La
Festa delle luci o Miracolo di Chanukkah in Calabria
Ringrazio Domenica Sorrenti per questo articolo riassuntivo
delle iniziative che si sono svolte in Calabria nei giorni scorsi in occasione
della festa di Chanukkah, aventi come tema “Libertà di espressione e Festa
delle Luci”
Le foto sono tratte dalla pagina Facebook
Ben
cinque località e sei luoghi diversi hanno preso parte alle manifestazioni per
la ricorrenza di Chanukkah o Festa delle Luci che si svolge ogni anno dal 25
del mese di Kislev al 2 o 3 del mese di Tevet, a seconda della durata del mese
precedente, seguendo il calendario ebraico, mentre secondo il calendario
gregoriano la ricorrenza quest’anno è caduta dal 3 al 10 del mese di dicembre.
In
Calabria, la celebrazione della Festa delle Luci si è svolta a Cetraro, a
Reggio Calabria, a Soriano Calabro, e, come sempre, presso l’ex Campo di Internamento
di Ferramonti di Tarsia e nella città di Cosenza.
In
questo 2018, la celebrazione dei festeggiamenti è stata molto partecipata,
grazie al coinvolgimento degli alunni di quattro Istituti Scolastici di Istruzione
Superiore ed ha permesso ad una popolazione molto giovane di venire informata
su un avvenimento che oltre ad avere un fondamento biblico, ha un grande valore
storico, sociale e culturale perché rappresenta la vittoria di un piccolo
numero di persone su una moltitudine che lo vuole sovrastare, serve da
incoraggiamento a tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore il bene
comune e vuole essere una festa di pace per tutte le genti.
Si
accende la chanukkiah, il candelabro ad otto bracci con un lume posto al centro
detto shamash, “servitore”, utilizzato per accendere gli altri lumi, per
ricordare il miracolo avvenuto nel 165 a.C, in occasione della vittoria dei
Maccabei contro le armate di Antioco IV Epifane di Siria. Il crudele monarca
aveva conquistato tutto il territorio della Giudea ed aveva condotto una
violenta persecuzione contro la religione ebraica arrivando a profanarne la
parte più sacra, il Tempio di Gerusalemme, con l’introduzione della statua di
Zeus e l’adorazione agli dei pagani, secondo i riti della cultura ellenistica.
Giuda
il Maccabeo non si piegò all’imposizione del culto pagano, mantenne fede
nell’unico Dio della Torah, si unì ad un piccolo numero di persone e capeggiò
una rivolta riuscendo ad avere la meglio sui Siri che vennero sconfitti e
scacciati definitivamente dal territorio di Giuda.
Ottenuta
la liberazione dagli invasori, bisognava provvedere alla riconsacrazione del Tempio,
infatti Chanukkah significa proprio consacrazione, dedicazione; si cercò
dell’olio consacrato per accendere la Menorah, il candelabro a sette bracci che
vi ardeva in modo perenne. Frugando dappertutto si trovò unicamente una piccola
ampolla di olio puro recante la certificazione del sacerdote. Venne acceso il
candelabro e l’olio, sufficiente per un solo giorno, durò per otto giorni
consecutivi, il tempo necessario per approvvigionarne del nuovo.
Per
ricordare questo avvenimento straordinario viene acceso ogni anno il candelabro
a otto bracci in ognuna delle otto sere di Chanukkah. Si inizia quindi la sera
del 24 del mese di Kislev accendendo il primo lume che continuerà a bruciare
fin quando tutte le lampade verranno accese.
Il
primo lume è stato acceso la sera del 2 dicembre a Cetraro, dove si è svolto un
importante convegno interreligioso ad 80 anni dalle Leggi Razziali avente come
tema un aforisma di Primo Levi: “È successo ma può succedere ancora”.
Dopo
oltre 500 anni dalla cacciata degli ebrei, è stato riacceso il candelabro con
una splendida cerimonia officiata da Rav Umberto Piperno, alla presenza di
Roque Pugliese, infaticabile referente calabrese per la Comunità Ebraica di
Napoli, a cui vanno le congratulazioni per tutte le iniziative messe in
cantiere per la riscoperta delle radici e la valorizzazione della cultura
ebraica.
Un
convegno di spessore sul tema dominante delle manifestazioni, “Libertà di
espressione e la Festa delle Luci”, è stato organizzato presso l’ITIS
Panella-Vallauri con la partecipazione degli studenti dell’Istituto Tecnico
Economico Raffaele Piria/Ferraris da Empoli di Reggio Calabria e dell’Istituto
d’Istruzione Superiore Severi-Guerrisi di Gioia Tauro/Palmi.
Dirigenti,
insegnanti e ricercatori, tra cui Tonino Nucera, Clara Elisabeth Baez, Vincenza
Triolo, Patrizia Spadafora, Giuseppe Tagarelli, Nino Bizzintino, Anna Golotta, si
sono prodigati per mantenere viva la memoria sugli orrori del passato, visto
che i testimoni oculari sono rimasti in pochi e per dare una formazione a
trecentosessanta gradi agli studenti.
Negli
incontri è stato sottolineato come la festa debba essere considerata una “festa
di pace per tutti gli uomini”, concetto più volte affermato da Rav Piperno,
sempre affettuosamente presente nelle diverse ricorrenze in Calabria.
Pensiero
ripreso dal sindaco Falcomatà della Città Metropolitana che ha presieduto
l’incontro nella Galleria di Palazzo San Giorgio, affiancato dall’assessore
all’Istruzione Anna Nucera e da Franco Arcidiaco, delegato alla Cultura.
All’incontro
moderato con grande “savoir faire” da Daniela Scuncia, hanno partecipato, con
intenso coinvolgimento emotivo, i rappresentanti delle varie confessioni
religiose; non è mancata la presenza del protopapa della chiesa Greco-ortodossa,
padre Daniele Castrizio, di don Valerio Chiovaro della Parrocchia Cattolica dei
Greci, di Ester Labate per i Cristiani Battisti, di Pino Canale per i Cristiani
Valdesi, di Gigliola Pedullà, presidente del Sae, di Simona Stillitano,
segretaria del Gris, ma anche dei rappresentanti di diverse Associazioni
Culturali impegnati ad approfondire percorsi storici unitamente ai ricercatori
dell’ISN/CNR, i quali testimoniano, con i loro studi, dell’antica presenza ebraica
sul territorio calabrese.
L’accensione
del secondo lume, celebrata con grazia da Rav Piperno, è avvenuta anche alla
presenza del sindaco di Zambrone, Corrado L’Andolina, professionista di grande
cultura e caratura morale che, per l’occasione, è stato invitato ad unirsi al
coro dei partecipanti.
Per
la ricorrenza, a tutti gli intervenuti è stata consegnata una copia della
lucerna ebraica con impressa la Menorah di Leucopetra, simbolo di luce e di
vita, ritrovata a Motta San Giovanni ed abilmente riprodotta in terracotta dai
maestri artigiani di Seminara, con l’intenzione di dare un riconoscimento a
quanti si sono distinti nel campo culturale, lavorando per il dialogo e la
comprensione delle diverse entità spirituali con apertura mentale e rispetto, ma
anche come testimonianza delle antiche radici ebraiche della Calabria e per
ricostruire un legame ideologico tra passato, presente e futuro.
L’incontro
si è concluso con dolci delicatezze preparate dagli allievi dell’Istituto
Alberghiero Euclide di Condofuri, località prossima a Bova Marina dove sono
stati ritrovati i resti della seconda sinagoga più antica dopo quella di Ostia
Antica, la più vecchia dell’Occidente.
Gli
studenti, grazie all’impegno profuso dalla dirigente scolastica e dal
responsabile del progetto, hanno dapprima approfondito il valore della cucina
kasher e poi preparato i dolci tipici di questa festività coniugando le antiche
ricette con i nostri dolci locali, un esempio di buona scuola che guarda al
territorio con un occhio al futuro riconoscendo il proprio passato in un
processo di crescita complessivo.
Grande
enfasi è stato dato al tema del convegno “Le nostre radici ebraiche tra
filosofia e storia” svoltosi presso il liceo Scientifico N. Machiavelli di
Soriano Calabro, nella mattinata del 4 dicembre ed organizzato dalla dirigente
scolastica Licia Bevilacqua grandemente convinta che “Le radici ebraiche sono
un nostro substrato culturale di cui spesso non ci rendiamo conto”.
Gli
studenti del Liceo si sono impegnati ad approfondire Marcel Proust, “A la
recherche du temps perdu”, e la “mela di Kant” coniugando letteratura e cibo
con approfondimenti culturali ed hanno raggiunto interessanti percorsi
formativi ludosofici.
Nell’ex
Campo di Internamento di Ferramonti di Tarsia, ora Museo Internazionale della
Shoah, anche quest’anno si è svolta la cerimonia dell’accensione dei lumi alla
presenza del sindaco Roberto Ameruso, delle Autorità Militari e Civili tra cui
l’Onorevole Franco Sergio, molto sensibile alle tematiche attinenti la cultura
ebraica.
Tra
le splendide fontane di via Arabia, a Cosenza si è concluso il 4 dicembre, il
ciclo dei festeggiamenti per la Festa delle Luci.
Questa
città è, tra le località calabresi, quella più attenta al dialogo tra le fedi e
vanta un’apertura mentale ed una disponibilità che meritano apprezzamenti in
quanto in tanti hanno raggiunto la consapevolezza che esiste un ebraismo
sotterraneo che sta per venire fuori.
Oggi
è urgente far comprendere che la convivenza delle diverse culture non nasce dalla
sopraffazione di un gruppo, di un’etnia, di una popolazione, ma
dall’accettazione e dal rispetto dell’altro, dalla coesistenza pacifica di
visioni diverse del mondo.
Una
società più giusta si costruisce con il dialogo e con il rispetto reciproco, oggi
è necessario lottare fortemente contro gli stereotipi e contro i pregiudizi.
Albert Einstein in un aforisma afferma: “È
molto più facile rompere un atomo che un pregiudizio”.
Ripartire
dalla propria identità per indagare il passato e conoscere i fatti storici, per
approfondire usi e costumi, per ricercare nel nostro DNA di calabresi quei geni
che testimoniano di un passato glorioso, serve per riappropriarsi dei valori
millenari della nostra cultura, mantenendo nel cuore la Parola che viene da
Sion, da Gerusalemme, madre di tutte le religioni, come ponte verso un futuro
di cooperazione.
È
urgente far partire dalla Calabria un messaggio di fiducia e di speranza che prenda
il volo ed arrivi al mondo intero in un clima sempre più intenso di amicizia,
di fratellanza nel rispetto dei valori e dei diritti umani.
Domenica Sorrenti
Associazione Cittanova Radici
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