Dal sito del Comune di Cosenza
Il Comune di Cosenza e la Provincia di Reggio Calabria
festeggiano l'Europa ricordando Ferramonti
Annarita Callari
Nell’Anno
europeo dei cittadini, la Festa dell’Europa, istituzionalizzata il 9 maggio,
assume un significato particolare e rafforza quello che, dal 2000, è il motto
dell’Unione Europea, “unità nella diversità”. Come dire, attraverso l'UE gli
europei sono riusciti ad operare insieme a favore della pace e della
prosperità, mantenendo al tempo stesso la ricchezza delle diverse culture,
tradizioni e lingue del continente.
Due enti, il
Comune di Cosenza e la Provincia di Reggio Calabria, evidentemente ispirati da
questo principio hanno lavorato insieme all’ormai imminente appuntamento con la
Festa dell’Europa, dandole una forte
caratterizzazione, facendola diventare
un’occasione che guarda al futuro, al rafforzamento dell’identità di cittadini
europei, ma senza dimenticare quella penosa fase storica che perseguitò la
diversità.
Ecco allora che
i due enti sopra citati - il primo attraverso l’impegno degli assessori Maria
Rosaria Succurro, Marina Machì e Alessandra de Rosa - il secondo attraverso il
Presidente del Consiglio provinciale della città sullo Stretto, Antonio Eroi,
dopo un primo confronto avvenuto nello scorso mese di marzo, oggi hanno messo a
punto in un ulteriore incontro l’organizzazione della Festa dell’Europa,
insieme ad altre due sostanziali collaborazioni, quella della LIDU (Lega
Italiana per i Diritti dell’Uomo) di Cosenza, rappresentata dal suo presidente
Paola Rizzuto, e quella dell’Associazione “Promuovi” (anch’essa impegnata sui
diritti umani), presente con la presidente Daria Cimino.
Il luogo
dell’incontro e della riflessione è il campo di internamento di Ferramonti di
Tarsia, il più grande costruito in Italia dopo le leggi razziali, famoso per
l’opera di umanizzazione verso le condizioni di vita degli internati svolta da
quanti si avvicendarono al comando e dal cappellano del campo, ma anche grazie
all’aiuto e alla solidarietà manifestati dalle gente del posto. Ferramonti fu
il primo campo di internamento ad essere liberato dagli inglesi nel 1943 ma,
paradossalmente, fu l’ultimo ad essere formalmente chiuso, perché molti
ex-internati vi rimasero per altri due anni.
I protagonisti
di questa giornata che celebra l’Europa Unita non possono che essere i giovani,
un centinaio di studenti, parte dei quali arriveranno in treno da Reggio
Calabria per congiungersi, a Cosenza, ad una cinquantina di coetanei
dell'Istituto Comprensivo di via Negroni e, insieme, fare questo viaggio nella
memoria che invita a guardare con ottimismo al futuro. A Ferramonti, ad
attenderli, Cristina Marrari, figlia di quel Gaetano Marrari che fu direttore
del corpo di pubblica sicurezza nel campo di Ferramonti dal 1940 al 1943, e che
si distinse per la sua umanità.
Alle spalle
dell’evento celebrativo, un importante lavoro di ricostruzione delle presenze
nel campo di Ferramonti, svolto presso i locali della Prefettura di Cosenza -
grazie alla grande disponibilità del Prefetto Raffaele Cannizzaro - dal Centro
Studi Triveneto sulla Shoa. Un’immersione nel materiale documentale che ha
portato alla luce anche gli appunti che certificano il sussidio che lo Stato
concedeva agli internati.
A Cosenza, la
giornata dell’Europa, sarà preceduta il 7 maggio dalla visita degli assessori
Succurro, Machì e De Rosa all’Istituto di via Negroni per soffermarsi con gli
studenti sulla giornata che vivranno oltre che sui dettagli organizzativi.
Il programma
dell’evento prevede l’arrivo alla stazione di Cosenza degli studenti reggini
alle ore 10.00; l’incontro con gli studenti di Cosenza ed il trasferimento in
pullman al cimitero di Tarsia dove, alle ore 11.00, è previsto il saluto delle
autorità; da lì ci si sposterà al campo di Ferramonti (ore 12.00) per le
testimonianze. Un ulteriore momento di riflessione sarà a Cosenza, dinanzi la
vecchia stazione ferroviaria, alle 15.30.
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