Qui tratto di
alcune località e della eventuale presenza ebraica in esse. Sulle prime tre non
ci sono dubbi, in una si tratta di una possibile presenza tarda e particolare, dell’ultima
parlo in modo apparentemente in controtendenza rispetto a quanto ne ho scritto nel
post immediatamente precedente.
Dall’ottimo
Italia judaica
(indubbiamente il sito scientificamente più valido sulla storia ebraica in
Italia) traggo sintetiche informazioni su tre località che avevo già citato in
altri post del blog, ma come semplici nomi. Non vengono fornite molte
informazioni, purtroppo il tempom la damnatio memoriae e soprattutto la carenza
di documenti hanno fatto il loro lavoro
BORRELLO
[ … ] nel 1863 fu denominato Laureana
di Borello e nel 1930 Borrello. [ …
]
Nel
1441 Alfonso I d’Aragona ordinò ai Portolani e ad altri ufficiali di Calabria di
permettere a Carlo Ruffo, conte di Sinopoli, di percepire i diritti di fondaco,
la tassa della mortafa dei Giudei (ius morthafa Iudeorum) e altre ragioni fiscali
in tutte le sue terre, tra cui Borrello [1]
Come
altre comunità della Calabria meridionale, anche quella di Borrello fu danneggiata
dalle guerre che sconvolsero l’area agli inizi del XVI secolo, al punto che il percettore
non riuscì a recuperare i residui fiscali degli anni 1499-1501. Nel 1502-1503 la
presenza ebraica nella località (Iudeca) era costituita da due nuclei familiari,
i cui contributi fiscali erano riscossi dalla Duchessa di Milano per il tempo che
fu signora della contea [2].
Nel 1508 la comunità, insieme con Iose de la Mocta de Surito et Bello de Palisano
versò 1 ducato, 4 tarì e 10 grani quale sua quota del donativo di 450 ducati promesso
dai giudei di Calabria alla Regia Corte. Il percettore registrò in quest’anno anche
la partenza di tutti gli ebrei di Borrello per destinazione ignota, e quindi l’impossibilità
di recuperare i loro contributi fiscali, sia quelli dell’anno, sia quelli residui
[3].
[1]
Fonti aragonesi, I, 32, n. 61
[2]
Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria
Mannelli 1996, pp. 88, 92; ASNa, Sommaria, Partium 71, fol. 33r-v (21 maggio 1507).
[3]
ASNa, Sommaria, Tesorieri e Percettori 4064. Motta de Surito e Palisano
dovrebbero identificarsi con Monsoreto
e Plaesano, due località vicine a Borrello.
Abbiamo quindi la certezza
di presenze ebraiche, di cui purtroppo non abbiamo attualmente modo di sapere
l’evoluzione e la consistenza, in tre comuni del Vibonese, distanti tra di loro
un massimo di 21 chilometri, come potete vedere dall’immagine: Laureana di Borrello; Dinami, di cui è
frazione Monsoreto; Feroleto della
Chiesa, di cui Plaesano è l’unica
frazione.
FALERNA
Una
presenza particolare è quella che è probabile rilevare a Falerna, comune del
Catanzarese nei dintorni di Lamezia, presso la costa tirrenica.
La
trovo nel volume di Mario Folino Gallo, Monografia di Falerna e Castiglione Marittimo.
Egli
riporta il testo del Catasto onciario, stilato intorno al 1750, in cui si riferisce
che:
“Io
sottoscritto [Don Gennaro Spinelli]
procuratore della venerabile cappella del SS.sacramento di questa parrocchiale
Chiesa di Falerna, in esecuzione del banno emanato e dell’ordine di Monsignor
Illustrissimo di Tropea, rivelo possedere detta Cappella, l’infrascritti cenzi
bullari ed annue entrate:
[…]
Pesi
[in scudi]
[…]
Elemosine
all’Ebrei ed altri eretici ritornati alla Santa Fede per tutto l’anno 1.0”
Testimonianze
dello stesso genere le avevamo già viste a Crotone, Monasterace e Placanica,
ora singolarmente, ora in associazione con “maomettani”, persone o famiglie
povere. Qui invece gli ebrei sono associati ad “altri eretici”. Si tratta quasi
sicuramente di valdesi, la cui area storica di insediamento non dista molto da
Falerna.
Se
la cosa venisse accertata, avremmo la prova della persistenza della fede di
Abramo oltre due secoli dalla cacciata degli ebrei dalla Calabria, e siccome
potremmo supporre che non tutti si siano “autodenunciati” è possibile che altri
abbiano continuato anche in seguito a conservare nascostamente la fede dei
Padri.
Da
molte parti si obietta che potrebbe con maggior certezza trattarsi di scrocconi
e millantatori, che si fingevano valdesi o ebrei convertiti per ricevere un
introito dalla Chiesa. Onestamente io dubito di questo. Dagli stessi documenti
vediamo che sussidi vengono dati a persone e famiglie povere, senza l’”alibi”
della conversione; inoltre presentarsi come ebrei o valdesi, sebbene
convertiti, potrebbero aver portato al disprezzo della gente comune, al
controllo da parte delle autorità ecclesiastiche e al sospetto da parte degli
uni e degli altri.
In
attesa di ulteriori ricerche e approfondimenti, la questione resta un campo di
studio tutto da indagare.
BADOLATO
Nel
post immediatamente precedente avevo escluso, o quanto meno dicevo di ritenere
assolutamente non provata, la presenza ebraica a Badolato. Tale mia convinzione
permane, ma vorrei fare un’osservazione a
latere.
Cercando
di approfondire la ricerca sugli ebrei a Badolato, sono incappato nel volume di
Domenico Lanciano, Libro-Monumento per i miei genitori, Volume terzo, Lineamenti genalogici,
da cui prendo la parte che ci interessa.
Significato del cognome
Lanciano
"Come
accennavo prima, il cognome Lanciano è di chiara derivazione dalla città di Lanciano. Solitamente,
quando si porta il cognome di una città, si pensa a tre ipotesi: una
derivazione
Ebraica
(cosa di cui la mia famiglia non ha alcuna memoria, nemmeno lontanissima), l’indicazione
di provenienza (molto diffusa anticamente, ad esempio Antonio da Lanciano)
oppure l’assegnazione del cognome a neonati abbandonati di cui non si
conoscevano i genitori (anche se, generalmente, ai “trovatelli” veniva
assegnato, a seconda delle aree geografiche, il termine generico Innocenti (al
centro-nord Italia), Proietti (a Roma e dintorni), Esposito (a Napoli e dintorni),
Trovato (specialmente in Sicilia). Per chi vuole approfondire la tematica dei
cognomi, ci sono, comunque, Istituti specializzati, tanti libri e tanti siti
internet sulla loro derivazione.
Bisogna
soltanto stare attenti, poiché in tale settore ci sono troppi ciarlatani e
venditori di fumo.
Scartata
l’ipotesi ebraica (ci sono, comunque, ebrei con cognome Lanciano), restano le
altre due. Entrambe, comunque, molto remote nel tempo, sia per la mia famiglia
e sia per le tante che sono oggi sparse e sperse in quasi tutte le regioni
italiane e, con l’emigrazione, anche in altri continenti.
Ho
anche io un antenato Lanciano, e ho avanzato una quarta ipotesi, e cioè quella
di un’origine Rom, dal momento che molti ve ne erano a Lanciano, specializzati
nella lavorazione del rame, che percorrevano tutto il Regno per la vendita dei
loro prodotti.
Mi
sembra molto frettolosa l’esclusione di un’origine ebraica, quasi volesse
allontanare un’onta dalle origini famigliari, infatti la esclude immediatamente,
in quanto tale memoria non è presente in famiglia, ma a quanto pare anche le
altre due sono assenti. Il cognome Lanciano (sinceramente ignoro se sia
presente in famiglie ebraiche attuali, ma non mi risulta) è molto presente
nelle nostre contrade, come l’altro derivante dal vicino centro abruzzese
Ortona (questo sì, attualmente portato da famiglie ebraiche), ambedue località
abruzzesi in cui vi erano consistenti presenti sia Rom che ebraiche. Non sarei
quindi così categorico nell’escludere un’eventuale origine ebraica.
Con
questo non entro in contraddizione con quanto affermato nel post precedente. Vi
sono dei Cosentino, Russo, Randazzo ed altri ancora che possono essere
singolarmente di origine ebraica, ma sono presenti dappertutto, senza che una
loro casuale presenza denoti contemporaneamente la presenza passata di
insediamenti ebraici.
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