la temperie della discesa di Carlo VIII, e alle soglie della cacciata degli ebrei nel 1511: non restano ormai che due sole famiglie di ebrei.
Da questa data non si hanno più altre notizie sugli ebrei di Grotteria, di loro non resta che il ricordo e il nome che per secoli resterà al paese ed ai suoi abitanti.
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