Probabilmente torti e ragioni stanno da tutte e due le parti: c'è chi esagera per un verso (vedendo anche quello che non c'è) chi per l'altro (rifiutandosi di vedere quello che è incontrovertibile.
Mi auguro che al più presto venga data una soluzione, magari ricorrendo a criteri scientifici e documentari validi da ogni punto di vista.
Niente ebrei al nuovo Museo
da Il Quotidiano di Calabria
Raffaele Spada
Cancellato nei nuovi spazi museali il pannello che raccontava della presenza degli ebrei a Nicastro. Né sono state date delle spiegazioni ufficiali alla sua eliminazione. Nel trasferimento da via Garibaldi a piazza San Domenico il Museo Archeologico lametino, da poco inaugurato, infatti, non compare più, nella sezione medioevo, l'ampio pannello sulla "Comunità ebraica di Nicastro", che dal 1997 illustrava, con foto e didascalie esplicative, il quartiere Timpone definito la Judeca, ove dalla fine del secolo XIII agli inizi del XVI visse una comunità di ebrei.
Il pannello, come quelli delle altre sezioni del museo, era stato redatto e installato dietro la consulenza scientifica e responsabilità della Soprintendenza e della direzione del Museo. Allora si era certi di quanto si documentava con testi e foto. Attraverso quel servizio nel corso di alcuni lustri centinaia e centinaia di visitatori e turisti, tra cui gli alunni di istituti scolastici di ogni ordine e grado non solo della città della piana, ma di tutta la regione, sono venuti a conoscenza che anche a Nicastro, come in tanti altri paesi della Calabria, era esistita per un paio di secoli una Judeca. Alcune scuole cittadine partendo dal museo hanno effettuato ricerche di approfondimento sulla storia della presenza ebraica, ricostruendo usi, costumi, ricette alimentari, toponomastica, arricchendo così la loro formazione e scoprendo l'importanza dell'identità culturale e dei rapporti interculturali.
La visita al museo di piazza San Domenico, oggi, rivela perciò gli esiti di una aspra polemica sorta tra i negazionisti della "effettiva" presenza ebraica nella città di Nicastro in epoca medioevale, ed in particolare nel quartiere del Timpone, e coloro i quali, invece, traevano origine da una tradizione storica locale, che non sottovaluta la dimensione della mescolanza degli ebrei dopo l'inquisizione Spagnola che ordinava agli Ebrei di tutte le età di lasciare il paese, e che permetteva di portare via tutte le proprietà eccetto metalli preziosi o denaro.
Infatti la Judeca di Nicastro, secondo quella tradizione, dopo il 1510, non solo fu abbandonata, ma fu cancellata dall'interesse degli storici locali per paura di ripercussioni.
Nessuno tra le poche famiglie convertite al cristianesimo nutriva interesse per stabilire legami con la Judeca, perché se fosse stato scoperto a "giudaizzare"sarebbe stato denunciato, spoliato e condannato al rogo.
Rispetto ai negazionisti, certi nelle loro congetture, c'è anche chi, seguendo notizie inconfutabili, come Montesanti scrive sulla presenza ebraica «Nel medesimo periodo la venuta degli Ebrei in Calabria ne portò, anche fra noi, una piccola colonia la quale pose stanza in apposito ghetto: il Timpone".
«Detestati, ricercati e perseguitati, afferma Vincenzo Villella, autore de "La Judeca di Nicastro", ma anche lusingati sia dall'università che dai vescovi che si contendevano le cospicue tasse che essi dovevano pagare, gli ebrei hanno avuto una presenza silenziosa, ma importante nella società nicastrese almeno per tre secoli, ed è giusto che si faccia di tutto per ricostruirla, anche partendo dal nulla. Gli ebrei si insediarono a Nicastro tra la fine del IX e l'inizio del X sec.
in concomitanza con le incursioni saracene di quel periodo, allorché nacque il primo nucleo abitativo denominato Musconà. Appena arrivati, gli ebrei erano già in numero tale da costituire una comunità».
Anche Oreste Dito ne "La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria"cita Nicastro tra le comunità ebraiche calabresi del XIII secolo, dicendo "…Altri stanziamenti erano a Nicastro, Monteleone, Tropea, Nicotera, Seminara, nelle due piane di S. Eufemia e di Palmi".
Infine, secondo i registri della Cancelleria Angioina, gli ebrei di Nicastro pagavano nel 1276 l'imposta per la distribuzione della nuova moneta della zecca di Brindisi, detta anche "gabella judaica".
Ed anche nella Taxatio generalis subventionis in justitiariatu Calabriae, con i versamenti ebraici alla corte, figura la comunità di Nicastro.
La visita al museo di piazza San Domenico, oggi, rivela perciò gli esiti di una aspra polemica sorta tra i negazionisti della "effettiva" presenza ebraica nella città di Nicastro in epoca medioevale, ed in particolare nel quartiere del Timpone, e coloro i quali, invece, traevano origine da una tradizione storica locale, che non sottovaluta la dimensione della mescolanza degli ebrei dopo l'inquisizione Spagnola che ordinava agli Ebrei di tutte le età di lasciare il paese, e che permetteva di portare via tutte le proprietà eccetto metalli preziosi o denaro.
Infatti la Judeca di Nicastro, secondo quella tradizione, dopo il 1510, non solo fu abbandonata, ma fu cancellata dall'interesse degli storici locali per paura di ripercussioni.
Nessuno tra le poche famiglie convertite al cristianesimo nutriva interesse per stabilire legami con la Judeca, perché se fosse stato scoperto a "giudaizzare"sarebbe stato denunciato, spoliato e condannato al rogo.
Rispetto ai negazionisti, certi nelle loro congetture, c'è anche chi, seguendo notizie inconfutabili, come Montesanti scrive sulla presenza ebraica «Nel medesimo periodo la venuta degli Ebrei in Calabria ne portò, anche fra noi, una piccola colonia la quale pose stanza in apposito ghetto: il Timpone".
«Detestati, ricercati e perseguitati, afferma Vincenzo Villella, autore de "La Judeca di Nicastro", ma anche lusingati sia dall'università che dai vescovi che si contendevano le cospicue tasse che essi dovevano pagare, gli ebrei hanno avuto una presenza silenziosa, ma importante nella società nicastrese almeno per tre secoli, ed è giusto che si faccia di tutto per ricostruirla, anche partendo dal nulla. Gli ebrei si insediarono a Nicastro tra la fine del IX e l'inizio del X sec.
in concomitanza con le incursioni saracene di quel periodo, allorché nacque il primo nucleo abitativo denominato Musconà. Appena arrivati, gli ebrei erano già in numero tale da costituire una comunità».
Anche Oreste Dito ne "La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria"cita Nicastro tra le comunità ebraiche calabresi del XIII secolo, dicendo "…Altri stanziamenti erano a Nicastro, Monteleone, Tropea, Nicotera, Seminara, nelle due piane di S. Eufemia e di Palmi".
Infine, secondo i registri della Cancelleria Angioina, gli ebrei di Nicastro pagavano nel 1276 l'imposta per la distribuzione della nuova moneta della zecca di Brindisi, detta anche "gabella judaica".
Ed anche nella Taxatio generalis subventionis in justitiariatu Calabriae, con i versamenti ebraici alla corte, figura la comunità di Nicastro.
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