Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

IN PRIMO PIANO: eventi e appuntamenti

27 gennaio 2019: Giorno della memoria

c

c

giovedì 31 gennaio 2019

Giorno della Memoria: Dall’eugenetica alle leggi razziali

Ricevo dalla dottoressa Anna Golotta, Presidente dell’Associazione Virginia Holper Monis - che ringrazio di vero cuore - e volentieri pubblico, facendole i miei complimenti

A Ferramonti di Tarsia per ricordarci di ciò che è stato

In occasione della Giornata della Memoria, l’Associazione Virginia Holper Monis di Bagnara Calabra, in collaborazione con l’I.I.S. “Enrico Fermi" di Bagnara Calabra, Villa San Giovanni e S. Eufemia d'Aspromonte, è tornata per il secondo anno consecutivo al campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia per fare Memoria di ciò che è stato.
Oltre ai 350 ragazzi dell’Istituto “Fermi”, sono stati presenti anche 150 allievi carabinieri della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria, i quali si sono mostrati solerti all’invito dell’Associazione.
Il tema della Giornata, incentrato sul rapporto tra le leggi razziali e la scienza, ha permesso di approfondire sia i fondamenti scientifici della legislazione razzista nazifascista, sia i dettagli normativi, facendo luce sul ruolo che l'Italia fascista svolse nelle persecuzioni razziali.
In merito, infatti, non vi è ancora molta chiarezza poiché si tende ad attribuire all’Italia una posizione subordinata rispetto a quella tedesca nel programma di legislazione razzista. Si tende a definire infatti la produzione normativa fascista in materia di razza come “all'acqua di rose". Niente di più errato.
La connotazione razzista del regime fascista è spiccata ed autonoma rispetto a quella tedesca ed inizia ad emergere con le prime conquiste coloniali. L'antisemitismo ne sarà una ovvia conseguenza.
I provvedimenti normativi in materia di razza furono infatti ben 180, tra Regi Decreti Legge, circolari ministeriali e leggi in senso stretto.
Tutta la produzione normativa fascista origina da due testi: “Il fascismo e i problemi della razza”, pubblicato da “Il Giornale d’Italia” il 14 luglio 1938 ed il “Manifesto degli scienziati razzisti”, pubblicato col primo numero della rivista “La difesa della razza” il 5 agosto 1938. Tesi queste esposte poi da Mussolini nel celebre discorso che tenne nel settembre 1938 a Trieste in Piazza Unità d’Italia.
Tra tutti i provvedimenti normativi emanati dal regime fascista, quello sicuramente più significativo è il R.D.L. n. 1728/1938 che nei suoi 3 Capi e 29 articoli fornisce non solo la definizione di “Razza ebraica” per lo stato fascista ( Art. 8 lettere a-b-c e d) ma si preoccupa di fornire altresì un elenco tassativo di divieti cui gli ebri italiani saranno sottoposti all’osservanza. L’elenco di tali divieti (primo dei quali quello di frequentare le scuole del Regno, tuttavia già disposto con il primo provvedimento razzista in assoluto ossia il rdl n. 1390 del 5 settembre 1938 ) comprende i divieti di prestare servizio militare, di esercitare la patria potestà sui figli appartenenti a religione diversa da quella ebraica, di essere proprietari di terreni che abbiano un estimo superiore a Lire 5.000, di prestare servizio presso qualsiasi amministrazione statale ed aziende di interesse nazionale ecc…
Il 20 gennaio 1944, il governo Badoglio emana il rdl 25/44 con cui sono pienamente reintegrati nei diritti civili e politici gli ebrei residenti nei territori liberati dagli Alleati, ma purtroppo per gli altri sarà troppo tardi.
Il comportamento ambiguo se non complice del maresciallo Badoglio nei quarantacinque giorni che andarono dal 25 luglio all’8 settembre 1943 ed il silenzio della Chiesa cattolica, infatti permisero ai nazisti di rastrellare, saccheggiare e deportare migliaia di ebrei italiani che non faranno mai più ritorno alle loro case.
A distanza di ottanta anni dalla loro emanazione, è doveroso soffermarsi a riflettere sulla portata aberrante e folle delle leggi razziali, specie perché proprio ai giorni d’oggi assistiamo a sempre più frequenti rigurgiti di odio antisemita e di odio razziale.
Oggi, teorie negazioniste infatti trovano spazio e legittimazione non solo nelle strade ma, disgraziatamente, anche tra le aule universitarie, dove l’antisemitismo si ripresenta sotto la forma più raffinata ed edulcorata di “antisionismo”; dove il 27 Gennaio gli ebrei di Italia e di Europa devono difendersi dagli insulti di chi nega la Storia o di chi più garbatamente apre spunti di riflessione su tutti i genocidi della storia che NULLA hanno in comune con la Shoah per genesi, esecuzione e dimensione.
Oggi più che mai ha senso dunque farsi testimoni e sentinelle di memoria e raccontare ai ragazzi, germoglio del nostro futuro, che questo è stato. E fare ciò in un’oasi di speranza quale fu ed è quella di Ferramonti di Tarsia (dove un uomo giusto, Gaetano Marrari, direttore del campo, salvò tutti i prigionieri dal rastrellamento tedesco simulando una epidemia di colera), insegna non solo a fare memoria, ma anche a capire che perfino nell’orrore più profondo l’umanità vera, quella più bella e sana ed il coraggio di dire no salveranno il mondo.
Anna Golotta
Presidente dell’Associazione Virginia Holper Monis*

* L'Associazione Virginia Holper Monis è una associazione nata da poco e si propone di approfondire la cultura ebraica al sud Italia e di sensibilizzare contro l'antisemitismo.
È ovviamente una associazione sionista e vicina ad Israele.
Ci avvaliamo spesso della collaborazione delle scuole nei nostri progetti.

Dall’eugenetica alle leggi razziali, gli approfondimenti per la Giornata della Memoria
Iniziativa a Ferramonti
Testo e foto da CosenzaInforma 
“Le Leggi Razziali ed il coinvolgimento della scienza” è il tema che ha orientato gli interventi di questa giornata, lunedì 28 gennaio, presso il campo di Ferramonti, a cura della Comunità Ebraica di Napoli. Relazioni ed interventi che hanno evidenziato lo stretto rapporto tra la costruzione del campo di concentramento di Ferramonti e le scelte del governo fascista dirette alla persecuzione dei diritti e, successivamente, delle vite di stranieri e cittadini di religione ebraica. Seguite con grande attenzione da studenti provenienti da diverse scuole e dai cadetti della scuola di Carabinieri di Reggio Calabria, le relazioni hanno messo a fuoco nodi centrali della politica di accanimento contro gli ebrei e, in particolare, è stata sottolineata l’importanza di comprendere le dinamiche di quanto accaduto dal punto di vista dei contesti socio-culturali e politici per la responsabilità di persone in carne ossa e non per una vuota ideologia.
Significative le testimonianze di Walter e Pina Brenner, figli di Gustav Brenner, internato a Ferramonti dopo aver affrontato gravi prove di resistenza nei campi di Buchenwald e Dachau. In particolare Walter Brenner ha auspicato che il campo diventi un luogo di cultura e di ricerca per le giovani generazioni. «Il campo di Ferramonti - ha detto tra l’altro il sindaco Roberto Ameruso nelle conclusioni - presenta peculiarità che non sono ancora del tutto note e che devono essere indagate come i rapporti di connivenza tra l’imprenditore che costruì il campo e il potere fascista». Oltre alle relazioni di Patrizia Spadafora, ricercatore Istituto Scienze Neurologiche-CNR sulle “Teorie sulla razza ed eugenetica” e quella sulle Leggi razziali di Anna Golotta, presidente dell’associazione “Virginia Holper Monis”, si sono registrati gli interventi del consigliere regionale Franco Sergio, nativo di Tarsia che ha auspicato una maggiore sinergia tra ente locale e regionale per lo sviluppo museale e culturale del Campo, e di Roque Pugliese, referente della Calabria e consigliere della Comunità ebraica di Napoli che ha ricordato il sacrificio compiuto dai carabinieri durante l’occupazione nazista e ha anche aperto la manifestazione con un momento liturgico in cui alla recita di un salmo è seguito il richiamo solenne attraverso lo chofar, l’antico strumento che ricorda il soffio divino della vita sugli uomini e che veniva suonato prima di entrare nelle camere a gas. Diversi i brani musicali del repertorio musicale ebraico suonati al pianoforte dai maestri Francesco e Vincenzo De Stefano, introdotti da Daniela Scuncia. L’iniziativa è stata prevista nell’ambito delle manifestazioni di commemorazione del Comune di Tarsia per la Giornata della memoria che si concluderanno il 2 febbraio.
Francesca Rennis

Qualche notizia su Virginia Olper (Holper Monis)
Dal sito dell’Enciclopedia Treccani  (da consultare per avere la biografia completa - qui ne ho estratto l’essenziale - e la bibliografia)
Immagini da Amazon
Il padre e il contesto ideologico che gli ruotava intorno favorirono nella giovane quella libertà intellettuale e relazionale che la pose senza pregiudizio e senza timore anche di fronte a scelte anticonformiste, come quella di sposare un cattolico: le costò l’esclusione dai registri ufficiali della comunità ebraica di Venezia, anche se non rinunciò mai al proprio credo religioso.
Impegno civile e letterario: dalla critica d’arte alla condizione della donna. Iniziò una serie di collaborazioni con riviste d’opinione, si applicò alla produzione novellistica, con la pubblicazione di Racconti veneziani e novelle sentimentali (Milano 1893), e alla stesura del suo unico romanzo, Il Raggio (Vicenza 1903).
Morì a Venezia, durante un intervento chirurgico, il 13 settembre 1919.
La sua tomba, nel cimitero israelitico del Lido di Venezia, reca questa scritta:

«Auspicò al bello, al buono, al vero,
perciò nella vita stimata,
nella tomba compianta».


Quella di Virginia Olper Monis è una conoscenza ancora da completare.
Mise in luce il profondo disagio della donna nei diversi aspetti della quotidianità: uno specchio in cui riflettere specificità e meccanismi psicologici del mondo femminile che continuavano a essere soffocati, fraintesi e mortificati. Quasi in contemporanea, Sigmund Freud [dava] origine alla psicanalisi, quasi legittimando la protesta e le richieste di cambiamento dello stesso movimento femminista.
Osò sostenere e proporre, tra le prime in Italia, il divorzio come «eroico rimedio», causando scandalo: non si lasciò condizionare da tali reazioni e mantenne le proprie convinzioni.
I suoi principi, espressi ne Il Movimento etico-sociale e l’Unione morale (Lodi 1899), erano di chiara ispirazione mazziniana, come la necessità di istruire il popolo, di educarlo alla cooperazione e alla solidarietà, di formare nuove coscienze per ottenere una «collettività di masse illuminate, eque, anti-egoistiche» (ibid., p. 14). Con questi obiettivi operò concretamente per organizzare scuole popolari, circoli di lettura, biblioteche, persino un ‘gratuito patrocinio’ popolare, per consulenze legali e amministrative.
Della dottrina di Marx condivideva le rivendicazioni, ma non approvava la spinta rivoluzionaria, generatrice di lotta di classe; cavalcò, invece, l’idea del rinnovamento morale e dell’elevazione dello spirito per mirare alle trasformazioni sociali e plasmare un consorzio umano più solidale e consapevole.
Nell’ultima sua significativa pubblicazione, La donna nella realtà (Padova 1908), trovarono voce il diritto all’istruzione, al lavoro e all’indipendenza economica, all’equiparazione del salario con la controparte maschile. Sollecitò, inoltre, l’opportunità di diventare soggetto politico attivo: votare ma anche essere votata. Sul piano morale, evidenziò l’importanza di sanare la piaga della prostituzione, il dovere di ricercare la paternità per tutte le situazioni di illegittimità in cui al maschio non veniva attribuita alcuna responsabilità, così come per l’adulterio. Ma l’aspetto competitivo tra uomo e donna non rientrò mai nella sua visione sociale. Coerentemente con le sue posizioni pacifiste, sostenne sempre la tesi del ‘mutuo appoggio’, cioè la collocazione dell’uomo e della donna in una dinamica relazionale (famiglia) che privilegiasse, quale elemento connettivo, un rispettoso sentimento e, come scopo comune, l’educazione dei figli.

sabato 26 gennaio 2019

Giorno della Memoria: ulteriori iniziative

Molte, moltissime (si potrebbe pensare… forse troppe? ma qui si va in un terreno piuttosto scivoloso: molto vivo è il dibattito anche tra gli ebrei sul senso, le modalità e l’opportunità stessa di questa Giornata) le iniziative sul Giorno della Memoria in Calabria.
Mi è difficile diffondermi su tutte, visto il poco tempo a disposizione (è appena finito lo Shabbat e molte delle iniziative si svolgeranno domani, quindi il “preavviso” è davvero molto poco), quindi farò un post di sintesi con gli eventi che ho “scoperto” oggi, sperando di non ripetermi se già ne ho pubblicato qualcuno, ma… repetita iuvant!
Particolarmente interessante e originale è l'iniziativa che si svolgerà a Locri e Bova Marina, che non è un evento di una sola giornata, ma un percorso che si sviluppa durante l'intero anno scolastico

Locri e Bova Marina
Museo di Locri Epizefiri: Giornata della memoria "Io sono Anna Frank. Diario di una giornata"
A Locri i Musei e Parco archeologico di Locri Epizefiri, e a Bova Marina il Museo Archeologico “Archeoderi”, hanno aderito alle celebrazioni per la Giornata della Memoria con il progetto Io sono Anna Frank. Diario di una giornata, che si protrarrà per i prossimi mesi.
All’iniziativa parteciperanno il Liceo Linguistico “Mazzini” e il Liceo Scientifico “Zaleuco” di Locri.
Gli studenti, dopo aver letto “Il diario di Anna Frank”, saranno chiamati a calarsi nella tragica vicenda, facendo propria l’angoscia della giovane martire, scrivendo la cronaca di una giornata vissuta nell’oscurità del nascondimento e della clandestinità. Lo scopo dell’iniziativa è quello di far riflettere i giovani perché cambiando prospettiva non saranno soltanto spettatori della tragedia ma parti in causa.

Borgia, domenica 27 gennaio alle ore 18 nella Sala Consiliare del Comune
Da OggiSud, Ferdinando C.

Il 27 gennaio il Comune di Borgia ricorda la Shoah con una musica e poesia in una manifestazione nella Sala consiliare

In programma il concerto di musica tradizionale ebraica a cura di Klerò Quintet, con Gaetano Bongarzone (clarinetto), Giuseppe Gualtieri (fisarmonica), Alessandro Sansalone (pianoforte), Attilio Gualtieri (chitarra) e Salvatore Fiorentino (violoncello). Gli studenti dell’Istituto comprensivo “Sabatini” presenteranno un video (realizzato dagli studenti della III A) e declameranno una poesia mimata (i ragazzi della III B); le seconde classi affronteranno la tematica "I bambini vittime della Shoah" con la poesia "C'è un paio di scarpette rosse" e la lettura di alcune parti del diario di Anna Frank; le prime classi testimonieranno la loro esperienza al campo di internamento “Ferramonti” di Tarsia.

Castrovillari, domenica 27 gennaio alle 21
Castrovillari e gli ebrei
Un evento per fare memoria del passato e riscoprirne il valore identitario
Al Teatro Sybaris, domenica 27 gennaio alle ore 21.00, andrà in scena lo spettacolo "Terezin, le farfalle non volano qui" della compagnia teatrale Linea Sottile, diretta da Massimo Costabile e Antonella Carbone che propone il racconto della terribile realtà dei bambini che furono internati nel lager di Terezin prima di essere uccisi nelle camere a gas e bruciati nei forni crematori ad Auschwitz.

Lo spettacolo è ad ingresso gratuito ed aperto a tutti.

Cosenza, martedì 29 gennaio, alle ore 10,00, al Teatro “Morelli”
Da Strilli 
COSENZA: IL 29 GENNAIO GIORNATA DI RIFLESSIONE AL TEATRO “MORELLI”
Da dove arrivano i cedri?
La memoria è ogni giorno, in ciò che siamo diventati anche grazie all’altro, agli altri.
“A scuola di Memoria” è il titolo della giornata di riflessione, iniziativa della scuola media “Zumbini”, sostenuta dalla Rete Universitaria per il Giorno della Memoria, in collaborazione con Comune di Cosenza, Comune di Tarsia e con il patrocinio della Camera dei Deputati, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e di Napoli Ebraica.
Si sentirà il profumo dei cedri grazie all’Accademia internazionale del Cedro.
A raccontarsi e a raccontare saranno una testimone della Shoah, Yolanda Bentham e Clelia Piperno del Progetto Talmud dell’Università degli studi di Teramo.
Prevista la proiezione del cortometraggio, girato a Ferramonti di Tarsia “Il sesto senso della memoria”, realizzato dall’Istituto comprensivo di Torano Castello-Lattarico. A seguire, la conversazione con Yolanda Bentham. Interventi di Franco Galiano, Presidente dell’Accademia Internazionale del Cedro di Santa Maria del Cedro, di Roque Pugliese, referente per la Calabria dell’Unione delle comunità Ebraiche Italiane, di Paolo Paticchio, Presidente dell’Associazione “Treno della memoria” e di Alessandra Carelli della Rete Universitaria Giorno della Memoria dell’Università della Calabria. Le conclusioni sono affidate a Clelia Piperno del Progetto Talmud dell’Università di Teramo.
L’accompagnamento musicale sarà assicurato dall’Orchestra dell’Istituto comprensivo “Zumbini” diretta dal maestro Paolo Fiorillo.
Saranno, inoltre, donate alcune piante di cedro cui gli studenti presenti all’iniziativa affideranno i “biglietti della memoria”. I cedri verranno poi piantati in luoghi simbolo della città di Cosenza.

Reggio domenica 27 gennaio alle 17.30 presso la sede “Samarcanda”, in via Cuzzocrea 11 (discesa scuola Industriale)
Giorno della Memoria, Arci Provinciale di Reggio Calabria presenta: “L’uomo che verrà”
Sarà caratterizzata dalla frase “La Storia non si riscrive”, l’iniziativa promossa quest’anno dall’Arci Reggio Calabria per celebrare la Giornata della memoria che si svolgerà domenica 27 gennaio alle ore 17.30 presso la nuova sede “Samarcanda”, in via Cuzzocrea 11 (discesa scuola Industriale).
Il prof. Antonino Romeo offrirà ai partecipanti pensieri e riflessioni tratte dalle sequenze della proiezione del film “L’uomo che verrà”. Il film, pluripremiato e diretto da Giorgio Diritti, ambientato nel 1944, racconta gli eventi antecedenti la strage di Marzabotto visti attraverso gli occhi di una bambina di otto anni. La partecipazione all’evento è libera e gratuita.


A Reggio domenica 27 gennaio alle ore 18, presso la Sala Boccioni di Palazzo Alvaro in piazza Italia
Da CalabriaPost, Francesco Romano
Il Conservatorio “Cilea” presenta il Concerto della Memoria
È tradizione che ogni anno, grazie all’impegno del direttore prof.ssa Maria Grande, una rappresentanza del Conservatorio “Cilea”, formata da studenti e docenti riuniti in un’orchestra, renda omaggio alla memoria delle vittime dello sterminio nazista attraverso le note di un concerto che avviene nel Giorno della Memoria, ricorrenza istituita dall’ONU nel 2005 in occasione del 60° anniversario della liberazione dei campi di concentramento hitleriani.
Al concerto commemorativo prenderanno parte i violinisti solisti Davide Alogna e Chiara Parrini con l’orchestra d’archi del Conservatorio “Cilea” diretta da Andrea F. Calabrese.
In programma: Adagio del Concerto in La magg. D.96 per violino e archi di Giuseppe Tartini; Adagio K.261 per violino e orchestra di Mozart; Quarta delle dodici sinfonie per archi scritte da Mendelssohn adolescente; Elegìe di Čajkovskij e di Elgar; il dolore e le atrocità inflitte agli ebrei durante le persecuzioni naziste risuonano indelebilmente tra le note dell’ormai “classico” Tema da Schindler’s List; Pavane pour une infante défunte di Ravel; infine le note e i ritmi di Warsaw Freylekhs, danza tradizionale che fa parte del repertorio Klezmer dell’Europa orientale.

Stalettì domenica 27 gennaio alle ore 17 presso la sala polivalente.
Da OggiSud , Ferdinando C.

Stalettì, il ''Giorno della Memoria'' contro razzismo e intolleranza

CATANZARO - L'amministrazione comunale di Stalettì celebra il “Giorno della Memoria”. Le vittime della Shoah (lo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale) verranno commemorate con una manifestazione pubblica in programma domenica 27 gennaio alle ore 17 presso la sala polivalente.
Il programma prevede, dopo il saluto iniziale del sindaco, Alfonso Mercurio, le relazioni dei giornalisti Francesco Pungitore (“Il pregiudizio razziale: origini storiche e ideologiche”) e Salvatore Condito (“Olocausto e soluzione finale: una pagina vergognosa della storia”). Il tutto sarà accompagnato da musiche a tema eseguite dalla professoressa Patrizia Procopio. Parteciperanno attivamente gli studenti della scuola primaria e secondaria di Stalettì e il “Laboratorio della Solidarietà”. Il dibattito verrà moderato dal vicesindaco Rosario Mirarchi.

venerdì 25 gennaio 2019

Giorno della Memoria: doppio appuntamento a Reggio

Anassilaos:

doppia iniziativa allo Spazio Open
per il Giorno della Memoria 2019 


Dal sito CalabriaPost
Venerdì 25 gennaio 2019 alle ore 17,30 presso lo Spazio Open (via Filippini 23-25 angolo via Giudecca)l’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con lo stesso Spazio Open e con il Patrocinio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, commemorerà il Giorno della Memoria 2019 con una conversazione del Prof. Antonino Romeo sul tema “L’indifferenza del mondo davanti alla questione ebraica”. Lo studioso, che da anni affronta sul piano storico il problema della Shoah nei suoi più diversi aspetti, tratterà della indifferenza nei confronti degli Ebrei al tempo dei lager e delle persecuzioni razziali; una indifferenza che, sia pure in misura diversa, ha riguardato tutta l’Europa, dall’Est all’Ovest e lo stesso nostro Paese che accolse le leggi razziali senza protestare nonostante qualche timida messa a punto di Papa Pio XI.
 Foto dal sito dell’I.C. "E. De Amicis"
Bagaladi - San Lorenzo, Melito di Porto Salvo (RC)
relativa all'incontro che vi si terrà sabato 26 gennaio


Il successivo 27 gennaio, sempre alle ore 17,30 presso lo Spazio Open, congiuntamente con il Circolo Culturale Meli, si terrà invece l’incontro con Oleg Mandic, l’ultimo bambino di Auschwitz, per ascoltare una testimonianza forte e struggente direttamente dalla voce di un bambino divenuto uomo. Ancora una volta il “Giorno della Memoria” – scrive Stefano Iorfida Presidente di Anassilaos - offre l’opportunità di riflettere su una delle vicende più tragiche della storia dell’umanità ed una tale riflessione, al di là delle ritualizzazioni che sogliono sempre accompagnarsi a tali eventi per il susseguirsi, lungo tutto l’anno, di diverse “giornate” commemorativa, sembra oggi più che mai attuale alla luce di taluni episodi di antisemitismo che le cronache riferiscono e che non sono da non sottovalutare, anche perché, in qualche caso, provengono da taluni, magari parlamentari, che con qualche difficoltà riusciamo a considerare “classe dirigente”. Basti pensare alla rimozione o al danneggiamento anche nel nostro Paese della cosiddette “pietre d’inciampo” (in tedesco Stolpersteine), importante iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig in ricordo delle vittime e dei deportati nei campi di concentramento.

Cosenza ebraica nel Giorno della Memoria


Ritorna come ogni mese l'iniziativa "Cinque Sensi di Marcia" promossa dall'Assessorato al Turismo agli eventi e al marketing territoriale, guidato da Rosaria Succurro con la collaborazione dell'Associazione Apt " Città di Cosenza".
In occasione del Giorno della Memoria, istituito il 27 Gennaio del 2000, per ricordare la liberazione di Auschwitz da parte delle Forze Alleate, si propone un itinerario di scoperta che ci porterà alla conoscenza dei segni materiali e non, che la comunità ebraica ha lasciato nella nostra città.
Il trekking avrà termine presso il Chiostro di San Domenico dove sarà proiettata la docufiction "Menorah Esodo 25" del regista cosentino Gianfranco Confessore.


PROGRAMMA:

ore 15.30 Ritrovo Confluenza presso Scultura " Alarico sul Cavallo" - Il tesoro di Alarico la Menorah simboli e misteri
·       Lungo Crati Miceli
·       Vico Postierla (scopriamo una delle porte secondaria delle mura cittadine)
·       Via Cafarone - Palazzo Gervasi :quartiere ebraico
·       Salita del Liceo
·       Piazza dei Follari: quartiere ebraico
·       Monastero delle Vergini :sulle tracce dell'antica Sinagoga
·       Via G. Argento
·       Museo Storico All'Aperto Percorso Svevo:gli ebrei e le attività artigianali
·       Piazza T. Campanella - Complesso Monumentale di San Domenico Sala Capitolare:
Proiezione della docufiction (in formato ridotto) "Menorah Esodo 25" del regista cosentino Gianfranco Confessore .
·       Conclusione ore 19.00 Chiostro di San Domenico

I partecipanti, potranno prenotare presso il Punto informativo di Piazza XI Settembre o presso l'Ufficio Turismo di San Domenico oppure chiamando al numero 328.1754422 - 0984.813015 oppure inviando una mail all'indirizzo info@cosenzaturismo.it
L'iniziativa è completamente gratuita; è gradita la prenotazione

Torna anche per il mese di Gennaio l’iniziativa “Cinque Sensi di Marcia” appuntamento fisso a cadenza mensile promossa dall'Assessorato al Turismo agli eventi e al marketing territoriale, guidato da Rosaria Succurro con la collaborazione dell’Associazione Apt “Città di Cosenza”.
In occasione del Giorno della Memoria, istituito il 27 Gennaio del 2000 per ricordare la liberazione di Auschwitz da parte delle Forze Alleate, si propone un itinerario di scoperta che ci porterà alla conoscenza dei segni materiali e non, che la comunità ebraica ha lasciato nella nostra città.
Il ritrovo è previsto alle 15.30 presso la Confluenza, dove la millenaria leggenda di Re Alarico ci guiderà alla scoperta della storia di un prezioso manufatto: la Menorah, candelabro a sette bracci simbolo della religione ebraica. L’itinerario si articolerà nel centro storico, percorrendo Lungo Crati Miceli e attraversando la “postierla”, antica porta secondaria delle mura cittadine, fino a raggiungere via Cafarone, il cui toponimo, secondo alcune tesi, riporterebbe alla memoria Cafarnao antica città della Galilea, centro spirituale dell’evangelizzazione di Gesù. Qui ci fermeremo presso Palazzo Gervasi che potrebbe, secondo ultime ipotesi, svelare nuove indicazioni riguardo alla localizzazione del quartiere ebraico e della Sinagoga. Continueremo attraverso Salita Liceo raggiungendo Piazza dei Follari, luogo memore della straordinaria operosità della comunità ebraica che favorì la produzione e la diffusione della seta. Proseguiremo verso il Monastero delle Vergini realizzato, secondo le fonti, sul sito dell’antica Sinagoga. Dopo la visita della Chiesa e del Chiostro percorreremo via Gaetano Argento fino a raggiungere alcuni dei pannelli del museo storico all'aperto, posti nelle vicinanze della Chiesa di San Francesco d’Assisi, che ci mostreranno ancora l’importante espansione artigianale della seta in periodo svevo.
Il trekking avrà termine presso il Chiostro di San Domenico dove sarà proiettata la docufiction “Menorah Esodo 25” del regista cosentino Gianfranco Confessore. “L'opera, ambientata nelle città di Cosenza e Roma, ha l'obiettivo - spiega nelle note di regia l'autore Gianfranco Confessore - di chiarire le peculiarità della Menorah, la lampada simbolo del Rovo Ardente che parlò a Mosè e di ripercorrerne la storia lunga 3000 anni”. Nella docufiction, realizzata grazie alla collaborazione della Comunità Ebraica di Roma e dell'Istituto Nazionale di Studi Romani, sono presenti diverse interviste ad autorevoli personalità del mondo ebraico, dell'arte e dell'archeologia, “autentiche guide - sottolinea ancora Confessore - verso l'esplorazione della possibilità storico-archeologica che il sacro oggetto possa essere custodito nel tesoro di Alarico. Si crea così un filo conduttore tra lo Stato di Israele (Gerusalemme), la città di Roma e la città di Cosenza dove si narra che il tesoro del re Visigoto possa essere seppellito”.

A.P.T. ''Città Di Cosenza''
Tel. +39 328 17 544 227 Tel. 0984 81 3015

Punti Informativi
Piazza XI Settembre, Cosenza (Lunedì Chiuso):
A.m. 10:00 - 13:00
P.m. 16:00 - 20:00

Chiostro San Domenico (Domenica Chiuso):
A.m. Lun-Ven 10:00 - 13:00
P.m. Lun-Sab 13:00 - 17:00


mercoledì 23 gennaio 2019

Giorni della Memoria a Ferramonti: Comunicato stampa

Comunicato Stampa, 21 gennaio 2019
Presentazione delle manifestazioni per il Giorno della Memoria, Campo di Internamento di Ferramonti di Tarsia (CS)
I GIORNI DELLA MEMORIA 2019
Storia, memoria, identità, diritti umani
nel campo di internamento di Ferramonti di Tarsia
Il prossimo 27 gennaio 2019,  in ricorrenza del Giorno della Memoria, il Comune di Tarsia  fa sì che questo giorno sia utile per rendere la Memoria un elemento vivo: le lezioni del passato sono occasione di riflessione sulle contraddizioni e sulle speranze del nostro tempo. Solo ricordando quello che è stato, possiamo salvaguardare la dimensione democratica della vita oggi.
Il Sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, in stretta collaborazione e sinergia con il Consigliere Delegato alla Cultura, Roberto Cannizzaro e i volontari della Memoria, hanno programmato le iniziative che si svolgeranno non solo nel Campo di Internamento ma anche a Cosenza, a Rossano  e in altri paesi della provincia, grazie alla collaborazione con associazioni locali e scuole. Ecco il calendario degli eventi:

il 14 gennaio inaugurazione della mostra itinerante “Viaggio nella Memoria - Binario 21” presso l’I.I.S. ITE “V. Cosentino” a Rende. 

23 gennaio: presentazione, a cura della Casa Editrice Brenner, del volume “Foto e racconti; dal web al cartaceo; alchimie letterarie” presso la Biblioteca Gustav Brenner del Campo di Ferramonti.

25 gennaio: alle 9.30, Stanislao De Marsanich,  Presidente de I Parchi Letterari®, Mario Ganz, psicologo e psicoterapeuta Junghiano, studioso di Bernhard e Teresina Ciliberti, consulente letteraria del Comitato Dante Alighieri di Cosenza e del Museo della Memoria presenteranno Ernst Bernhard, un “maestro scomodo”,  nella Sala conferenze del Campo.   Seguirà un videomessaggio da parte dell’Ambasciatore di Ferramonti per l’America Latina, Damian Dellaqueva, sul tema dei diritti umani e progettualità culturale. Alle ore 12, il Sindaco Roberto Ameruso, presenterà al pubblico il quadro dono “Calabrische Elegie”, opera del Maestro Fingesten, donato da Riccardo Ehrman, ex internato del campo di Ferramonti di Tarsia.

26 gennaio: Federanziani Senior Italia  presenta la Sciarpa della Pace, e subito il giornalista televisivo Michele Cucuzza presenta e modera “Voci per un dialogo interreligioso” partendo dal testo “Il Sogno di Dio sulla nostra Chiesa” di S.E. Eparca di Lungro Donato Oliverio.

27 gennaio: alla presenza del Vescovo di Rossano Cariati, Mons. Giuseppe Satriano,  del Prefetto di Cosenza Paola Galeone, che consegnerà, presso il Campo di Ferramonti di Tarsia, le medaglie d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager, Roque Pugliese, Consigliere della Comunità Ebraica di Napoli e Referente per la Regione Calabria, si commemora il giorno della memoria.  Saranno presenti i testimoni di quei giorni vissuti a Ferramonti, Dina Smadar ed Eva Porcilan, da Israele, nate nel campo durante l’internamento dei loro genitori, e Yolanda Bentham, figlia dell’internato David Ropschitz. Teresina Ciliberti presenterà il libro “L’ecumenismo «vissuto» Il frate cappuccino Callisto Lopinot cappellano del campo di concentramento a Ferramonti di Tarsia” di Salvatore Belsito. Modera i vari momenti culturali e musicali, la giornalista Fiorenza Gonzales.  Significativo sarà il conferimento del Premio della Pace al Prof. Andrea Riccardi, Presidente della Società Dante Alighieri presentato da Maria Cristina Parise, Presidente del Comitato Dante di Cosenza.
Alle ore 15, per lo Spazio Europeo della memoria musicale Federico Mompellio, il Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano presenterà il concerto “Il passato che non deve tornare”.

 

28 gennaio: la Comunità Ebraica di Napoli animerà il convegno “Le Leggi Razziali ed il coinvolgimento della scienza”. Saranno presenti: Roberto Ameruso, Roque Pugliese, Franco Sergio, Consigliere Regione Calabria, Corrado Landolina, Sindaco di Zambrone, Patrizia Spadafora, Ricercatore ISN-CNR con la relazione dal titolo Teorie sulla razza ed eugenetica, Anna Golotta, dell’Associazione Virginia Holper Monis, Walter  e  Pina Brenner, figli dell’ex internato Gustav Brenner. Francesca Rennis,dDocente e membro del direttivo ICSAIC, modererà i vari momenti di interventi.

29 gennaio: la Compagnia Teatrale Il Piccolo Chaplin interpreterà lo spettacolo teatrale Vi raccontiamo una storia…” , e a Cosenza, presso il Teatro Morelli,  l’Istituto Scolastico Zumbini 1 animerà il convegno  “A scuola di Memoria”.
30 gennaio: gli alunni dell’ I.C. Torano Castello-Lattarico presenteranno il cortometraggio “Solitudini con esibizione finale dell’orchestra dell’istituto.
Le manifestazioni si concluderanno il 2 febbraio con la rappresentazione della spettacolo teatrale “La partita di scacchi” a cura dell’Associazione Maschere e Volto.
Per tutti i giorni di commemorazioni sarà possibile partecipare alla campagna internazionale  #WeRemember, promossa dalla World Jewish Congress, attraverso una foto nel campo che verrà pubblicata sui social.

Per informazioni:

Documenti sulla presenza ebraica a Castrovillari

Già altre volte ho parlato di Castrovillari.
Torno a farlo oggi con questo sunto documentario sulla Castrovillari ebraica che mi è stato invitato
da Ines Ferrante, dell’associazione culturale
Mystica Calabria” (sito internet e gruppo Facebook),
che ringrazio di cuore.

  


Per maggiori informazioni su Palazzo Salituri alla Giudecca e sulla sua adombrata menorah, può essere interessante seguire il gruppo Facebook Palazzo ex-Salituri e la "Giudeca" di Castrovillari 

1276 - Le prime notizie storiche sulla Judecha castrovillarese risalgono al 1276: dalla Taxatio subventionis Vallis Cratis et Terrae Jordanae risulta che la comunità ebraica di Castrovillari era al quarto posto dopo quella di Reggio Calabria e prima di quella cosentina. Il gruppo ebraico castrovillarese è attestato in un registro di tasse tra il 1276-77, con 3 once, 19 tarì e 16 grani.
1377 - La Giudecca castrovillarese è menzionata in un atto del 1377 relativo ad una chiesa intitolata a Santa Caterina e costruita al suo interno dal nobile Giovanni Greco.

Nel XV secolo la comunità giudaica castrovillarese
doveva essere abbastanza fiorente: nei registri della chiesa di san Giuliano
compaiono dal 1450 al 1492 i pagamenti fatti per l'affitto di case
(una delle quali era adibita a sinagoga),
vigne, giardini, campi e un forno
(ancora nel 1505 gli ebrei avevano proprietà in affitto da questa chiesa),
ma negli anni che vanno dal 1480, 1488, 1489 al 1493,
si verificarono dispute tra gli ebrei ed il Comune sempre in materia fiscale.

1466 - Mosè Gazi e Abramuccio Russo conclusero con il nobile cosentino Nicola Antonio de Caroleis un accordo per l'affitto di un piccolo locale sito tra le mura della città e la Giudecca al prezzo di 10 grani annui.
1468 - Gli ebrei di Castrovillari ottennero un grande privilegio per prestare denaro dal re Ferrante.
1472 - Venne locato un orto e una fornace per fare la calce situati nella contrada Terrone, poco fuori dal Portello dei Giudei, non lontano dalla Sinagoga. Sappiamo che la zona del Portello era sulla via che porta al fiume Coscile e che il sito Terrone doveva essere l’area sepolcrale dei Giudei di Castrovillari.
1473 - Un contratto, rogato il 12 gennaio 1473 dal notaio Troilo Terranova, menziona un certo Cola Ferraro che donò in concessione una casa ad Anania de Minaem, ebrea, nella contrata della Iudeca.
1480 - Conduceva traffici commerciali a Castrovillari Aron fisico di Montalto insieme a Sabato de lo Russo, probabilmente suo fratello, e fece ricorso contro l'Universitas della città che voleva tassare la sua attività.
1481 - Amministrava in veste di banchiere (teneva un banco del prestito) il medico Maestro Davide phisico di Tricarico che si era visto attribuire una tassa, da lui ritenuta eccessiva, di 70 ducati.
1483 - Mosè Polito ottenne dal Comune il permesso di ampliare la propria abitazione posta nel feudo di Sclavello, vicina a quelli degli eredi di un certo Minach, a ridosso delle mura, avendo però cura di aggiungere dei merli al tetto e di aprire una porta in corrispondenza del Portello de li iudei fornita di una chiave che sarebbe stata consegnata al sindaco della città.
1485 - Il 14 giugno del 1485 «Haym Angeli de Trevi abitatori in Montealto» acquista cento libri della Bibbia stampati in ebraico da consegnare entro tre mesi a Castrovillari da un tale Iosef di Angelo, cittadino romano, al prezzo di 440 capi di bestiame minuto.
Via Giudea a Castrovillari (da Paese24)
1488 - La Comunità ebraica di Castrovillari fu tra quelle per cui la Sommaria ordinò al tesoriere provinciale di non esigere pagamenti ulteriori, dal momento che essa corrispondeva già la tassazione ordinaria (sali et fochi) e che partecipava al tributo straordinario di 6.000 ducati allora imposto. L’ordine fu poi ripetuto nel 1489, dal momento che la Comunità pagava i tributi ordinari per Natale, Pasqua e in Agosto.
1491 - Nel fondo «Corporazioni religiose» alla c. 163r del Quaternus dell’anno 1491 si legge: «Item ponimus locasse casalenum unum in platea siri Paulo Vito pro scola». Ancora a c. 164r: «Item ponimus habere domum unam seu muschitam iudearum cum certo gayfo seu portico». Paolo de Vitis, sacerdote e procuratore del clero di San Giuliano, dotto conoscitore del greco, compilatore della platea dei beni del monastero italo-greco di San Basilio Craterete, doveva gestire la casa alla Piazza della Giudecca adibita alla cosiddetta «scuola» degli ebrei, da molti storici locali erroneamente intesa come sinagoga che si trovava annessa alla chiesa di San Giuliano, situata, dunque, ben lontana rispetto alla sua reale ubicazione e, per giunta, incorporata ad una chiesa di rito cattolico. Si trovava, invece, nel quartiere della Giudecca, presso il Portello dei Giudei, in una domus che era solamente di proprietà del clero di San Giuliano. Ce ne danno ulteriore conferma altre fonti d’archivio, pertinenti a rogiti notarili della prima metà del XVI secolo.
1491 - Decisero di trasferirsi a Castrovillari da Napoli i provenzali Vitale Cassi e Salomone Natan, suo cognato.
1493/1494 - La Sommaria si mosse nuovamente in favore degli ebrei di Castrovillari nel 1493, quando ingiunse al capitano di ritirare un bando da lui emesso e di permettere agli ebrei di proseguire le proprie attività economiche e nel 1494, quando sottolineò che gli ebrei non dovevano essere sottoposti a tassazione, dal momento che avevano ottenuto un privilegio dal sovrano.
1498 - Lionetto Musitano da Castrovillari fu nominato dalla Corona giudice dei correligionari cittadini
1501 - un contratto rogato dal notaio Alfonso di Perna il 6 aprile 1501, notifica l’acquisto di una casa da parte di Adriano Musitano comprata da Sciabida Rosso, giudeo, posta dentro Castrovillari nella contrada della Piazza de la Iudeca.

Castrovillari: Palazzo Salituri alla Giudecca (da Paese24)
1504 - un contratto rogato dal notaio Loisio Papasidero il 19 aprile 1504, notifica l’acquisto di un casalino da parte di Adriano Musitano dall’ebrea Annucchia. (Giulia e Zenobia Musitano dichiarano di essere in possesso per eredità di una taverna, consistente in più membri e con tre botteghe, posta nella contrada della Piazza di San Giuliano di Castrovillari, confinante con le case di Tommaso Rodolfo, panettiere di Castrovillari. Quest’ultimo doveva essere probabilmente un ebreo di origine tedesca impiantatosi a Castrovillari, che esercitava il mestiere di panettiere.
1509 - E' attestata la presenza in città di un israelita proveniente dalla penisola iberica, Maestro Mosè de Peres, che avendo preso in affitto una vigna in località Bagnano, dava in cambio un gioiello, delle perle e una cintura d’argento.
1510 - Sappiamo anche di un’ebraica casa palatiata confinante con la casa di San Giovanni Gerosolimitano mediante muro communi e con la casa del monastero di San Francesco e di un’altra abitazione appartenuta a tal Ysac Levit confinante con la chiesa di San Leonardo quadam planicie mediante e con la via pubblica. La sinagoga di Castrovillari era ancora attestata nel 1510, quando un’ebrea, di nome Annucia de Santo, aveva fatto una donazione di 10 ducati in memoria del figlio, subito revocata alla scoperta che l’uomo era ancora vivo. Nello stesso anno Maestro Josef Albufactzi era testimoniato in città all’atto di affittare una grande casa sita nel quartiere ebraico iuxta domum Sancti Iohannis Ierosolimitani muro comuni mediante, iuxta domum monasterii Sancti Francisci muro etiam comuni mediante, che egli aveva a sua volta in affitto dalla nobile Loysia de Pistoya, ad Antonuccio di Franco, al prezzo di 13 tarì annui.
1511 - Il 24 giugno 1511 Antonuccio di Franco vende al clero di San Giuliano e, per esso, al cappellano Antonello Bruno ed al procuratore Antonino Pittaro, diversi beni stabili. Tra questi una casa palazziata, cum quandam turricula adiacente, sita nella contrada ubi dicitur lo Portello de li Iudei, in confinio iuxta domum dictam la scola de li iudei, muro comuni mediante, iuxta domum Adriani Musitani que fuit Iaco de Daneli, muro comuni mediante, iuxta domum Iohannis Hostulani dicti et nominati Fragasso, muro quoque mediante comuni et alios fines (Archivio di Stato sez. di Castrovillari, fondo notarile, notaio Luigi Donato senior, protocollo anno 1510-1511, cc. 193v-194r). Al 1511 risale, anche, la vicenda di Monna Lea, vedova di Sciabida Russo (detto anche de Regina) e madre di Raffaele e Gioia: ella si trovava allora in procinto di partire a seguito del decreto di espulsione e, dovendo risarcire vari debiti contratti per mantenere la famiglia, chiese ed ottenne di poter alienare l’unico bene rimastole nella situazione di indigenza in cui ormai versava, ovvero una casa posta nella Giudecca. Anche Maestro Isac Levit si trovò nello stesso anno a vendere per 35 ducati a Maestro Calvano Greco la casa, sita nel quartiere ebraico (o di San Leonardo, come si dice nel documento) vicino all’abitazione del correligionario Mosè de Peres, il quale a sua volta, circa un mese dopo, vendette la propria ad Antonino Pittari per 300 tomoli di grano e mezza canna di velluto nero calabrese. Di norma gli ebrei non potevano possedere terreni e quelli che affittavano li facevano coltivare da altri, ma sappiamo che tra il 1510 e il 1511 alcuni iniziarono a disfarsi anche degli appezzamenti di terreno, come testimoniato dalla vendita operata dall’ebrea Rael, detta Ribiczi, che, con il consenso dei fratelli Abramo e Midu, dette al nobile Battista Targiano una proprietà con vigne, alberi e olivi, sita in località Fabrice, per 21 ducati. Anche il già ricordato Mosè de Peres vendette nel 1511 un pezzo di terra con vigna. Gli ebrei decisero, in quell' occasione, di lasciare all’Universitas la loro Sinagoga, con la promessa di poterla riavere allorquando fossero tornati
1512 - la Sommaria dette ordine al tesoriere di rimuovere dai ruoli fiscali di Castrovillari 2 famiglie di cristiani novelli (*) (quelle di Berardino Ingravera e Giancarlo de Gaeta) e 7 di ebrei (Iosep Abufaczia, Midu dello Rebbi, Habraham dello Rebbi, Moyses de Peres, Isac Levit de Annucz, Baruc Sacerdoto, Salamon Cucubrelli, Laczaro Habeo e Sciabuczo de Levi de Altomonte) dal momento che tutti si erano ormai allontanati.

La possibile menorah affrescata all'interno di Palazzo Salituri alla Giudecca

In sostanza nel 1511 gli ebrei vennero scacciati dal regno di Napoli
da Ferdinando il Cattolico, ma un decennio dopo, già rientrati a Castrovillari,
conducevano nuovamente case (sinagoga compresa) e terreni in affitto
dalla chiesa di San Giuliano, come testimoniano una serie di protocolli
notarili e di registrazioni degli introiti della chiesa stessa
per il periodo 1521-1539.

1525 - la Sommaria, sollecitata dai proti degli ebrei del Regno, si era pronunciata affinché il duca di Castrovillari non ponesse ostacoli alla raccolta delle tasse in città
1532 - E' attestata anche la presenza della famiglia Campigno (il figlio Davide, alias Raffaele, ed il padre Jacob, ormai vedovo di Preziosa).
1533 - Da un atto risulta che venne locato a Federico Musitano un portico sito in contrada Portelli presso la Sinagoga.
1535 - Il 22 novembre 1535 il reverendo Sisto Signazzi, vescovo di Vico, compra da Battista Romano un fondaco in loco dicto lo Portello de li Iudei, iuxta domum venerande ecclesie Sancti Iuliani, quam tenent Iudei pro schola
1541- Gli ebrei vennero definitivamente scacciati dal regno di Napoli a meno che non si convertissero al cristianesimo (neofiti). Dal resoconto di un procuratore della chiesa di San Giuliano si rileva che si davano tre carlini ad ogni ebreo rimasto che riceveva il battesim(°).
1562 - Da un atto del 1562 sappiamo che il reddito annuo derivante dalla locazione del portico esistente davanti l’ex Sinagoga era di grana cinque.

Bibliografia

Fondo Corporazioni religiose, Archivio di Stato sezione di Castrovillari, vol. 1, busta n. 1
N. Ferorelli, Gli ebrei nell’Italia Meridionale dall’età romana al secolo XVIII, riedizione a cura di Filena Patroni Griffi, Napoli 1990.
C. Colafemmina, Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996
T.Rizzo, Gli ebrei a Castrovillari tra il XV e il XV secolo, in Sefer Yuhasin 16-17 (2000-2001), pp. 47-55.
C. Colafemmina, The Jews in Calabria, Leiden-Boston 2012.
G. Russo, Inediti documenti di archivi e biblioteche calabresi,
G. Russo, Esaù Ruffo da Bagnara a Castrovillari. Note da documenti inediti tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, in «Archivio Storico per la Calabria e la Lucania», LXXX, 2014, pp. 89-110.

(*) Dunque, al contrario di quanto si crede normalmente, con l'editto del 1511 non furono scacciati solo gli ebrei che rifiutavano di convertirsi, ma ormai era in vigore tacito, anche se non ancora proclamato ufficialmente, il principio della "limpieza de sangre", la purezza razziale; principio che costituirà la base del moderno antisemitismo e con il tentativo di annientamento degli ebrei, indipendentemente dalla religione che professavano, ma solo in quanto "di sangue ebraico".

(°) Nell'espulsione del 1541, invece, almeno in base a questa testimonianza, fu consentito di rimanere agli ebrei che accettassero di convertirsi. Le mie informazioni erano diverse, sapevo che l'editto era dello stesso tono di quello del 1511; cercherò di capire meglio se era diverso il testo dell'editto in proposito, se era stata Castrovillari (sempre piuttosto benevola verso i "suoi" ebrei) a prendersi questa... licenza poetica, oppure che altro.