Si è tenuto dall’8 all’11 dicembre il Moked di Napoli, dedicato al tema “Etica e politica. Esiste un modo ebraico di fare politica?”, che ha visto la presenza di alcune delle più autorevoli voci dell’ebraismo italiano.
Il Presidente dell’Ucei, Renzo Gattegna, e quelli di molte Comunità ebraiche, tra cui Roma e Milano, oltre a Pier Luigi Campagnano, Presidente della Comunità di Napoli, e a Rav Scialom Bahbout, Rabbino Capo della stessa Comunità.
A livello politico, hanno partecipato i deputati, rispettivamente del Pdl e del Pd, Fiamma Nirenstein e Emanuele Fiano.
I lavori sono stati diretti da Rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento Educazione e cultura dell'Unione, validamente coadiuvato da Gadi Piperno, responsabile per l’Ucei del Progetto Meridione.
Il dibattito, a tratti molto acceso, è stato intermezzato da momenti di svago musicale con Raiz e poi il gruppo Shanah Tovah; con la sua abituale verve, David Parenzo ha diretto un confronto su “Mazzette, corruzione e intrighi di palazzo: la politica da Re David alla contemporaneità”.
Momenti di alto livello culturale sono stati la conferenza del professor Giancarlo Lacerenza, dell’Orientale di Napoli, sulla storia delle giudecche di Napoli, a conclusione del Moked, e soprattutto, venerdì sera la conferenza del professor Meir Bar Ilan, dell’Università Bar Ilan di Ramat Gan (Tel Aviv) sulla cultura ebraica del Meridione d’Italia nel Medioevo.
Per i calabresi, siciliani e pugliesi presenti, questo è stato il primo momento di “immersione” reale nell’ebraismo italiano, dopo l’appuntamento di Belvedere, che era però specificamente dedicato a loro; qui a Napoli invece si sono trovati a vivere da pari a pari l’esperienza di cosa significa essere ebrei, condividendo momenti di svago e cultura, preghiera e discussione.
E dall’altra parte, gli ebrei dell’Italia centrosettentrionale hanno sperimentato l’accoglienza e l’affetto della Comunità di Napoli e, in qualche caso per la prima volta, come il Sud non sia un deserto per l’ebraismo, ma quanto invece sia ricco di fermenti e vitalità.
Per gli uni e per gli altri è stata una scoperta, durante la conferenza del professor Bar Ilan, il grande rilievo quantitativo e qualitativo della cultura ebraica del Sud medievale; una cultura ancora vitale e produttiva, sia nel cuore delle persone che della preghiera ebraica, se ci rendiamo conto che, per esempio, il 40% per cento delle selichot (preghiere di pentimento in preparazione a Yom Kippur) sono composizioni che risalgono al Meridione italiano del Medioevo!
Motivo di orgoglio per gli ebrei meridionali, e, crediamo, per tutti gli ebrei italiani, nonché, per tutto l’ebraismo, ragione di speranza, che a sud di Napoli, da Bari a Otranto, da Trani a San Nicandro, da Siracusa alla Calabria, possa di nuovo risuonare la Parola di HaShem.