Parlando dell'origine del cristianesimo in Calabria, l'autore, respinti i miti sulla predicazione di Paolo a Reggio e sui passaggi per la nostra regione di Pietro e Marco (leggende tuttora diffuse, ma prive di ogni fondamento storico), ne rintraccia la contiguità con i preesistenti insediamenti ebraici e in particolare (analisi ormai un po' datata) tra fenomeni messianici dell'ebraismo coevo a Gesù e le istanze sociali rivoluzionarie del cristianesimo, portandoci quindi a presumere che le prime comunità cristiane calabresi nacquero (come successe un po' dappertutto) dalla predicazione presso gli ebrei e dalle loro conversioni, più o meno numerose, prima che da un passaggio sempre più di massa dal paganesimo al cristianesimo; ebrei che egli suppone provenienti in massima parte dall'Africa settentrionale, forse fin dalla prima età imperiale.
Egli quindi cita alcune iscrizioni che potrebbero avere relazione con presenze ebraiche.
Lapide di Monses presbiter
Tropea. Lapide funeraria di "Monses presbiter" (prete Mosè), il cui nome ci permette facilmente di supporre che si trattasse di un ebreo convertito al cristianesimo.
Ricadi. Da qui proviene una lapide dedicata alla piccola "Gloriusa", che visse circa cinque anni. Egli attribuisce a questo nome (Gloria, Gloriosa) una pertinenza ebraica; con quanto fondamento, onestamente, non saprei dire.
Locri. Da Gerace (ma sicuramente proveniente da Locri) si trova un frammento che porta il nome "Maria Velania", e l'autore presuppone che Maria fosse nome ebraico; anche qui, non saprei se condividere: a mio parere Maria è già nome cristiano.
Non dal libro citato, ma dall'ottimo sito Tropea Magazine riporto la citazione di alcune gemme "magiche", rinvenute in varie parti della Calabria, che riportano in varie forme la trascrizione in lettere latine del sacro Tetragramma, in un caso accompagnato dall'attributo Sabbaoth.
Non si tratta in questo caso di segni di presenza ebraica, ma comunque mostrano l'influenza (giunta anche nella nostra terra) ebraica, sebbene corrotta e degradata a magia, sulla cultura cristiana (come abbiamo visto in un precedente post) o gnostica (alla cui area culturale potrebbero essere riconducibili queste gemme).
Egli quindi cita alcune iscrizioni che potrebbero avere relazione con presenze ebraiche.
Lapide di Monses presbiter
Tropea. Lapide funeraria di "Monses presbiter" (prete Mosè), il cui nome ci permette facilmente di supporre che si trattasse di un ebreo convertito al cristianesimo.
Ricadi. Da qui proviene una lapide dedicata alla piccola "Gloriusa", che visse circa cinque anni. Egli attribuisce a questo nome (Gloria, Gloriosa) una pertinenza ebraica; con quanto fondamento, onestamente, non saprei dire.
Locri. Da Gerace (ma sicuramente proveniente da Locri) si trova un frammento che porta il nome "Maria Velania", e l'autore presuppone che Maria fosse nome ebraico; anche qui, non saprei se condividere: a mio parere Maria è già nome cristiano.
Non dal libro citato, ma dall'ottimo sito Tropea Magazine riporto la citazione di alcune gemme "magiche", rinvenute in varie parti della Calabria, che riportano in varie forme la trascrizione in lettere latine del sacro Tetragramma, in un caso accompagnato dall'attributo Sabbaoth.
Non si tratta in questo caso di segni di presenza ebraica, ma comunque mostrano l'influenza (giunta anche nella nostra terra) ebraica, sebbene corrotta e degradata a magia, sulla cultura cristiana (come abbiamo visto in un precedente post) o gnostica (alla cui area culturale potrebbero essere riconducibili queste gemme).
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