Un momento di spiritualità:
il suono dello shofar
Tempo fa, avevo parlato di Cittanova; ci ritorno ora per parlare (ehm... con un tantino di ritardo!) di un evento che vi si è svolto lo scorso 22 giugno: la dedicazione di un viale della Villa comunale ai Giusti delle nazioni che, nella loro azione come diplomatici, salvarono la vita ad ebrei durante la Shoah. Il viale è fiancheggiato da palme, su ognuna delle quali è affissa una targa che ricorda il nome del Giusto e la bandiera (o le bandiere: alcuni agirono a nome di una nazione diversa di quella di cui erano cittadini; come il nostro Perlasca, che agì come diplomatico della Spagna, o monsignor Angelo Rotta, italiano ma diplomatico pontificio).
L'evento (organizzato da istituzioni civili e religiose, sotto la spinta del vulcanico studioso Antonio Sorrenti), è stato preceduto da un convegno dal titolo "I sentieri dell'Eden. Dal Giardino dell'Eden al Giardino dei Giusti", ed ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Rav Ariel di Porto, da Roma, di Rashel Feinmesser, Capo ufficio stampa dell'Ambasciata israeliana, R.G. Vitetta, console onorario svizzero, don Antonino Pangallo, responsabile della Diocesi di Reggio per il dialogo interreligioso, e Angelica Volkel, Console generale di Germania, al cui bell'intervento dedicherò un post a parte.
Di Cittanova, oltre quanto già detto nel post precedente, posso aggiungere alcune usanze che ci fanno intravedere una antica presenza ebraica: in alcune famiglie la sera di Pasqua si lascia una sedia vuota a tavola, come accade nel rito del Pesach ebraico; il venerdì si usa fare o comprare il pane a treccia, come la challah del sabato tra gli ebrei; sempre la sera di Pasqua, il piatto tipico è lo stocco cu l'amareddi (stoccafisso con le erbe amare!)...
L'evento (organizzato da istituzioni civili e religiose, sotto la spinta del vulcanico studioso Antonio Sorrenti), è stato preceduto da un convegno dal titolo "I sentieri dell'Eden. Dal Giardino dell'Eden al Giardino dei Giusti", ed ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Rav Ariel di Porto, da Roma, di Rashel Feinmesser, Capo ufficio stampa dell'Ambasciata israeliana, R.G. Vitetta, console onorario svizzero, don Antonino Pangallo, responsabile della Diocesi di Reggio per il dialogo interreligioso, e Angelica Volkel, Console generale di Germania, al cui bell'intervento dedicherò un post a parte.
Di Cittanova, oltre quanto già detto nel post precedente, posso aggiungere alcune usanze che ci fanno intravedere una antica presenza ebraica: in alcune famiglie la sera di Pasqua si lascia una sedia vuota a tavola, come accade nel rito del Pesach ebraico; il venerdì si usa fare o comprare il pane a treccia, come la challah del sabato tra gli ebrei; sempre la sera di Pasqua, il piatto tipico è lo stocco cu l'amareddi (stoccafisso con le erbe amare!)...
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