Finora le testimonianze ebraiche più antiche in Calabria erano localizzate nell'estremo sud, nella zona ionica circostante all'intenso traffico marittimo dello Stretto di Messina:
Reggio (insegna marmorea della sinagoga);
Lazzaro (lucerna con menorah);
Bova Marina (la ormai celebre sinagoga).
L'approfondimento delle ricerche ha portato ora alla scoperta di altre tracce, sempre localizzate nella Calabria meridionale, ma abbastanza lontano da Reggio:
Vibo Marina (sul Tirreno);
Scolacium (presso l'odierna Squillace, al centro dell'omonimo Golfo jonico).
Questo fa pensare ad una presenza ebraica in epoca tardo-imperiale e altomedievale più certa e rilevante di quanto si supponesse finora.
Non dubito che ulteriori ricerche forniranno ancora maggiori certezze sulla materia.
L'immagine a sinistra è tratta dall'articolo di Francesco Antonio Cuteri et alii "La Calabria fra tarda antichità ed alto medioevo attraverso le indagini nei territori di Vibona Valentia, della Massa Nicoterana, di Stilida-Stilo: ceramiche, commerci, strutture", nel volume LRCW II. Proceedings of the 2nd International Conference on Late Roman Coarse Wares, Cooking Wares and Amphorae in the Mediterranean: Archaeology and Archaeometry (Aix-en-Provence-Marseille-Arles, 13th-16th April 2005): British Archaeological Reports, International Series, Oxford, 2007.
Si tratta di due bolli con la menorah sull'ansa di una brocca e di un'anfora Keay LII, coeve, secondo all'autore, alla sinagoga di Bova.
Inoltre, Cuteri afferma la probabilità di una presenza in loco (area S. Aloe, presso Vibo) di una comunità ebraica; se lo faccia solo sulla base di questi reperti o se abbia altri elementi, lo ignoro: spero che ulteriori ricerche e pubblicazioni possano al più presto chiarire il punto.
Si tratta di due bolli con la menorah sull'ansa di una brocca e di un'anfora Keay LII, coeve, secondo all'autore, alla sinagoga di Bova.
Inoltre, Cuteri afferma la probabilità di una presenza in loco (area S. Aloe, presso Vibo) di una comunità ebraica; se lo faccia solo sulla base di questi reperti o se abbia altri elementi, lo ignoro: spero che ulteriori ricerche e pubblicazioni possano al più presto chiarire il punto.
SCOLACIUM
L'immagine a fianco è invece tratta dall'articolo di Margherita Corrado et alii "Anfore dal teatro romano di Scolacium" nel volume XXXII Convegno: Circolazione di tecnologie, maestranze e materie prime nelle produzioni ceramiche del Mediterraneo dal medioevo all'età moderna; XXXIII Convegno: La ceramica come indicatore socio-economico (della serie degli Atti dei Convegni internazionali della ceramica - Albisola, del Centro ligure per la storia della ceramica), Albisola, 2001.
Raffigura altri due bolli (ancora su una "famigerata" anfora Keay LII) riportanti una menorah, certo meno netti di quelli di Vibo, ma comunque inconfondibili.
Nulla è detto (né credo sia possibile per il momento dire) sul riferimento ad una presenza ebraica in loco, o ad un semplice reperto "di transito".
Raffigura altri due bolli (ancora su una "famigerata" anfora Keay LII) riportanti una menorah, certo meno netti di quelli di Vibo, ma comunque inconfondibili.
Nulla è detto (né credo sia possibile per il momento dire) sul riferimento ad una presenza ebraica in loco, o ad un semplice reperto "di transito".
Qualche riflessione
Ovviamente nessuno dei due reperti permette, da solo, di dedurre una presenza ebraica così antica a Vibo e/o a Squillace, dal momento che non è chiaro se i tre reperti facciano appartenessero, come dicevo, a presenze locali o si siano semplicemente trovati a transitare dai due importanti scali portuali.
Certo è che sia a Vibo (all'epoca Monteleone) che a Squillace, comunità ebraiche sono state presenti, e di una certa rilevanza, ma allo stato non è possibile capire se fossero in continuità con le presenze più antiche sospettabili in base a questi ritrovamenti o se siano dei nuovi (re)insediamenti.
Credo comunque che siano altri due tasselli nella storia ebraica calabrese, fino a poco tempo fa praticamente sconosciuta, salvo gli antichi studi di Oreste Dito e di Nicola Ferorelli, e che solo di recente, grazie agli studi del professor Colafemmina, che ha stimolato poi le ricerche di altri studiosi, ha finalmente preso una connotazione scientifica.
Credo che difficilmente gli ebrei siano potuti mancare da importanti metropoli e porti come Lokri e Kroton (a proposito della quale qualcuno sospetta tracce ebraiche siano rinvenibili in alcune allusioni del Satyricon di Petronio), e forse potevano essere presenti anche in luoghi di rilevanza minore, come la statio romana di Kaulon/Stilida, ma qui siamo ancora ben al di qua di semplici sospetti...
2 commenti:
Articolo interessante, e mi chiedevo se fosse possibile, e dove, trovare l'articolo di Francesco Antonio Cuteri e di Margherita Corrado sui i rispettivi siti di Vibo Marina e Squillace...grazie
Le referenze bibliografiche dei due volumi sono riportate nel mio post. Quanto a dove trovarli fisicamente, credo in qualche buona biblioteca, oppure richiedendoli agli editori
Posta un commento