Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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venerdì 14 dicembre 2018

Festa delle Luci e libertà d'espressione: Hetty Hillesum e Rita Rosani

"HETTY HILLESUM: UNA SCINTILLA NEL BUIO"
Libertà d’espressione e festa delle luci

Bell’intervento svolto dall’avvocato Anna Golotta dell’Associazione Virginia Holper Monis all’incontro che si è tenuto presso l’ITIS Panella – Vallauri in occasione della festa di Chanukkah, con tema “Libertà di espressione e Festa delle Luci

L'avvocato Anna Golotta durante il suo intervento
© - COPYRIGHT FOTO AGENZIA COMUNICAZIONE LUIGI SALSINI

Gli spunti di riflessione che questo tema offre sono notevolissimi ed essere sintetici non è affatto semplice. Ad ogni modo, la mia riflessione muoverà dall’articolo 21 della Costituzione Italiana.
L’articolo 21 sancisce uno dei principi cardine della nostra architettura costituzionale, statuendo che tutti hanno il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero.
A primo acchitto, soprattutto al giorno d’oggi, questo diritto sembrerebbe essere cosa scontata, specie per i più giovani che, fruendo dei social network si trovano costantemente ad esprimere il loro pensiero difronte a milioni di individui. In realtà, l’articolo 21 è tra le norme della Costituzione forse quella più sofferta, quella che più di tutte partecipa delle sofferenze di tutti i dissidenti del regime fascista (di ogni colore politico), di tutti i perseguitati politici, di tutti quegli uomini e quelle donne che hanno strenuamente combattuto per riconsegnare agli italiani uno Stato libero e democratico postergando ai valori di libertà, uguaglianza e democrazia la loro stessa vita.
A tale proposito, il mio pensiero va a due donne, due luci immortali di libertà. La prima è una giovane intellettuale olandese, Hetty Hillesum, la seconda una giovanissima maestra italiana, Rita Rosani.
Immagine dal blog MONDO MAX
Queste donne straordinarie, entrambe ebree, vivono in prima persona l’esperienza delle leggi razziali, della persecuzione e (solo la prima) della deportazione.
Sono due donne accomunate da un destino infelice cui loro stesse decideranno volontariamente di consegnarsi, la prima per condividere appieno la sorte del suo popolo, internandosi volontariamente nel campo di concentramento di Westerbork, e la seconda cadendo in battaglia durante un accerchiamento di alcuni uomini della Guardia Nazionale Repubblicana.
Entrambe queste donne ci lasciano un messaggio di libertà importantissimo.
Hetty Hillesum, nei suoi scritti Diario e Lettere (pubblicati solo nel 1982) ci lascia una importantissima eredità . Un’eredità costituita da un messaggio di amore e di perdono rivolto a Tutti. Hetty impara l’amore (che alcuni definiranno “altruismo radicale”) lì dove l’Uomo muore con tutta la sua dignità. Dove l’Essere è negato, dove ai nomi sono sostituiti numeri, dove il male sembra avere trovato la sua più pratica ed efficiente applicazione. Ebbene, proprio lì, Hetty restituisce a tutti gli internati che incontra una dignità. Di ogni storia che incontrerà ne darà testimonianza affinchè uomini popolino un’ Europa finalmente libera e democratica; quell’Europa dei Popoli sognata a Ventotene, conoscano per non ripetere e soprattutto imparino a costruire una società fondata sull’amore e sul perdono dove non c’è più spazio per l’odio. E quest’Europa, Hetty la sogna, la spera, la immagina sapendo perfettamente di non poterla vedere, sapendo perfettamente che ad attenderla ci sarà invece la morte. Ciononostante, non si arrende, scrive, si assicura che il suo messaggio non si perda, si continua ad emozionare vedendo sbocciare un germoglio d’erba dal fango. Fino alla fine, fino a quando non lascerà “il campo cantando” per andare a morire, Hetty dispenserà bellezza e speranza e lascerà a noi il compito di fare fiorire le sue parole.


Rita Rosani è invece una maestra italiana Medaglia d’oro al valor militare che, vittima delle leggi razziali, dopo l’ 8 Settembre decide di essere parte attiva della Resistenza. Fonda la Banda Aquila della quale è l’unico membro donna. La sua base è una baita sul monte Comun. Rita è una donna forte, risoluta, coraggiosa. Fortemente “Ebrea”, non rinuncia a distribuire le azzime durante la festività di Pesach. Quelle azzime diventano più che mai emblema di libertà e baluardo d’identità. Durante l’accerchiamento da parte della Guardia Nazionale Repubblicana, i suoi compagni la invitano a mettersi in salvo e lei rispondendo loro: “Vuialtri g’avi voia de scherzare!” (voi avete voglia di scherzare!”), si getta invece in prima fila nella mischia. Sarà colpita a morte con un colpo alla testa.
 
I messaggi che queste due donne straordinarie hanno lasciato a noi sono oggi più che mai attuali. Questo perché nonostante siano passati oltre settant’anni dall’abbattimento dei cancelli di Aushwitz, si assiste costantemente a rigurgiti di odio antisemita, di violenza verbale , di prevaricazione , di umiliazione del più debole.
Oggi il diritto di manifestazione del pensiero è più che usato, abusato, deviato. E se da una parte l’odio trova terreno fertile nell’indifferenza, le idee di chi è morto per lasciarci la Libertà rischiano di perdere il loro valore e di essere pericolosamente dimenticate.
Facciamoci perciò tutti testimoni di Libertà e restiamo saldi nel principio che nessun uomo possa più prevaricare su un altro uomo.

Avv. Anna GOLOTTA
(Associazione Virginia Holper Monis)

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