Ebrei a Reggio nel 1594? con annotazioni topografiche di Giuseppe Cristiano
Ho fatto una possibile “curiosa scoperta” (che però va presa con le molle) in un volume che mi ha segnalato l’amico Giuseppe Cristiano di Brancaleone (RC), che ringrazio.
Ho fatto una possibile “curiosa scoperta” (che però va presa con le molle) in un volume che mi ha segnalato l’amico Giuseppe Cristiano di Brancaleone (RC), che ringrazio.
Nel
sito dello studioso genealogista Ben Van Rijswijk, Fonti genealogiche nella provincia di Reggio
Calabria:
Denisi Antonino, L'opera pastorale di Annibale D'Afflitto Arcivescovo di Reggio Calabria 1594/1638 - La prima visita pastorale (1594-1595), La Goliardica - Editrice
Universitaria di Roma, 1983.
A
p. 101, in preparazione della visita pastorale “ordina et comanda S. S. Rev.ma a tutte persone di questa citta, di qualsivoglia stato o
conditione che siano alle (…) che sotto pena d'obedienza debbano fra termine d'otto giomi venire a
manifestarle inanti a S. S.
Rev.ma”
Prosegue
poi a p. 102: “Primeramente (!!!) chi
sapesse alcuno heretico o rinegato o che seguiti alcun errore et opinione erronea condannata per la S. Romana
Ecclesia, nostra madre; et ch'alcuno ha seguitato
li detti errori in pubblico o in secreto et approvatili per parole tacite o
espresse; o che havesse
dubitato alcun'articolo di nostra santa fetie (sic) o che in publico o in secreto havesse fatta alcuna ceremonia
giudaica* o di qualchi altra setta reprobata”.
* In questo periodo esisteva ancora a Reggio un quartiere abitato dagli ebrei.
Di
questo quartiere abbiamo un’altra citazione nello stesso volume:
“Ecclesia S. Georgii della Giudecca
est penitus diruta”
A
pagina 11 viene riportata una mappa della città all’epoca della visita
pastorale del D’Afflitto, tratta dal volume di Francesco Arillotta, Reggio nella Calabria spagnola, Casa
del Libro (Gangemi), 1981.
Ho
segnalato in rosso la Cattedrale e in blu la chiesa di San Giorgio della
Giudecca, che vi si trova molto vicina, secondo una tradizionale collocazione
della comunità ebraica nelle immediate vicinanze del locale episcopato (in
alternativa alla localizzazione ai margini delle città).
Non
conosco bene la topografia reggina, ma mi pare che collochi la Giudecca in
luogo leggermente diverso da quello in cui viene situata oggi. Ma, ribadisco la
mia ignoranza, e sarei grato di una eventuale correzione.
Ci
ne sono ben due “curiosità” che potrebbero rivelarsi interessanti in questa
brevissima notizia.
Primeramente chi sapesse
alcuno (…) che in publico o in secreto havesse fatta alcuna ceremonia giudaica* o di
qualchi altra setta reprobata.
* In questo periodo
esisteva ancora a Reggio un
quartiere abitato dagli ebrei.
La
prima è che nell’imminenza di una visita vescovile si richiama il clero e il
popolo tutto a segnalare, oltretutto “Primeramente”, tra altri non
cattolici, chi avesse svolto qualche “ceremonia giudaica”.
Gli
ebrei erano stati cacciati da Reggio ben 83 anni prima, nel 1511, dopo di che non
se ne hanno notizie neanche durante il momentaneo rientro nel Regno di Napoli,
prima della definitiva cacciata del 1541.
Qui
avremmo (e spiegherò perché il condizionale sia d’obbligo) notizia che dopo
tutto questo tempo si paventa (e forse ce n’era motivo reale?) che siano
presenti ebrei nascosti, finti cristiani che ancora praticano qualche “ceremonia
giudaica”.
Un
altro elemento sarebbe anche più notevole: si tratta della nota aggiunta dall’autore
del volume, Antonino Denisi, in cui si afferma che nel 1594/95 “esisteva ancora
a Reggio un quartiere abitato
dagli ebrei”; questa sarebbe davvero una scoperta
notevole, se confermata.
Devo
però ora dire qualche motivo sul mio scetticismo, o quanto meno perplessità.
Pur
senza escludere che (come meglio documentato ancora decenni dopo per il Catanzarese
e Montalto Uffugo, nel Cosentino) vi fossero rimasti degli ebrei nascosti, credo che questa
formulazione degli elementi su cui vegliare nell’imminenza della visita episcopale,
fosse una sorta di prestampato standard, stilato su un formulario base che
conteneva piccole variazioni locali.
Riguardo
poi alla permanenza di una qualche residuale comunità ebraica (presumibilmente clandestina)
che vivesse negli stessi luoghi in cui viveva precedentemente alla cacciata, mi
sembra altamente improbabile, seppure non da escludere. Ma questa è la prima
volta che leggo di tale possibile esistenza, e mi piacerebbe conoscere le fonti da cui l’autore ricava tale convinzione.
Onestamente
credo che si tratti di un semplice errore. A volte anche studiosi di valore
come il Denisi, quando affrontano temi relativi all’ebraismo o alla storia ebraica
possono commettere errori, sia perché la materia è realmente complessa in sé, sia
perché spesso non è questo il loro campo principale di studio.
Si
tratta in qualunque caso di elementi da approfondire, su cui varrebbe la pena
indagare.
Osservazioni
topografiche di Giuseppe Cristiano,
che ringrazio per la disponibilità e le annotazioni correttive rispetto alla
mia localizzazione della Giudecca di Reggio, di cui mi ha segnalato una grave
inesattezza riportata nel mio articolo (che lascio invariato per dare a lui il
giusto merito) e tratta più estesamente il problema della localizzazione e dell’estensione
della Giudecca.
Nella legenda il cerchio con il numero 3 [e non il numero 8,
come avevo scritto io!] rappresenta S. Giorgio della Giudecca
(Antonio De Lorenzo, Note varie. III Le Parrocchie di Reggio negli ultimi quattro secoli, “Rivista
Storica Calabrese”, Anno V - 1897, pp. 73-85.
e si trova in questa posizione, rispetto alla cattedrale,
secondo la già citata pianta della città di Reggio al tempo del D’Afflitto, dal
volume Reggio nella Calabria spagnola, di Francesco Arillotta, Casa del Libro (Gangemi), 1981 [nel rettangolo in
blu, l’area della Giudecca].
Inoltre, osservando meglio la legenda il rione
Giudecca si trovava circondato da una serie di chiese (12-6-4) e un monastero
(9), la chiesa degli ottimati era il Collegio dei Gesuiti (17), inoltre insieme
alla Cattedrale e al S. Angelo lo Grande dei Grimaldi, S. Gregorio il Piccolo o
"De Armenis”, il Convento dei Domenicani e la Confraternita del Rosario
(8) [i domenicani], rappresentano gli edifici più grandi nella città di Reggio,
ma la posizione di quest'ultimo (8), mi fa riflettere, si trova proprio sopra
il rione Giudecca.
Nel volume San Giorgio Megalomartire patrono di Reggio
Calabria (tradizione e storia di
un culto millenario) di Nicola
Ferrante e Francesco Arillotta, Kaleidon,
2007,
viene riportata un’altra mappa dove "si mischiano" le posizioni
territoriali di questi edifici.
In questa mappa (forse 1599?), S.Giorgio de la Gonia o
dell'Agonia si trova prima dei Domenicani (3), il rione della Giudecca sembra
territorialmente più grande e S. Giorgio della Giudecca (4) [segnalato dal
cerchio rosso]occupa un'altra posizione rispetto alla precedente
mappa.
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