A qualche giorno dal ritorno da questi bellissimi giorni di preghiera, studio, amicizia e discussione, presento una sintesi di quello che abbiamo vissuto.
Accanto alla diaspora calabrese (una diaspora nella diaspora: gente da tutta la Calabria e anche da fuori), erano presenti amici di Sicilia, Puglia e Campania, e un nutrito e appassionato gruppo da Roma e amici da Firenze e Israele.
Ci hanno onorato della loro presenza il Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna; il Presidente della Comunità ebraica di Napoli, Pier Luigi Campagnano; il Rabbino capo di Napoli, Scialom Bahbout.
A Gadi Piperno, responsabile per l’Ucei del Progetto Meridione, è spettato il faticoso compito di guidarci nelle preghiere, oltre a gestire e coordinare il tutto, accese discussioni comprese; a lui, a Odoardo Sadun, che si è occupato della parte pratica e logistica dell’evento, e a Marco Dell’Ariccia, che ha ha condotto alcuni momenti di preghiera e di studio, va il nostro particolare ringraziamento.
Un grazie anche ad Angelo, con le sue illuminanti note di chiarimento, e a Massimo, a cui ho rubato le foto.
Un grazie anche ad Angelo, con le sue illuminanti note di chiarimento, e a Massimo, a cui ho rubato le foto.
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Comincia subito la preparazione dello shabbat: per me si è trattato del primo shabbat vissuto ebraicamente, ne parlerò in un altro post. Qui dico solo che stato bellissimo cercare di vivere in queste 25 ore ogni momento davanti al Santo e nella fedeltà alla sua Parola.
Dopo cena, il professor Dov Maimon di Gerusalemme (Jewish People Policy Institute), ci ha tenuto una bella lezione in inglese sulla kedushah (santità) del popolo ebraico e sul suo ruolo nell’umanità; l’interpretazione in italiano (non si è trattato solo di traduzione, ma di espressione gestuale e dell’intonazione) è stata magistrale! È seguito il dibattito, acceso come si può immaginare possa essere in un consesso di ebrei e di calabresi.
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Dopo cena il professor Servi ci terrà una lezione sulla formazione della comunità ebraica di Amsterdam, che, pur nelle enormi differenze con la realtà dell’Italia meridionale, ha con questa in comune l’esperienza del “marranesimo”, cioè quella comune ai nostri anusim del nascondimento della fede dei Padri.
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La visita era stata organizzata dall’avvocato Cetraro, direttore dell’Hotel Bouganville, al quale va tutto il nostro ringraziamento, unitamente a tutto il suo staff, dallo chef ai camerieri, duramente messi alla prova dalle esigenze della kasherut in generale e dello shabbat in particolare, alle quali hanno dovuto adattare (riuscendoci benissimo) tutto il loro lavoro.
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Dopo cena, il professor Giancarlo Lacerenza, docente di ebraico dell’Orientale di Napoli, ci ha tenuto una ampia e interessantissima lezione sulla storia degli ebrei in Calabria (a lui va il mio grazie interessato, per l’interesse espresso nei riguardi di questo blog); la serata è stata conclusa da Antonio Sorrenti, che ci ha illustrato un aspetto della vita del campo di Ferramonti che non è molto conosciuto, e cioè come vi era vissuto l’aspetto religioso e spirituale.
Lunedì 31 ottobre. Se tutte le giornate sono state intensissime, questa è stata la più intensissimissima! Possiamo dire che le lezioni che abbiamo ascoltato sono state una sintesi di tutto l’ebraismo; ecco i temi trattati: il calendario ebraico (prof. Servi), la preghiera e lo shabat (Gadi Piperno), la kasherut (rav Bahbout); argomento apparentemente più leggero, ma non meno importante (“sacco vuoto non sta in piedi”, diceva mio padre buonanima), è stato quello della cucina ebraica, gustosamente trattato dalla signora Silvia Servi. A conclusione della giornata, il concerto di Raiz, accompagnato alla chitarra da Giuseppe, degli Almamemegretta. Bellissima musica e canti sefarditi e ashkenaziti, conclusi dal canto di tutti dello HaTikwah, l’inno di Israele. Ho trovato particolarmente bello e commovente il canto su Mosè in ladino (giudeospagnolo), raccolto dalla viva voce di una anziana ebrea marocchina.
Una precisazione: quando scrivo che “la serata è stata conclusa”, si tratta di un puro espediente letterario, in realtà la giornata si concludeva ben oltre la sua conclusione, con chiacchiere, dialoghi, risate e discussioni!
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CHE SIA IL BUON INIZIO DI UN BEL VIAGGIO PER TUTTI NOI!
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