Si tratta di un sito davvero ben fatto, dedicato non solo a quest'area ma all'ebraismo calabrese in genere: invito tutti a visitarlo e a "studiarlo".
Riporto ora alcune informazioni "rubate" dal sito stesso.
Per un inquadramento storico-territoriale
Lungo il versante ionico meridionale calabrese, a circa cinquanta chilometri a sud di Reggio Calabria, in località S. Pasquale nei pressi di Bova Marina (contrada Deri) negli anni 1983-1987, si è rinvenuta fortuitamente e scavata una struttura che è stata chiaramente riconosciuta come una sinagoga ebraica.
La sinagoga sorgeva in una località interessata da altre strutture. L'area non è ancora a tutt'oggi completamente esplorata, ma dovrebbe trattarsi con ogni probabilità di un piccolo villaggio in prossimità della strada costiera che, in antico, collegava Reggio con le altre località poste lungo la costa ionica. Con buona probabilità il sito è identificabile con l'antica Scyle, indicata, con diverse varianti, negli Itineraria antichi. Già il Catanea-Alati notava che accanto alla contrada Deri si conserva in un luogo il toponimo Scillàca o Scilliàca.
L'itinerario dell'Anonimo Ravennate segna in due diversi passi il toponimo di Sileon dopo di quello di Leucopetra, muovendosi da Reggio lungo la via ionica. L'itinerario Guidonense, epitome del precedente, conferma il nome del sito, dandone due varianti: Scilleume Sileum. La seconda riprende il nome dato dal Ravennate. La variante Scilleum è invece seguita da una fonte che supera le altre per importanza, la Tabula Peutingeriana, che dopo Regio e Leucopetra pone Scyle. La Tabula pone però un altro problema, rappresentato dalle distanze che sono segnate tra i nomi dei siti.
Tra Reggio e Leucopetra, separate da un fiume, si pone una distanza di 5 miglia. 20 miglia separano Leucopetra da Scyle, e altre 60 separano Scyle da Lucis. Ora se teniamo come punti fermi Reggio e Lucis = Locri, e accettiamo l'identificazione di Leucopetra con Lazzàro e di Scyle con Bova Marina, possiamo osservare che le distanze tra i primi tre siti (Regio, Leucopetra e Scyle) sono sostanzialmente esatte. Un problema sorge però dall'indicazione di LX posta tra Scyle e Lucis. In effetti la distanza tra Bova Marina e Locri è molto minore.La Crogiez, pur notando che "le problème des distances trop importantes de la Table, qui indique LX milles de Scyles à Locres, n'à pas été résolu", non offre alcun tentativo di soluzione, pur concludendo che "on propose de reconnai^tre la station Scyle dans l'ensemble découvert dans la contrada Deri (loc. S.Pasquale)".
L'itinerario dell'Anonimo Ravennate segna in due diversi passi il toponimo di Sileon dopo di quello di Leucopetra, muovendosi da Reggio lungo la via ionica. L'itinerario Guidonense, epitome del precedente, conferma il nome del sito, dandone due varianti: Scilleume Sileum. La seconda riprende il nome dato dal Ravennate. La variante Scilleum è invece seguita da una fonte che supera le altre per importanza, la Tabula Peutingeriana, che dopo Regio e Leucopetra pone Scyle. La Tabula pone però un altro problema, rappresentato dalle distanze che sono segnate tra i nomi dei siti.
Tra Reggio e Leucopetra, separate da un fiume, si pone una distanza di 5 miglia. 20 miglia separano Leucopetra da Scyle, e altre 60 separano Scyle da Lucis. Ora se teniamo come punti fermi Reggio e Lucis = Locri, e accettiamo l'identificazione di Leucopetra con Lazzàro e di Scyle con Bova Marina, possiamo osservare che le distanze tra i primi tre siti (Regio, Leucopetra e Scyle) sono sostanzialmente esatte. Un problema sorge però dall'indicazione di LX posta tra Scyle e Lucis. In effetti la distanza tra Bova Marina e Locri è molto minore.La Crogiez, pur notando che "le problème des distances trop importantes de la Table, qui indique LX milles de Scyles à Locres, n'à pas été résolu", non offre alcun tentativo di soluzione, pur concludendo che "on propose de reconnai^tre la station Scyle dans l'ensemble découvert dans la contrada Deri (loc. S.Pasquale)".
Bova, luogo di incontro delle grandi civiltà
Non lascia mai indifferenti riflettere sulla propria storia, sulla dinamica degli eventi passati, ed è oggi con emozione che do il benvenuto ad un così prestigioso consenso di appassionati studiosi, esploratori di un percorso culturale per lungo tempo taciuto ma mai cancellato dalle menti e dai cuori dei bovesi.
È la storia di un passato che non possiamo e non vogliamo più ignorare, una storia che regalandoci inattese suggestioni, intesse affascinanti legami tra i discendenti di Mosè e i greci di Calabria. In particolare, a noi, abitanti dell’antica Delia, è concesso guardare al problema da un’angolazione privilegiata.
Ed infatti il casuale rinvenimento, nel 1983, proprio in località San Pasquale di un edificio sinagogale, dapprima sbrigativamente catalogato come quel che restava di un’antica villa romana, getta oggi nuova luce sulla questione della presenza giudaica nel territorio limitrofo all’antica Regium romana, evidenziando la centralità che proprio Bova Marina, il nostro comune, riveste nella geografia del problema. Ideale trait d’union tra passato e presente, la sinagoga e tutto il complesso culturale-emozionale che quelle esigue vestigia intendono evocare, costituisce, dunque, un importante tassello della nostra identità, pietra miliare da cui è impossibile prescindere per conoscere e riconoscersi in una storia che è parte di noi.
Consci di questo valore ma altresì convinti che molto resti ancora da chiarire intendiamo intraprendere un percorso di valorizzazione nell’ottica del quale questa tavola rotonda segna un importante punto fermo. Sono certo, infatti, che le riflessioni maturate in questa sede costituiranno un incisivo stimolo per ulteriori approfondimenti su tematiche a noi tutti, in quanto popolo bovese, molto care.
Non lascia mai indifferenti riflettere sulla propria storia, sulla dinamica degli eventi passati, ed è oggi con emozione che do il benvenuto ad un così prestigioso consenso di appassionati studiosi, esploratori di un percorso culturale per lungo tempo taciuto ma mai cancellato dalle menti e dai cuori dei bovesi.
È la storia di un passato che non possiamo e non vogliamo più ignorare, una storia che regalandoci inattese suggestioni, intesse affascinanti legami tra i discendenti di Mosè e i greci di Calabria. In particolare, a noi, abitanti dell’antica Delia, è concesso guardare al problema da un’angolazione privilegiata.
Ed infatti il casuale rinvenimento, nel 1983, proprio in località San Pasquale di un edificio sinagogale, dapprima sbrigativamente catalogato come quel che restava di un’antica villa romana, getta oggi nuova luce sulla questione della presenza giudaica nel territorio limitrofo all’antica Regium romana, evidenziando la centralità che proprio Bova Marina, il nostro comune, riveste nella geografia del problema. Ideale trait d’union tra passato e presente, la sinagoga e tutto il complesso culturale-emozionale che quelle esigue vestigia intendono evocare, costituisce, dunque, un importante tassello della nostra identità, pietra miliare da cui è impossibile prescindere per conoscere e riconoscersi in una storia che è parte di noi.
Consci di questo valore ma altresì convinti che molto resti ancora da chiarire intendiamo intraprendere un percorso di valorizzazione nell’ottica del quale questa tavola rotonda segna un importante punto fermo. Sono certo, infatti, che le riflessioni maturate in questa sede costituiranno un incisivo stimolo per ulteriori approfondimenti su tematiche a noi tutti, in quanto popolo bovese, molto care.
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