"HETTY
HILLESUM: UNA SCINTILLA NEL BUIO"
Libertà d’espressione e festa delle luci
Bell’intervento svolto dall’avvocato Anna Golotta dell’Associazione
Virginia Holper Monis all’incontro che si è tenuto presso l’ITIS Panella –
Vallauri in occasione della festa di Chanukkah, con tema “Libertà di
espressione e Festa delle Luci
© - COPYRIGHT FOTO AGENZIA COMUNICAZIONE LUIGI SALSINI
Gli
spunti di riflessione che questo tema offre sono notevolissimi ed essere
sintetici non è affatto semplice. Ad ogni modo, la mia riflessione muoverà
dall’articolo 21 della Costituzione Italiana.
L’articolo
21 sancisce uno dei principi cardine della nostra architettura costituzionale,
statuendo che tutti hanno il diritto di esprimere liberamente il proprio
pensiero.
A
primo acchitto, soprattutto al giorno d’oggi, questo diritto sembrerebbe essere
cosa scontata, specie per i più giovani che, fruendo dei social network si
trovano costantemente ad esprimere il loro pensiero difronte a milioni di
individui. In realtà, l’articolo 21 è tra le norme della Costituzione forse
quella più sofferta, quella che più di tutte partecipa delle sofferenze di
tutti i dissidenti del regime fascista (di ogni colore politico), di tutti i
perseguitati politici, di tutti quegli uomini e quelle donne che hanno
strenuamente combattuto per riconsegnare agli italiani uno Stato libero e
democratico postergando ai valori di libertà, uguaglianza e democrazia la loro
stessa vita.
A
tale proposito, il mio pensiero va a due donne, due luci immortali di libertà.
La prima è una giovane intellettuale olandese, Hetty Hillesum, la
seconda una giovanissima maestra italiana, Rita Rosani.
Immagine dal blog MONDO MAX
Queste
donne straordinarie, entrambe ebree, vivono in prima persona l’esperienza delle
leggi razziali, della persecuzione e (solo la prima) della deportazione.
Sono
due donne accomunate da un destino infelice cui loro stesse decideranno
volontariamente di consegnarsi, la prima per condividere appieno la sorte del
suo popolo, internandosi volontariamente nel campo di concentramento di
Westerbork, e la seconda cadendo in battaglia durante un accerchiamento di
alcuni uomini della Guardia Nazionale Repubblicana.
Entrambe
queste donne ci lasciano un messaggio di libertà importantissimo.
Hetty Hillesum, nei suoi scritti Diario e Lettere (pubblicati
solo nel 1982) ci lascia una importantissima eredità . Un’eredità costituita da
un messaggio di amore e di perdono rivolto a Tutti. Hetty impara l’amore (che alcuni
definiranno “altruismo radicale”) lì
dove l’Uomo muore con tutta la sua dignità. Dove l’Essere è negato, dove ai
nomi sono sostituiti numeri, dove il male sembra avere trovato la sua più
pratica ed efficiente applicazione. Ebbene, proprio lì, Hetty restituisce a
tutti gli internati che incontra una dignità. Di ogni storia che incontrerà ne
darà testimonianza affinchè uomini popolino un’ Europa finalmente libera e
democratica; quell’Europa dei Popoli
sognata a Ventotene, conoscano per non ripetere e soprattutto imparino a
costruire una società fondata sull’amore e sul perdono dove non c’è più spazio
per l’odio. E quest’Europa, Hetty la sogna, la spera, la immagina sapendo perfettamente
di non poterla vedere, sapendo perfettamente che ad attenderla ci sarà invece
la morte. Ciononostante, non si arrende, scrive, si assicura che il suo
messaggio non si perda, si continua ad emozionare vedendo sbocciare un
germoglio d’erba dal fango. Fino alla fine, fino a quando non lascerà “il campo cantando” per andare a morire,
Hetty dispenserà bellezza e speranza e lascerà a noi il compito di fare fiorire
le sue parole.
Rita Rosani è invece una maestra italiana Medaglia d’oro al valor militare che, vittima delle leggi razziali, dopo l’ 8 Settembre decide di essere parte attiva della Resistenza. Fonda la Banda Aquila della quale è l’unico membro donna. La sua base è una baita sul monte Comun. Rita è una donna forte, risoluta, coraggiosa. Fortemente “Ebrea”, non rinuncia a distribuire le azzime durante la festività di Pesach. Quelle azzime diventano più che mai emblema di libertà e baluardo d’identità. Durante l’accerchiamento da parte della Guardia Nazionale Repubblicana, i suoi compagni la invitano a mettersi in salvo e lei rispondendo loro: “Vuialtri g’avi voia de scherzare!” (voi avete voglia di scherzare!”), si getta invece in prima fila nella mischia. Sarà colpita a morte con un colpo alla testa.
I
messaggi che queste due donne straordinarie hanno lasciato a noi sono oggi più
che mai attuali. Questo perché nonostante siano passati oltre settant’anni dall’abbattimento
dei cancelli di Aushwitz, si assiste costantemente a rigurgiti di odio
antisemita, di violenza verbale , di prevaricazione , di umiliazione del più
debole.
Oggi
il diritto di manifestazione del pensiero è più che usato, abusato, deviato. E
se da una parte l’odio trova terreno fertile nell’indifferenza, le idee di chi
è morto per lasciarci la Libertà rischiano di perdere il loro valore e di
essere pericolosamente dimenticate.
Facciamoci
perciò tutti testimoni di Libertà e restiamo saldi nel principio che nessun
uomo possa più prevaricare su un altro uomo.
Avv. Anna GOLOTTA
(Associazione Virginia Holper Monis)
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